Manovra 2025, Meloni: “Presi i soldi dalle banche, nessuno aveva avuto il coraggio”

Laura Naka Antonelli

13 Novembre 2024 - 13:35

Meloni presenta la manovra 2025 e commenta: Abbiamo preso i soldi dalle banche e dalle assicurazioni, nessuno prima di noi.

Aver preso i soldi dalle banche e dalle assicurazioni per finanziare la legge di bilancio 2025: è questo il nuovo motivo di vanto della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oltre a quelli sbandierati ripetutamente dalla nascita del suo governo, nell’ottobre del 2022, tra cui spiccano soprattutto la crescita del PIL dell’Italia da migliore della classe in Europa (appena smentita dai numeri nudi e crudi dell’Istat) e la discesa dello spread BTP-Bund.

La premier Giorgia Meloni ha parlato oggi, mercoledì 13 novembre, intervenendo con un videomessaggio trasmesso in occasione dell’Assemblea generale di Confimi, la Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata guidata dal fondatore e presidente Paolo Agnelli, che rappresenta 45 mila imprese circa, con una forza lavoro complessiva di 650 mila dipendenti e un fatturato aggregato di quasi 85 miliardi di euro.

Nel presentare la legge di bilancio o anche manovra 2025 sfornata dal suo governo, Meloni ha spiegato il modo in cui le misure varate dalla sua squadra sono state finanziate.

Tra i diversi canali a cui l’esecutivo ha attinto, anche quello rappresentato dalle banche e dalle assicurazioni italiane: le stesse a cui il ministro dell’Economia e delle Finanze aveva chiesto di fare “sacrifici”, invocando un contributo di solidarietà, al posto di quella tassa sugli extraprofitti che il governo Meloni aveva lanciato nell’agosto del 2023, che tanto aveva fatto gridare allo scandalo il mondo dei banchieri: una tassa sugli extraprofitti che era diventata un caso che, dopo aver provocato una vera e propria fuga degli investitori dai titoli delle banche italiane quotati a Piazza Affari, (ma anche dai BTP), massacrati da una carica di sell. E una tassa che, infine, era stata sostituita da una versione talmente più light da azzerarne la stessa ragion d’essere.

La tassa sugli extraprofitti delle banche (che non c’è) sostituita dal versamento anticipato delle imposte

Di una nuova versione della tassa sugli extraprofitti delle banche si era tornato a parlare in vista della legge di bilancio del 2025, a causa di una coperta troppo corta per finanziare le misure che stavano più a cuore al governo Meloni.

A farsi strada, a causa dell’opposizione in seno alla coalizione di maggioranza manifestata dal partito di Forza Italia guidato dal vicepremier Antonio Tajani (a fronte dei ripetuti appelli pro-tassa dell’altro vicepremier Matteo Salvini), era stata poi l’ipotesi di un contributo di solidarietà che, dopo giorni di tensione all’interno del governo Meloni, ha preso alla fine forma, come si è appreso qualche settimana fa, del versamento anticipato delle imposte da parte delle banche.

Una misura non strutturale - sebbene il costo a carico delle banche e delle assicurazioni sia stato rivisto al rialzo - hanno avvertito diversi economisti che, in termini di conti pubblici marchiati dalla spina del debito pubblico, potrebbe rivelarsi la classica montagna che partorisce il topolino, così come la tassa sugli extraprofitti delle banche è stata alla fine definita da molti un vero e proprio flop.

Detto questo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni oggi ha parlato del coraggio del suo governo di fare qualcosa che non era stato mai fatto dai governi italiani precedenti.

Meloni presenta la manovra 2025 e annuncia il nuovo motivo di orgoglio: presi i soldi dalle banche

In primis, Meloni ha ricordato tutte le iniziative incise nella manovra 2025, ovvero: il taglio del cuneo fiscale che è stato reso strutturale, l’estensione dell’esonero contributivo per le mamme lavoratrici con almeno due figli anche alle lavoratrici autonome, il rinnovo della detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit, così come anche la super deduzione del 120% del costo del lavoro per le nuove assunzioni, il rifinanziamento della Nuova Sabatini, che ha portato il fondo per il 2025 a 607 milioni di euro, incrementando le risorse fino al 2029.

Dopo aver ricordato i provvedimenti, Meloni ha sbandierato il suo nuovo motivo di orgoglio:

“E dove abbiamo preso i soldi per fare tutto questo, visto che di soldi non ne abbiamo molti? Una parte arriva dal nuovo rapporto che abbiamo costruito tra fisco e contribuenti che ci ha permesso di avere più entrate nelle casse dello Stato. Un’altra dal contenimento della spesa dei ministeri e un’altra parte ancora da banche e assicurazioni. È una cosa che nessuno aveva avuto il coraggio di fare finora e che rappresenta una grande novità rispetto al passato”.

Nelle stesse ore in cui negli Stati Uniti si discute della creatura appena sfornata dal Presidente eletto USA Donald Trump, la cui gestione è stata affidata proprio all’amico di Giorgia Meloni Elon Musk, la presidente del Consiglio ha riconosciuto al suo governo anche il merito di portare avanti una politica economica tesa a evitare gli sprechi.

Abbiamo, di fatto, smesso di gettare i soldi dei cittadini dalla finestra, o in cose secondarie o in cose addirittura inutili, quando non controproducenti, e abbiamo abbassato le tasse, nonostante la situazione dei conti pubblici che abbiamo ereditato non esattamente facile”, ha detto nel corso del suo intervento all’Assemblea generale di Confimi.

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