La lotta all’evasione fiscale è lo slogan ufficiale sia del decreto fiscale che della Legge di Bilancio 2020. Eppure, invece della minaccia di controlli invadenti nelle tasche dei cittadini, forse sarebbe più efficace un maggior coordinamento tra le banche dati degli enti pubblici.
Uno dei grandi classici di questo periodo dell’anno è il ritorno in auge del tema della lotta all’evasione fiscale, con particolare riferimento agli strumenti che la Legge di Bilancio che deve essere approvata entro dicembre si propone di potenziare.
Quest’anno il decreto collegato alla manovra - il decreto legge numero 124/2019 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 252/2019 - è stato addirittura quasi totalmente dedicato al tema dell’evasione fiscale, con una previsione di gettito pari a circa 3 miliardi di euro.
Tuttavia, tra gli addetti ai lavori - e probabilmente anche fra i cittadini comuni - i dubbi sono molteplici e legati soprattutto al solito quesito: ma perché sinora non si è potuto fare di più?
Evasione fiscale: qualche numero di un fenomeno preoccupante
Prima di entrare nel merito di quanto previsto dal decreto fiscale occorre evidenziare alcuni aspetti preoccupanti.
Al momento, l’ISTAT stima l’evasione fiscale annuale nel nostro Paese intorno ai 109 miliardi di euro. Si tratta di circa il cinque per cento dell’intero PIL prodotto nell’anno 2018 in Italia: un’enormità.
Secondo altri studi molto accreditati, come quelli elaborati da Cottarelli, invece, l’evasione raggiungerebbe i 130 miliardi di euro…
Ad ogni modo si tratta di un fenomeno allarmante dal punto di vista economico e sociale: chi non paga le imposte sottrae risorse a tutti e, peraltro, un giorno potrebbe trovarsi vittima di uno dei disservizi pubblici causati proprio dalla mancanza di risorse.
Qual è l’obiettivo del decreto fiscale e della Legge di Bilancio 2020?
La manovra in fase di approvazione punta al contrasto dell’evasione fiscale mediante due fondamentali linee direttrici:
- l’inasprimento delle sanzioni penali tributarie;
- l’implementazione di un sistema economico basato prevalentemente sui pagamenti telematici (e quindi tracciabili).
In merito al primo punto sono stati scritti fiumi di articoli in queste ultime settimane.
E la discussione fondamentalmente si divide in due macro filoni di pensiero:
- maggiori sono le pene previste, minore sarà la propensione ad evadere;
- sanzioni penali tributarie più severe non determinano automaticamente una riduzione dell’evasione fiscale, soprattutto se non si agisce su altri fattori (livello di tassazione e semplificazione procedurale in primis).
Probabilmente la verità, come spesso accade, sta nel mezzo: si può agire sul sistema delle sanzioni penali tributarie ma occorre farlo in modo organico e, soprattutto, senza incorrere nel “rischio slogan”.
Una campagna mediatica come quella condotta nelle ultime settimane da alcune parti dell’attuale maggioranza parlamentare, a modesto avviso di chi scrive, rischiano di spostare l’attenzione dei cittadini su questioni non centrali rispetto a quelle essenziali e maggiormente attinenti al tema della lotta all’evasione fiscale.
Evasione fiscale: maggiore chiarezza sull’incrocio delle banche dati già disponibili. Perché non pensare ad un intervento ad hoc (a costo zero) dentro la Legge di Bilancio 2020?
Per dirimere i tanti dubbi in ordine all’efficacia delle misure previste dal decreto fiscale collegato e dalla stessa Legge di Bilancio 2020 si potrebbe agire anche con un intervento a costo zero: l’introduzione di un obbligo generalizzato di incrocio delle banche dati attualmente disponibili.
In effetti il tema viene spesso preso sotto gamba o non sufficientemente considerato per la sua reale importanza ma oggi gli enti pubblici principali - Agenzia delle Entrate, INPS e Comuni su tutti - dispongono di tali e tante banche dati che basterebbe un maggiore coordinamento tra le stesse per ottenere straordinari risultati nel contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.
E da qui deriva la nostra proposta: perché non pensare ad un meccanismo automatico - una semplice procedura insomma - che consenta agli enti pubblici sopra menzionati di incrociare periodicamente i dati disponibili in modo da aumentare i controlli mirati (e non invasivi) nei confronti delle situazioni a rischio?
In realtà l’articolo 86 dell’attuale bozza di Legge di Bilancio 2020 interviene parzialmente su questo tema, ma lo fa in modo davvero discutibile, prevedendo, fra l’altro, che i cittadini non possano più intervenire per la correzione di un dato fiscale sbagliato.
In sostanza si limitano alcune fasi endoprocedimentali al fine di aumentare l’efficacia delle misure di contrasto all’evasione. Ma questo è un altro tema e ce ne occuperemo in un intervento ad hoc.
Peraltro, qui si pone anche l’obiezione di chi dice: “Be’, ma con il telematico i controlli automatici ci sono già, cosa cambierebbe…?”
Con questa proposta cambierebbe l’approccio: meno interventi burocratici inutili e generalizzati e maggiori controlli specifici e non invasivi.
Ma siamo sicuri che al momento ci sia la reale volontà politica di farlo? Oppure si preferisce andare avanti per slogan?
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