Meloni ha criticato Macron per la cena “inopportuna” con Zelensky e Scholz alla quale non è stata invitata: intanto Francia e Germania continuano a dettare legge in Europa.
Che tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron non ci fosse un gran feeling è cosa nota fin da quando, pochi giorni dopo la nascita del governo di centrodestra, tra i due è scoppiata una crisi diplomatica per la vicenda dei migranti.
In questi mesi però la frattura tra Palazzo Chigi e l’Eliseo non sembrerebbe essersi sanata anzi, visti gli ultimi sviluppi dei nostri rapporti con i cugini d’Oltralpe, la situazione se possibile sembrerebbe essere peggiorata.
Ultimo casus belli è stata la cena parigina chez Macron alla quale hanno preso parte il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con Giorgia Meloni non invitata al pari di Giancarlo Giorgetti che, nei giorni scorsi, non è stato chiamato dai ministri dell’Economia di Francia e Germania quando i due si sono recati Oltreoceano per parlare delle politiche economiche americane per il contenimento dell’inflazione.
“ Macron è stato inopportuno sull’invito a Zelensky : la nostra forza deve essere l’unità - ha dichiarato Giorgia Meloni appena arrivata a Bruxelles per il Consiglio europeo -. Capisco le questioni di politica interna e la volontà di privilegiare le proprie opinioni pubbliche, ma ci sono dei momenti nei quali privilegiare la propria opinione pubblica interna rischia di andare a discapito della causa”.
Un attacco piccato quello rivolto da Meloni a Macron che fa la spia come in Europa l’Italia ormai sia stata messa all’angolo da Francia e Germania, con l’asse Parigi-Berlino che appare ben saldo specie quando si tratta di salvaguardare le rispettive economie nazionali.
Meloni attacca Macron ma l’Italia è all’angolo
L’esclusione di Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti rispettivamente dalla cena di Parigi con Volodymyr Zelensky e dal viaggio franco-tedesco a Washington, è la perfetta immagine di una Italia che fatica a imporsi come un credibile interlocutore nelle più importanti - e delicate - discussioni economiche e geopolitiche internazionali.
Anche in Europa fatichiamo ad avere un ruolo da protagonista: pure con il nuovo governo il pallino del gioco sembrerebbe essere sempre ben saldo nelle mani di Macron e Scholz, il tutto aspettando le elezioni europee del prossimo anno.
Emblematico a riguardo è quanto riportato da Europa Today: “Sui 540 miliardi di euro di aiuti alle imprese autorizzati da Bruxelles fino allo scorso 31 dicembre, l’80% è andato ad aziende francesi e tedesche, mentre quelle italiane si sono dovute accontentare di meno del 5%”.
Giorgia Meloni così al Consiglio europeo tornerà a insistere per il Fondo per la sovranità europea per rispondere ai 370 miliardi di dollari messi in campo da Joe Biden per l’industria americana, ma del possibile Recovery bis a Bruxelles già hanno fatto sapere che se ne riparlerà in estate vista l’opposizione dei frugali.
A questo punto per l’Italia l’unica speranza è quella di strappare più flessibilità per il nostro Pnrr, magra e ipotetica consolazione per chi in campagna elettorale dichiarava che la “pacchia è finita” per l’Europa con il ritorno del centrodestra al governo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA