In occasione delle celebrazioni per la festa dei lavoratori le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Sarà il lavoro a portare fuori il Paese da questa emergenza”
Sarà il lavoro a “portare il Paese fuori da questa emergenza”. Parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni per il primo maggio, festa dei lavoratori.
Ricorrenza che per Mattarella afferma la fiducia nel futuro, considerato che “la repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro e sarà il lavoro a portare fuori il Paese da questa emergenza”.
Il presidente ha inoltre citato il Recovery Plan, che - ha evidenziato - punta a “unire gli sforzi di tutti” e garantire a tutti un passo in avanti:
“La battaglia per il lavoro è una battaglia che deve unire gli sforzi di tutti ed è questa l’ambizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
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#Mattarella: Senza #lavoro buono e dignitoso per tutti non ci sarà neppure la ripresa che vogliamo. Sarà il lavoro a portare il Paese fuori da questa emergenza, perché è la condizione e il motore della ripartenza, della ricostruzione, della rinascita pic.twitter.com/KUQUNhH7iy
— Quirinale (@Quirinale) May 1, 2021
Mattarella celebra primo maggio: “Lavoro ci porterà fuori da emergenza”
Nel suo discorso al Quirinale, Mattarella ha parlato di quello odierno come di un primo maggio “diverso dal solito”, sottolineando però come la ripartenza a seguito della pandemia debba basarsi sempre sul lavoro:
“La Repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro. Senza lavoro buono e dignitoso per tutti non ci sarà neppure la ripresa che vogliamo. Sarà il lavoro a portare il Paese fuori da questa emergenza, perché il lavoro è motore della rinascita”.
“La Repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro. Senza lavoro buono e dignitoso per tutti non ci sarà neppure la ripresa che vogliamo. Sarà il lavoro a portare il Paese fuori da questa emergenza, perché il lavoro è motore della rinascita”.
Ha quindi inserito in questo quadro il Recovery Plan e l’occasione per il Paese di “dare avvio a una stagione di crescita” e riparare agli errori e alle arretratezze del passato.
Risuonano anche le sue parole relative a morti sul lavoro e alla maggiore crisi mostrata dall’occupazione femminile nel periodo della pandemia, così come quelle dedicate allo sfruttamento dei lavoratori immigrati:
“Ci sono ancora troppi morti a causa di norme eluse e violate e molto pesante è stato l’impatto della crisi sul lavoro femminile: in questi mesi il quadro dell’occupazione femminile è diventato ancora più fragile, ma la sua crescita è una condizione essenziale per una vera ripartenza dell’Italia. [...] Non sono tollerabili sfruttamento e violenza nei confronti dei lavoratori immigrati, che contribuiscono al benessere della nostra comunità e non si può consentire che vivano in condizioni non compatibili con la dignità delle persone”.
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