Matrimonio d’urgenza, cos’è e a cosa serve

Ilena D’Errico

3 Novembre 2024 - 00:05

Ecco cosa prevede la legge sul matrimonio d’urgenza, quando è concesso e a cosa serve.

Matrimonio d’urgenza, cos’è e a cosa serve

Il matrimonio d’urgenza è un istituto poco conosciuto dalla maggior parte dei cittadini, suscitando molto interesse nel pubblico quando riguarda dei casi mediatici. In questi giorni si parla spesso della causa tra il Comune di Milano e una donna, che aveva appunto richiesto il matrimonio urgente in ragione delle critiche condizioni di salute del partner. Quest’ultimo è deceduto prima della celebrazione delle nozze, circostanza che la ricorrente attribuisce al tardivo riscontro dell’amministrazione.

Di fatto, il tribunale di Milano ha confermato la responsabilità dell’ente, che dovrà pagare alla donna un risarcimento del danno morale per 15.000 euro, mentre deve ancora essere quantificato il danno patrimoniale, soprattutto in ottica della perduta pensione di reversibilità. Il Comune di Milano è pronto a opporsi alla sentenza, negando ogni responsabilità in quanto ha risposto per tempo, seppur senza posta elettronica certificata, alla richiesta della ricorrente.

Si porta quindi l’attenzione pubblica sul matrimonio d’urgenza, come è accaduto anche con le nozze di Michela Murgia a luglio 2023. La scrittrice si è appunto affidata a questo istituto in occasione del peggioramento delle sue condizioni di salute, al fine di assicurare a sé e al compagno il godimento dei reciproci diritti riservati ai coniugi, morendo poi circa un mese dopo.

Non a tutti è però chiaro il funzionamento di questo tipo di matrimonio né, soprattutto, a che cosa serve. Vediamo quindi cosa prevede il Codice civile.

Cos’è il matrimonio d’urgenza

La normativa non parla esattamente di “matrimonio d’urgenza”, un’espressione che arriva dal parlare comune per sintetizzare in maniera efficace il concetto. In particolare, l’articolo 101 del Codice civile si intitola Matrimonio in imminente pericolo di vita e disciplina appunto il rito civile quando uno dei coniugi (eventualmente entrambi) rischierebbero di perdere la possibilità di sposarsi attenendo i tempi consueti, a causa delle critiche condizioni di salute.

Secondo la legge, in questi casi l’ufficiale di stato civile può celebrare le nozze senza pubblicazioni e senza assenso laddove previsto, a patto che gli sposi dichiarino l’assenza di impedimenti al matrimonio e comprovino il pericolo imminente di vita. L’ufficiale di stato civile è infatti tenuto a dichiarare nell’atto di matrimonio le modalità con cui ha accertato la condizione.

Si tratta di matrimoni che in caso di ritardi potrebbero non essere celebrati, ledendo così i diritti della coppia. Per questo motivo quando viene appurata l’urgenza il matrimonio viene celebrato rapidamente, lasciando eventuali opposizioni a un secondo momento. Il matrimonio non può però essere celebrato in questo modo quando l’ufficiale di stato civile ha valide ragioni per ritenere vera l’esistenza di impedimenti legali alle nozze, che deve quanto meno accertare.

Questo istituto si differenzia dal matrimonio per procura, che permette a due persone di convogliare a nozze nonostante la distanza. Il matrimonio per procura è riservato a casi altrettanto particolari, nel dettaglio al personale delle Forze Armate in tempo di guerra (con disposizioni dedicate) e ai futuri coniugi residenti in Paesi diversi, a patto che ne sussistano gravi motivi nello Stato estero. Grazie alla procura, uno dei coniugi è rappresentato nell’atto da un’altra persona, opzione di norma non ammessa per azioni tanto personali.

A cosa serve

Il matrimonio d’urgenza serve a permettere alla coppia di sposarsi prima che sia troppo tardi. Questo istituto risponde così a diverse esigenze, innanzitutto quelle morali e affettive, costituzionalmente garantite, ma anche quelle pratiche. Il matrimonio garantisce infatti alcuni diritti reciproci, consentendo per esempio al coniuge superstite di accedere all’eredità e di percepire la pensione di reversibilità. Oltretutto, per i figli nati nel matrimonio opera la presunzione di paternità. Quando la nascita avviene prima di 180 giorni dalla celebrazione, la presunzione opera soltanto se i coniugi (o il figlio stesso in futuro) non dichiarano il disconoscimento.

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