L’Italia saluta la mascherina ma non definitivamente: fino al 15 giugno obbligo di Ffp2 sui mezzi di trasporto, ma per i lavoratori? Ecco fino a quando si indosseranno le mascherine a lavoro.
Mascherine Ffp2 obbligatorie nei luoghi chiusi a rischio e sui mezzi di trasporto fino al 15 giugno. A stabilirlo è un emendamento al decreto Riaperture, approvato in commissione alla Camera e inserito in una ordinanza del ministro alla Salute Roberto Speranza. Eppure, l’emendamento ha generato qualche dubbio specialmente per il settore del lavoro.
Con l’archiviazione del green pass e la limitazione dell’obbligo di mascherina al chiuso, in Italia dal 1° maggio si assisterà finalmente all’allentamento delle norme per la gestione della pandemia e un ritorno alla normalità, con le dovute accortezze. La mascherina di tipo Ffp2 rimarrà obbligatoria nei luoghi al chiuso, ma non a tutti: è stata eliminata nelle discoteche, ma sarà indispensabile sui mezzi di trasporto. Per molti lavoratori purtroppo la situazione non è ancora stata chiarita; infatti nel testo non vi è alcun riferimento esplicito per i luoghi di lavoro, né pubblici, né privati.
In questo caso dovrebbero continuare a valere i protocolli già in vigore. Come è stato poi chiarito dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa “senza distinzione tra pubblico e privato”, la mascherina dovrebbe solo essere “fortemente raccomandata”. È opportuno dunque fare chiarezza, in modo da capire fino a quando bisognerà indossare le mascherine a lavoro.
Mascherine al lavoro: fino a quando bisogna indossarle?
L’emendamento al decreto Riaperture non fa mai riferimento al settore del lavoro, per cui, se la mascherina Ffp2 sarà necessaria nei luoghi al chiuso, per il momento tra questi non rientrano i luoghi di lavoro.
Infatti, per i lavoratori continueranno a valere i protocolli tra imprese e sindacato. Al momento è ancora in vigore quello sottoscritto ad aprile 2020 e poi rinnovato l’anno scorso, il quale prevede l’obbligo di mascherina. Il 4 maggio poi si riuniranno nuovamente sindacati e imprese per verificare se modificare o prorogare le attuali regole. L’obbligo quindi potrebbe restare, così come potrebbe essere eliminato. A questo va aggiunta la “libertà” lasciata alle singole aziende di poter passare dalla raccomandazione all’obbligo.
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Se quindi non è ancora sicuro quale sarà l’accordo finale tra imprese e sindacato, ciò che è certo è che le mascherine saranno obbligatorie fino al 4 maggio dopodiché bisognerà attendere le nuove disposizioni, ma si tende a pensare che le mascherine saranno solo vivamente raccomandate.
Mascherine al lavoro, probabile abolizione dell’obbligo: cosa dicono gli esperti?
Mascherine obbligatorie al chiuso, ma per il lavoratori bisognerà attendere l’incontro tra imprese e sindacati per avere una notizia certa. Fino al 4 maggio rimane quindi in vigore la norma che impone l’utilizzo delle mascherine Ffp2 a lavoro.
Le singole aziende avranno comunque la libertà di poter stabilire se conservare l’obbligo oppure di optare per una raccomandazione della mascherina. Al momento per gli uffici pubblici e per tutta la Pubblica amministrazione è uscita la circolare del ministro Renato Brunetta nella quale sono indicati i criteri base di prevenzione e protezione sanitaria cui attenersi e che raccomanda il ricorso alla mascherina.
Nell’ordinanza si legge che l’uso della mascherina è raccomandato per tutto il personale a contatto con il pubblico e per chi lavora agli sportelli senza barriere protettive. Inoltre è consigliata per gli spazi chiusi in generale, come luoghi di riunione, in fila per le mense e i bar interni, per l’ingresso in ufficio e negli ascensori.
Una decisione che si trova in accordo con quanto espresso dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, per il quale sui luoghi di lavoro si potrebbe optare per “una raccomandazione e non obbligo di mascherina al chiuso”. Secondo il sottosegretario, infatti, i cittadini italiani avrebbero ampiamente dimostrato una “responsabilità diversa”, come avvenuto per le mascherine all’aperto. La scelta di Costa non si basa solo sulla fiducia della popolazione, ma anche su ragioni quanto mai pragmatiche. Stando al sottosegretario sarebbe alquanto complesso “regolamentare un obbligo come la mascherina e quali situazioni in cui indossarla”, per cui la soluzione migliore è arrivare a una raccomandazione. Rimane comunque la possibilità che i datori di lavoro redigano dei protocolli condivisi con i sindacati e associazioni di categoria.
Chi non è d’accordo è invece la Fondazione Gimbe, che guarda alla situazione epidemiologica attuale: i contagi sono di nuovo in aumento. Seguendo il trend sembrerebbe quindi evidente che abolire l’obbligo delle mascherine al chiuso sarebbe “una follia” e quindi auspica a un mantenimento della mascherina almeno fino al 15 giugno, come nelle Rsa, scuole, ospedali, mezzi pubblici ed eventi al chiuso.
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