Il coronavirus ha obbligato gli italiani a indossare la mascherina nei luoghi all’aperto e al chiuso. Ma oltre a proteggere dal Covid, protegge anche dall’influenza stagionale?
I casi di influenza stagionale si sono drasticamente ridotti quest’anno grazie alla protezione delle mascherine. Obbligatorie tanto all’aperto quanto al chiuso per ridurre la diffusione del coronavirus, le mascherine hanno anche ridotto i casi di sindromi simil-influenzali.
Nel rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità, infatti, viene descritto un significativo abbassamento delle sindromi influenzali, che si sono ridotte - dati alla mano - di quattro volte rispetto al 2019/2020.
Come si spiega questa diminuzione? Pare che il distanziamento, l’igiene delle mani e le mascherine abbiano contribuito a ridurre le malattie a trasmissione respiratoria, come è l’influenza stagionale. Vediamo i dati.
Niente influenza nel 2021 grazie alle mascherine
Le restrizioni introdotte per combattere la diffusione del coronavirus hanno agito anche contro l’influenza stagionale. Infatti, dall’inizio della stagione non è ancora stato segnalato alcun virus influenzale.
Analizzando 100 campioni clinici - su un totale di 1.258 campioni analizzati dall’inizio della sorveglianza - nessuno è risultato positivo all’influenza stagionale, mentre 9 sono risultati positivi al Sar-Cov-2 (70 in totale dall’inizio della sorveglianza). Il numero potrebbe ancora essere fuorviante, visto che a causa dell’emergenza le Province Autonome di Bolzano, di Trento e le Regioni Sardegna, Campania e Calabria non hanno ancora attivato la sorveglianza. Tuttavia, il dato inserito nel rapporto dell’Iss è fortemente positivo.
Per quanto riguarda, invece, le sindromi simil-influenzali - che nel periodo autunno/inverno costringono a letto milioni di italiani - si registra un calo sotto la normale soglia base, con 1,4 casi per mille assistiti. Lo scorso anno, nel medesimo periodo (53esima settimana del 2020), erano stati segnalati 4,9 casi per mille assistiti.
L’incidenza dell’influenza per fasce di età
Secondo i grafici proposti nel rapporto dell’Iss, l’influenza avrebbe un’incidenza maggiore nelle fasce della popolazione più giovane, ovvero nella soglia 0-4 anni.
Nella fascia di età dagli 0 ai 4 anni, infatti, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è pari a 2,91 casi per mille assistiti, mentre nella fascia di età superiore, dai 5 ai 14 anni, l’incidenza scende a 0,98. Tra gli adolescenti e gli adulti, nella fascia compresa tra i 15 e i 64 anni, l’incidenza sale ancora a 1,36 e tra gli individui più anziani, di età pari o superiore a 65 anni, la soglia scende a 1,10 casi per mille assistiti.
In tutte le Regioni italiane, comunque, il numero di casi registrati si trova al di sotto della soglia basale. I casi totali di sindromi simil-influenzali registrati in Italia sono 85.000, per un totale di circa 1.313.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza. erano previsti, però, dai 6 agli 8 milioni di casi.
L’influenza stagionale nel mondo
Il rapporto dell’Iss prende in esame anche altri Paesi del mondo, andando a paragonare tra loro i numeri dei casi di influenza stagionale descritti per ogni Paese. “Globalmente - scrivono nel rapporto -, nonostante il continuo ed esteso monitoraggio, la circolazione dei virus influenzali si mantiene a livelli molto inferiori rispetto alla media stagionale. Nelle zone temperate dell’emisfero Nord, la circolazione virale rimane al di sotto dei livelli inter-stagionali, con poche sporadiche identificazioni di virus di tipo A e B in alcuni Paesi”.
Secondo gli ultimi dati diffusi il 4 gennaio scorso dal report del WHO, in Europa sono solo 407 i campioni clinici risultati positivi su un totale di 185.251 campioni raccolti presso scuole, ospedali e luoghi maggiormente esposti al contagio.
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