Meloni pronta alle elezioni anticipate? Perché in Italia si potrebbe tornare al voto

Alessandro Cipolla

04/07/2024

Giorgia Meloni per La Repubblica sarebbe tentata di andare al voto anticipato per mettere le mani sul Quirinale: in Italia rischiamo di dover tornare alle urne per le elezioni politiche?

Meloni pronta alle elezioni anticipate? Perché in Italia si potrebbe tornare al voto

Giorgia Meloni sta pensando a delle elezioni anticipate in Italia? Nel giorno in cui con anticipo si sono aperte le urne nel Regno Unito e domenica prossima, sempre prima del previsto, si terranno i ballottaggi delle legislative in Francia, ecco che La Repubblica ha sganciato la “bomba” anche in merito al nostro Paese.

Al centro di tutto ci sarebbero i pensieri e le inquietudini di Giorgia Meloni, la premier che alle ultime europee ha spinto Fratelli d’Italia fino al 28,8% senza però avere molto da festeggiare se non per l’ennesimo trionfo personale.

L’Italia è sotto procedura di infrazione per debito eccessivo e le prossime manovre dovranno essere per forza “lacrime e sangue”, gli alleati sono in fermento a causa dell’attivismo di Matteo Salvini e Marina Berlusconi, in Europa è stata messa di nuovo all’angolo continuando a essere esclusa dai tavoli che contano e, per ultimo, il presidente Sergio Mattarella le ha riservato un’autentica picconata sulla questione del presidenzialismo.

Non trasformare il diritto della maggioranza a governare in un assolutismo della maggioranza - ha dichiarato Mattarella da Trieste -; bisogna rimanere coscienti dei propri limiti nell’esercizio del potere: il dovere di governare non può mai significare una restrizione dei diritti da parte della maggioranza nei confronti della minoranza”.

Allora ecco la tentazione delle elezioni politiche anticipate: una soluzione che permetterebbe a Giorgia Meloni di incassare un nuovo mandato popolare, per poi poter mettere le mani sul Colle o con una riforma del presidenzialismo oppure, nel 2029, eleggendo un presidente della Repubblica a lei gradito.

Meloni e la tentazione delle elezioni anticipate

Giorgia Meloni durante l’ultima campagna elettorale per le politiche ha inserito nel suo programma elettorale la riforma del presidenzialismo, ovvero l’elezione diretta del presidente della Repubblica che assumerebbe maggiori poteri un po’ come avviene in Francia.

Una volta arrivata a Palazzo Chigi però ha dovuto ripiegare sul premierato, una riforma abbastanza pasticciata che prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio anche se è ignoto attraverso quale legge elettorale.

Stando ai sondaggi un eventuale referendum sul premierato si giocherebbe sul filo di lana, ma un’eventuale sconfitta potrebbe decretare l’inizio del declino politico di Meloni e al tempo stesso ricompattare le opposizioni che, se unite e con un decente programma politico, potrebbero insidiare alle urne il centrodestra.

Il governo può contare su una grancassa mediatica senza precedenti e le elezioni europee hanno confermato che la maggioranza a livello di voti è solida. I prossimi anni però saranno molto difficili per l’Italia, visto che non potremo più ricorrere al deficit con l’obbligo di mettere in campo almeno 10 miliardi di tagli alla spesa all’anno per il prossimo settenario. Le riforme tanto sbandierate, dalle pensioni al fisco, di conseguenza non potranno essere realizzate e la parola d’ordine per l’Italia sarà austerità.

In più c’è Matteo Salvini che continua a fare il bastian contrario e in Europa sarebbe pronto ad aderire al gruppo di Viktor Orban, considerato come una sorta di serpe putiniana in seno all’Ue, mentre Marina Berlusconi con le sue recenti dichiarazioni sembrerebbe aver dettato la linea al partito: basta appiattirsi sulle posizioni della destra, con Forza Italia che subito ha rilanciato alcune battaglie liberali specie sul tema dei diritti civili.

Lo scenario di conseguenza non è dei migliori per Giorgia Meloni, con la premier che sarebbe tentata secondo La Repubblica di imboccare la strada delle elezioni anticipate - prima dello scontato referendum sul premierato - per ottenere un nuovo mandato popolare che le possa permettere di realizzare la sua vera grande riforma: il presidenzialismo.

Meloni e il piano per il Quirinale

Le parole di Sergio Mattarella sui “limiti nell’esercizio del potere” potrebbero aver fatto scattare un campanello d’allarme a Palazo Chigi, con Giorgia Meloni che rischia di passare i prossimi anni del suo mandato a dover fare i conti con i tagli draconiani alla spesa pubblica, i capricci degli alleati e una probabile onta della bocciatura del referendum sul premierato.

Quando nel 2027 l’Italia tornerà al voto per le politiche ecco che potrebbe palesarsi di nuovo una sorta di regola della seconda Repubblica: la maggioranza uscente mai ha vinto le elezioni seguenti. Nel 2029 così sarebbe un Parlamento non in mano al centrodestra a eleggere il prossimo presidente della Repubblica.

Giorgia Meloni avrebbe un unico modo per evitare questo scenario: le elezioni anticipate. Una nuova vittoria le permetterebbe di poter imporre alle Camere il presidenzialismo e, se dovesse andare male con il referendum, nel 2029 scatterebbe il piano B con l’elezione di un presidente della Repubblica di destra.

Tutte fantasie politiche queste? Può anche darsi, resta il fatto però che senza un colpo di coda Giorgia Meloni rischia di bruciarsi politicamente come successo a Matteo Renzi, un leader capace di portare il Pd fino al 40% alle europee del 2014 e, dieci anni più tardi, incapace di superare la soglia di sbarramento nonostante il tandem con +Europa.

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