Meno tasse e più agevolazioni fiscali per gli smart workers all’estero: spiccano le proposte di Grecia e Croazia, ma anche Estonia e Spagna. Vediamo in cosa consistono i vantaggi fiscali offerti ai digital nomads e agli imprenditori digitali, e cosa invece propone l’Italia.
Meno tasse e più agevolazioni fiscali per lavorare all’estero in smart working: la pandemia ha cambiato le regole della presenza in ufficio, e i Paesi esteri fanno a gara ad accaparrarsi i cosiddetti “nomadi digitali”.
Gli smart workers sono sempre di più a causa delle esigenze di distanziamento sociale: gli uffici si svuotano e in molti non hanno più bisogno di vivere nella stessa città in cui lavorano.
In questo contesto si inseriscono le “proposte fiscali” di Paesi come Grecia e Spagna, ma anche di paradisi tropicali come le isole Barbados, Bermuda e Mauritius.
Meno tasse e più agevolazioni per lavorare in smart working all’estero: ecco dove
È iniziata la “guerra” a colpi di agevolazioni fiscali per accaparrarsi smart workers, imprenditori digitali e digital nomads da parte dei Paesi esteri.
La sfida è quella di assicurarsi non solo i lavoratori in smart working, ma i loro redditi, offrendo loro delle condizioni fiscali particolarmente conveniente.
Il Sole 24 Ore le ha riassunte in una tabella che riproponiamo di seguito:
PAESE | AGEVOLAZIONI FISCALI SPECIALI | SALARIO MINIMO RICHIESTO |
---|---|---|
Grecia | Riduzione del 50% | Nessun limite |
Dubai | Esenzione totale persone fisiche | 5.000 dollari/mese |
Croazia | Esenzione redditi da lavoro | 2.130 euro/mese |
Spagna | Normale tassazione | 26.000 euro/anno |
Estonia | Normale tassazione | 3.504 euro/mese |
Bermuda | Esenzione totale persone fisiche | Nessun limite |
Mauritius | Normale tassazione | 1.500 dollari/mese |
Antigua e Barbuda | Normale tassazione | 50.000 dollari/anno |
Barbados | Normale tassazione | 50.000 dollari/anno |
Costa Rica | Normale tassazione | 2.500 dollari/mese |
Dalla tabella appare evidente che la Grecia è tra i Paese in questo momento più convenienti in Europa, visto che dimezza le tasse: il bonus è riservato a chi negli ultimi 7 anni non è stato residente fiscalmente in terra ellenica.
La speranza è quella di riportare in patria una parte degli 800.000 greci che tra il 2009 e il 2019 sono andati via a causa della crisi economica, approfittando anche del fatto che ormai la Gran Bretagna è fuori dall’UE.
Dal clima un po’ diverso ma all’avanguardia dal punto di vista tecnologico è l’Estonia, che ha lanciato un nuovo visto digitale per i remote workers che lavorano per un’impresa registrata all’estero (o di essere freelance o imprenditori digitali), con una soglia minima di reddito di 3.504 euro lordi al mese.
Meno tasse e più agevolazioni in smart working all’estero: e in Italia?
Già dallo scorso anno l’Italia ha migliorato la situazione fiscale per i lavoratori impatriati, cioè quelli che trasferiscono nel Belpaese la residenza fiscale.
Per questa categoria, la percentuale di reddito esentasse è passata dal 50% al 70%. Il vantaggio fiscale aumenta nelle regioni del centro-sud, quindi in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia.
Il “bonus” dura 5 anni, con la possibilità di chiedere la proroga per altri 5, a condizione che il soggetto abbia una società italiana o che lavori per un’impresa italiana.
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