Davide Casaleggio minaccia lo strappo dai 5Stelle e rivela di aver rifiutato la guida di un Ministero
Guerra aperta fra Davide Casaleggio e gli eletti del M5S. Con un lungo post sul Blog delle Stelle, il presidente dell’associazione Rousseau ha attaccato il “partitismo” che avrebbe tradito le origini del Movimento. L’attacco arriva a qualche giorno dalle critiche di Alessandro Di Battista agli attuali vertici.
M5S, Casaleggio minaccia lo strappo
Si intitola “Noi siamo Movimento” il post pubblicato dal figlio di Gianroberto nel giorno dell’11esimo anniversario dalla fondazione del M5S. Davide Casaleggio esordisce tornando alle origini, ricordando lo scopo con cui il Movimento era nato: costruire “un modello alternativo e innovativo rispetto a quello novecentesco delle gerarchie di partito”.
Ma negli ultimi tempi è proprio a un partito che il Movimento assomiglia sempre più, in cui “un gruppo di poche persone che decide tutto per tutti”. L’obiettivo dichiarato dal presidente di Rousseau è invece quello di creare una struttura in cui “il potere si esercita dal basso e si trovano tutti i modi per garantire la trasparenza e la condivisione delle scelte tra gli iscritti”.
Casaleggio: «Ho rifiutato un ministero, ora qualcuno vuole cancellare Rousseau»
Ma adesso nel M5S c’è qualcuno che “vorrebbe cancellare venendo meno agli impegni presi” “quello spazio gratuito e aperto di partecipazione”: la piattaforma Rousseau.
Casaleggio ricorda di aver prestato gratuitamente la propria attività “per un’idea di partecipazione collettiva da parte dei cittadini alla vita del proprio Paese”. Per questo, rivela il presidente di Rousseau, avrebbe anche rifiutato “la guida di un ministero”: “l ruolo di supporto del Movimento” è sempre stata la priorità.
«Se diventiamo un partito tolgo il supporto», dice Casaleggio
E qui arriva la non troppo velata minaccia: “Qualora, per qualche motivo, si avviasse la trasformazione in partito, il nostro supporto non potrà più essere garantito, dal momento che non sarebbe più necessario poiché verrebbero meno tutti i principi, i valori e i pilastri sui quali si basa l’identità di un MoVimento di cittadini liberi e il suo cuore pulsante di partecipazione che noi dobbiamo proteggere”.
Casaleggio afferma di aver dovuto sopportare, negli anni, “insinuazioni, attacchi e calunnie” anche nei confronti del padre, rivolte da “persone che grazie al nostro lavoro ricoprono oggi posizioni importanti”.
Ma di quale supporto parla Casaleggio? Nicola Biondo de Linkiesta ha ricordato un paio di giorni fa che l’associazione paga le spese legali che gravano su Beppe Grillo e sul Movimento. Nel 2018 sarebbero state sborsate cifre a 5 zeri.
Il post di Casaleggio ha ricevuto l’immediato endorsement di Di Battista e dell’area «grillina».
Il Comitato di Garanzia del Movimento, composto da Vito Crimi, Giancarlo Cancelleri e Roberta Lombardi ha invece ricordato che Casaleggio «non ricopre alcuna carica nel Movimento 5 Stelle», e che il post è stata «una sua iniziativa, personale e arbitraria, diffusa attraverso uno strumento di comunicazione ufficiale del Movimento 5 Stelle».
© RIPRODUZIONE RISERVATA