Matrimoni, massimo 30 invitati con il nuovo DPCM. Il Governo potrebbe prevedere un rimborso per chi decide di annullare le nozze.
Nuovi limiti per i matrimoni: dopo lo stop delle cerimonie imposto durante il lockdown, ecco arrivare le restrizioni del DPCM di ottobre che mettono nuovamente a rischio le nozze programmate per i prossimi mesi.
Il DPCM di ottobre entrerà in vigore da domani e avrà una durata di 30 giorni; almeno per il prossimo mese, quindi, le cerimonie - tra cui sono compresi i matrimoni - potranno avere un massimo di 30 invitati. Dopo lo sblocco delle cerimonie durante la fase due, quindi, ecco un nuovo passo indietro che di fatto mette a rischio il regolare svolgimento delle cerimonie nei prossimi mesi, anche perché molti potrebbero decidere di annullare quanto era già stato programmato sperando in tempi migliori così da poter invitare un maggior numero di persone al ricevimento.
Di fatto le nuove regole mettono un freno ai matrimoni, mentre cerimonie come battesimi e comunioni - dove solitamente il numero degli invitati è più basso - non dovrebbero avere particolari problemi. Chi ha già programmato le nozze per i prossimi mesi, perché magari le aveva già rinviate causa il blocco delle cerimonie imposto durante il lockdown, si trova di fronte al dubbio di decidere se annullarle oppure se ridurre il numero di invitati accettando di fare una cerimonia ristretta.
A tal proposito, durante l’incontro che Giuseppe Conte ha avuto con le Regioni poco prima dell’approvazione del nuovo DPCM è emersa una criticità che verrà discussa con urgenza nei prossimi giorni: cosa fare per quei matrimoni già programmati che sono stati annullati causa restrizioni introdotte per far fronte al COVID-19?
Matrimoni: il nuovo DPCM rischia di farli saltare
Alla luce della risalita dei contagi il Governo non poteva fare altro che limitare le occasioni di contagio. Per questo motivo ha dovuto nuovamente mettere un freno alle cerimonie, non bloccandole del tutto ma imponendo un limite massimo di invitati (30).
Una restrizione che porterà molte coppie a rinviare la data delle nozze, fissandola ad esempio nella primavera del 2021 quando si spera questa situazione di crisi sanitaria sia rientrata. Annullare le nozze, però, potrebbe avere un costo troppo alto per le famiglie: d’altronde, come chi ha organizzato un matrimonio saprà, ogni servizio va bloccato tramite il pagamento di una caparra, dal ristorante ai musicisti che suoneranno durante la cerimonia.
La restituzione della caparra è una possibilità, in quanto scatta l’impossibilità sopravvenuta, ma il Governo vuole evitare che quanto deciso per contrastare la diffusione del coronavirus possa ripercuotersi sugli esercenti, già messi in crisi dal lockdown.
Matrimoni annullati causa COVID-19: il Governo rimborsa le coppie?
Per questo motivo, come chiesto dal Governatore della Liguria, Giovanni Toti, bisogna riflettere sulla possibilità di prevedere una clausola di salvaguardia. D’altronde, come ricordato da Toti, “i matrimoni sono feste che si organizzano con grande anticipo, dev’esserci una clausola di salvaguardia che consenta sia alle persone di recuperare i soldi che hanno anticipato, sia ai locali e ai musicisti di avere un risarcimento, su questo abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo urgentissimo con il governo”.
Sarebbe opportuno, quindi, prevedere un fondo pubblico da cui attingere per rimborsare questo tipo di spese; Governo e Regioni hanno promesso di riparlarne a breve, così da decidere se questa potrebbe essere la soluzione migliore per rispondere alle esigenze di tutti coloro che verranno penalizzati dalle nuove regole introdotte per le cerimonie.
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