Una ricerca di Microsoft afferma che soltanto il 12% dei manager ha fiducia nella produttività dei propri dipendenti. Per riportarli produttivamente in ufficio la chiave sarà la socialità
Dall’inizio della pandemia di Covid-19, il modo di lavorare delle persone è cambiato in maniera irreversibile. La possibilità di lavorare da casa ha infatti fatto scoprire molti dei lati positivi (ma anche negativi) del lavoro da remoto: maggiore flessibilità, meno stress e meno spese; ma talvolta anche senso di solitudine e isolamento.
È perciò necessario trovare un equilibrio in questo, per cercare di trarre il meglio da queste nuove modalità.
In merito a questo argomento, Microsoft ha presentato i risultati dell’ultimo World Trend Index, dal titolo “Il lavoro ibrido è il lavoro. Abbiamo veramente trovato la formula giusta?”.
I dati raccolti, analizzati e mostrati nel report sono il frutto di circa 20.000 interviste in 11 Paesi diversi, dell’analisi di miliardi di segnali relativi alla produttività raccolti con Microsoft 365, dei trend relativi al mondo del lavoro intercettati da LinkedIn e delle ricerche di Glint People Science. Le interviste si sono svolte tra luglio e agosto 2022.
All’interno del rapporto emergono dati molto interessanti, relativi, tra le altre cose, alla volontà dei decisori aziendali di riportare in ufficio i dipendenti, che si scontra talvolta con il volere di questi ultimi, sempre più restii a recarsi in ufficio semplicemente per lavorare.
Come porre fine alla paranoia della produttività
Secondo quanto emerso dai dati raccolti, l’85% dei dirigenti sostiene che il passaggio al lavoro ibrido ha reso difficile il controllo sulla produttività dei propri dipendenti, mentre soltanto il 12% è pienamente fiducioso del fatto che il proprio team sia produttivo.
Questo ha portato, per usare le parole del rapporto, alla paranoia della produttività, per cui i manager non sono sicuri che i dipendenti siano produttivi e che stiano lavorando alla cosa giusta.
D’altra parte, l’87% dei dipendenti intervistati afferma di essere produttivo eccome mentre lavora.
Questo mette in evidenza un alto grado di sfiducia da parte dei dirigenti nei confronti dei dipendenti.
Basandosi sul numero delle riunioni settimanali inoltre, non si direbbe proprio che i dipendenti lavorino di meno: a livello globale le riunioni settimanali sono aumentate del 153% per l’utente medio di Microsoft Teams, e con esse anche i rifiuti e le risposte “forse” alle richieste di partecipare alle riunioni.
Queste due ultime voci sono aumentate rispettivamente dell’84% e del 216%. Abusare in questa misura delle riunioni in streaming può essere dannoso per il lavoro, in quanto queste sottraggono molto tempo alle altre attività. In questo senso, il 42% del campione ha affermato di svolgere altre mansioni mentre partecipa alle riunioni.
La socialità come fattore trainante del ritorno in ufficio
Per l’82% dei decisori aziendali è importante che i dipendenti tornino in ufficio, ma come si pongono gli interessati in questo merito? Il 73% dei dipendenti e il 78% dei manager affermano di necessitare di un motivo migliore per recarsi in ufficio rispetto alle sole aspettative dell’azienda di rientro.
Le ragioni che spingono a tornare in ufficio sono principalmente due, e sono di carattere sociale: l’84% degli intervistati afferma di voler tornare in ufficio per socializzare con i propri colleghi, mentre l’85% desidera ricostruire i legami del team. Il 73% del campione afferma inoltre che andrebbe più volentieri in ufficio sapendo che lì sono presenti i membri del proprio team.
A fronte di questi dati, il modo migliore per riportare in ufficio i dipendenti è quello di dare loro la possibilità di incontrarsi, di parlarsi e di conoscersi, così da stabilire rapporti non soltanto sul piano lavorativo, ma anche umano, reputato evidentemente fondamentale da molti di loro.
Ad avere un ruolo importante nel ritorno in ufficio dei dipendenti, sono i manager, questi sono chiamati, per ottenere buoni risultati di rientro, a essere onesti ed empatici.
I dati affermano infatti che l’82% dei dipendenti è incline a tornare in ufficio per avere feedback diretti e sinceri dai propri manager diretti.
O si cresce, o si cambia: l’importanza dell’apprendimento sul posto di lavoro
Poter acquisire nuove conoscenze è fondamentale per rimanere competitivi nel mercato del lavoro, studiare e informarsi è infatti oggi molto più importante e fortunatamente anche più semplice, grazie a Internet. Questo i dipendenti lo sanno, ed è perciò che cercano in continuazione nuovi stimoli di diverso tipo.
Tra quelli più ricercati, c’è senz’altro quello dell’apprendimento, avere infatti la possibilità di imparare nuove nozioni da spendere nel mondo del lavoro si rivela essere una possibilità molto attraente.
Secondo i dati raccolti nel rapporto, il 76% degli intervistati afferma di essere disposto a rimanere più a lungo nell’azienda in cui si trova, a patto che questa gli fornisca delle giuste possibilità di crescita e sviluppo.
Allo stesso tempo, il 55% sostiene che, qualora non ci sia questa possibilità, il miglior modo per imparare cose nuove è cambiare azienda.
Con le nuove opportunità che si stanno aprendo nel mondo del lavoro grazie al digitale, le persone hanno sempre maggiore necessità di nuovi skill, circa otto su dieci però, sentono di non possederne abbastanza per svolgere correttamente il proprio lavoro.
Questo dunque sottolinea nuovamente quanto sia importante per le aziende mettere a disposizione del personale opportunità di formazione continua.
Cosa da Microsoft per migliorare il lavoro da remoto
La tecnologia offre nuove possibilità per rendere il lavoro ibrido più conveniente per tutti: manager e dipendenti. Microsoft in particolar modo, si è posta in prima linea, offrendo soluzioni utili ed efficaci. Tra le altre, ha annunciato Viva Pulse, che consente a manager e team leader di ottenere un feedback sull’esperienza del proprio team; Viva Amplify, che permette ai manager di creare e pubblicare contenuti su vari canali per raggiungere i dipendenti ovunque si trovino e aiutarli a rimanere in contatto con l’azienda e la sua cultura; e infine Answers in Viva, un nuovo strumento simile a una chat che utilizza l’intelligenza artificiale per abbinare le domande dei dipendenti alle risposte e agli esperti dell’organizzazione per mettere a frutto le conoscenze collettive.
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