Oggi è la Giornata del Made in Italy 2025. Tra eccellenza e sfide globali, un’analisi dello stato attuale e uno sguardo alle prospettive future.
Il Made in Italy rappresenta da decenni un simbolo di eccellenza e qualità riconosciuto a livello globale.
Dalla moda al design, dal cibo alla tecnologia, questo marchio ha saputo imporsi come sinonimo di creatività e artigianalità, permettendo alle imprese italiane di distinguersi nel mondo. Tuttavia, il contesto economico attuale, tra incertezze e minacce globali, impone una riflessione profonda sul suo futuro.
Quali sono le prospettive per il Made in Italy? Come può evolversi per mantenere il suo prestigio internazionale?
Il Made in Italy tra sfide globali e opportunità
Il Made in Italy contribuisce significativamente all’economia nazionale. Basti pensare che nel 2024, il solo settore della moda ha generato un valore totale di 75 miliardi di euro, pari al 5,1% del PIL italiano, impiegando oltre 1,2 milioni di lavoratori.
Nonostante la crisi del lusso che ha colpito i principali brand globali, infatti, l’Italia si conferma leader mondiale nella produzione di haute couture, fornendo il 29% dei materiali ai gruppi europei e attirando due terzi delle maison di lusso per la loro produzione.
Ma la moda non è l’unico settore trainante. Anche agroalimentare, tecnologia industriale e biotecnologia stanno registrando performance positive e sono previste esportazioni in crescita del 4,5% per il 2025.
Per continuare a essere riconosciuto come pilastro dell’economia nazionale, però, il Made in Italy deve prepararsi ad affrontare una transizione verso modelli più sostenibili e tecnologici.
Tra difficoltà economiche e nuove frontiere, ecco 5 sfide e 5 opportunità per le imprese italiane.
5 sfide per le imprese del Made in Italy
- Competizione globale e crisi delle PMI
Le piccole e medie imprese italiane, vero cuore pulsante del Made in Italy, faticano sempre più a reggere il confronto con le economie di scala dei conglomerati stranieri. La chiusura di migliaia di fabbriche negli ultimi anni rappresenta un campanello d’allarme e, per sopravvivere, è necessario unire le forze. Creare reti collaborative, condividere spazi produttivi o persino lanciare brand collettivi potrebbe essere la chiave per competere senza perdere l’autonomia. - Ritardo nella trasformazione digitale
Mentre l’Europa accelera sull’intelligenza artificiale e il cloud, molte realtà italiane restano ancorate a processi manuali. Il rischio è di perdere appeal verso una clientela globale che cerca esperienze personalizzate e tracciabilità in tempo reale. Investire in piattaforme digitali per la gestione degli ordini o nella formazione delle risorse all’uso della realtà aumentata diventa quindi una priorità per chi vuole mantenere il passo. - Sostenibilità ambientale
I consumatori, soprattutto nel mercato del lusso, pretendono sempre di più garanzie etiche e ambientali. Materiali riciclati, certificazioni green e processi a impatto zero stanno diventando requisiti fondamentali. Le aziende più lungimiranti stanno già sperimentando soluzioni innovative, dimostrando che la sostenibilità può diventare il vero valore aggiunto di un’eccellenza già affermata. - Dipendenza dai mercati esteri
L’eccessivo affidamento su Paesi come la Cina o gli USA può esporre a rischi geopolitici e fluttuazioni della domanda e puntare su economie emergenti, come India o Sud-est asiatico sarà la vera chiave per diversificare e ridurre la dipendenza. Partnership con distributori locali, adattamento dei prodotti ai gusti regionali e investimenti in logistica agile saranno quindi passi necessari per espandersi in sicurezza. - Regolamentazioni complesse
La burocrazia italiana resta un ostacolo per l’innovazione. Tuttavia, strumenti come gli sportelli digitali per le autorizzazioni o i bandi europei semplificati offrono una via d’uscita e affidarsi a consulenti specializzati nella compliance internazionale può aiutare a navigare regolamenti sempre più stringenti, trasformando gli adempimenti in vantaggi competitivi.
5 opportunità per le imprese del Made in Italy
- Ripresa delle esportazioni
Con una crescita attesa superiore al 4% nel prossimo anno, settori come la meccanica di precisione e la farmaceutica porteranno il Made in Italy verso nuovi traguardi. Sfruttare gli accordi commerciali dell’UE con Paesi extraeuropei, magari con il supporto di agenzie come ICE, permetterà di accedere a mercati inesplorati con dazi agevolati e meno concorrenza. - Fusione tra artigianato e tecnologia
Bisogna imparare a riconoscere che tradizione e innovazione non sono necessariamente in conflitto. Integrare tecnologie per ottimizzare i processi produttivi significa preservare il saper fare italiano elevandolo a nuovi standard e attirando clienti disposti a pagare per l’eccellenza tecnologica. - Sostenibilità come storytelling
Oltre a ridurre l’impatto ambientale, i materiali innovativi offrono l’occasione per creare una narrazione di valore. Collaborare con startup green e partecipare a bandi europei dedicati all’economia circolare può aprire porte inaspettate e trasformare i prodotti del Made in Italy in simboli di un’Italia che guarda al futuro. - Supporto dal PNRR
Con 30 miliardi destinati a digitale e transizione ecologica, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una miniera d’oro per chi vuole ammodernare gli impianti o formare il personale. Presentare progetti ben strutturati, anche in collaborazione con università e centri di ricerca, permette di accedere a risorse che possono rivoluzionare intere filiere. - Distretti territoriali
I distretti italiani, veri e propri ecosistemi produttivi, hanno un potenziale inespresso. Creare hub digitali che uniscano le offerte di più produttori sotto un unico marchio, con logistica condivisa e campagne di marketing coordinate, può attirare l’attenzione di piattaforme globali come Amazon o Farfetch, dando visibilità internazionale a realtà altrimenti poco visibili.
Il Made in Italy per il futuro dell’economia italiana
Investire in digitalizzazione, sostenibilità e innovazione è quindi fondamentale per mantenere la competitività nei mercati internazionali e preservare il ruolo delle imprese italiane nel mondo.
La Giornata Mondiale del Made in Italy ci ricorda che questo marchio non è solo un simbolo di eccellenza, ma anche una risorsa strategica per il futuro dell’economia italiana: un patrimonio culturale ed economico che deve evolversi per affrontare le sfide globali senza perdere la sua essenza.
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