Uno studio della Cgil ha evidenziato che, con le nuove norme sul cuneo fiscale contenute nella legge di Bilancio 2025, i lavoratori di una fascia di reddito andrebbero a perdere 1.000 euro l’anno.
La legge di Bilancio 2025 conterrebbe una sorta di beffa per i lavoratori che guadagnano tra i 15.500 e i 16.600 euro lordi all’anno, una fascia di reddito bassa e che a partire da gennaio potrebbe perdere quasi cento euro al mese.
Tutto merito - o meglio in questo caso demerito - della nuova versione del taglio al cuneo fiscale, con il governo che ha dovuto correggere il tiro visto che nel 2024 la sforbiciata ha prodotto minori entrate per l’Inps.
Un problema non di poco conto: le casse dell’ente sono da tempo sotto pressione essendo la spesa pensionistica in costante aumento, con la popolazione italiana che invecchia mentre si fanno sempre meno figli.
Come riportato dal Fatto Quotidiano, stando a uno studio della Cgil e del Consorzio Nazionale Caaf-Cgil alcuni lavoratori potrebbero andarci a rimettere nel 2025 circa 1.000 euro.
Nella legge di Bilancio 2025 infatti non ci sarà più la decontribuzione come è stato nel 2024, ma al suo posto il governo ha pensato di inserire un bonus per i redditi fino a 20.000 euro e una detrazione Irpef aggiuntiva per quelli tra 20.000 euro e 40.000 euro.
Se non verrà modificato durante l’iter parlamentare della legge di Bilancio, questo nuovo sistema potrebbe andare a penalizzare economicamente molti lavoratori.
Chi perderà 1.000 euro con la legge di Bilancio 2025
La legge di Bilancio 2025 dopo essere stata approvata dal Cdm e firmata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha iniziato ora il suo iter parlamentare con le varie audizioni.
A riguardo, lunedì 4 novembre si è tenuta l’audizione della Cgil rappresentata dal segretario confederale, Christian Ferrari, dal responsabile dell’Ufficio Economia, Nicolò Giangrande e dal coordinatore Area Politiche per lo Sviluppo, Massimo Brancato.
Come noto la Cgil ha criticato molto la legge di Bilancio 2025, tanto da aver indetto insieme alla Uil uno sciopero generale contro la manovra che si terrà nell’intera giornata di venerdì 29 novembre.
Tra le varie critiche mosse dal sindacato, c’è anche la questione dei lavoratori che, con la nuova versione del cuneo fiscale, nel 2025 andranno a guadagnare meno rispetto all’anno precedente.
“Con il passaggio dalla decontribuzione alla fiscalizzazione dei benefici - ha spiegato Christian Ferrari della Cgil - la stragrande maggioranza dei lavoratori non solo non vedrà 1 euro in più in busta paga, ma ci perderà pure: fino a 200 euro annui sotto i 35.000, e con punte di perdita anche di oltre 1.000 euro in alcune fasce”.
I più beffati così sarebbero i lavoratori con un reddito annuo tra i 15.500 e i 16.600 euro lordi, che perderebbero poco meno di 100 euro al mese per un totale di quasi 1.000 euro in un anno.
“Per effetto della cancellazione della decontribuzione - si legge sul Fatto Quotidiano -, l’aliquota Inps tornerà per tutti a 9,19% quindi tutti pagheranno più contributi. Questo, inoltre, abbasserà il reddito imponibile ai fini Irpef; nella fascia tra i 15.500 e i 16.600 euro lordi lo farà ritornare nello scaglione inferiore ai 15 mila euro”.
Questa modifica comporterà che “sotto quella soglia, si riducono anche le detrazioni da lavoro dipendente, che diventano una cifra fissa pari a 1.955 euro annui”. Il risultato così sarà questo: “Ci perderanno da due voci e ci guadagneranno solo da una: pagheranno più contributi e beneficeranno di minori detrazioni. Circa 2 mila euro annui in meno di reddito netto, in pratica, che sarà controbilanciato solo da circa un migliaio di euro di bonus. Somma finale, come detto, circa mille euro in meno annui di reddito netto”.
Come sottolineato da Ferrari, l’auspicio della Cgil è che in Parlamento si “ponga innanzitutto rimedio a queste distorsioni”, anche se il governo sembrerebbe essere intenzionato a blindare il testo della legge di Bilancio 2025 durante i vari passaggi nelle commissioni e in Aula.
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