Sparò dalla sua auto a sei migranti a febbraio del 2018: Cassazione conferma la condanna a 12 anni di reclusione per Luca Traini
La Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni per Luca Traini, il 32enne che il 3 febbraio del 2018 sparò dalla sua auto a sei migranti, ferendoli.
La vicenda, oltre che per la brutalità dei fatti, balzò in cima alla cronaca nazionale anche per il gesto dell’uomo a fine raid, quando fece il saluto romano davanti al monumento dei Caduti prima di venire arrestato.
Appena dopo i fatti, motivò il tutto come una vendetta a seguito dell’uccisione di Pamela Mastropietro, 18enne uccisa per mano del pusher nigeriano Innocent Oseghale.
La sua sarebbe stata quindi - spiegò - un’azione mossa dall’intento di “fare giustizia contro il pusher e lo spaccio diffuso anche a causa dell’immigrazione”.
Luca Traini: la Cassazione conferma condanna a 12 anni
La sentenza di Cassazione arriva a oltre un anno di distanza dall’Appello, che di fatto confermò la stessa condanna e anche l’aggravante dell’odio razziale.
La difesa aveva chiesto oggi che l’aggravante non fosse riconosciuta, sostenendo la mancanza di odio razziale nelle azioni di Traini.
L’uomo avrebbe reagito “in preda ad un raptus emotivo di cui si dovrebbe tenere conto”, è stata parte della tesi della difesa, non accolta dalla Cassazione, che ha ritenuto l’uomo colpevole di strage.
Oltre ai 12 anni di carcere, Traini dovrà risarcire le 6 vittime e tutte le parti civili, tra le quali spiccano il comune di Macerata e la struttura territoriale del Pd.
Durante il raid infatti diversi colpi di pistola dell’uomo rovinarono alcune strutture della città, compresa una sede territoriale del Partito Democratico.
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