Meno tasse e più agevolazioni per lavorare in smart working all’estero: ecco dove

Rosaria Imparato

9 Marzo 2021 - 17:33

Meno tasse e più agevolazioni fiscali per gli smart workers all’estero: spiccano le proposte di Grecia e Croazia, ma anche Estonia e Spagna. Vediamo in cosa consistono i vantaggi fiscali offerti ai digital nomads e agli imprenditori digitali, e cosa invece propone l’Italia.

Meno tasse e più agevolazioni per lavorare in smart working all’estero: ecco dove

Meno tasse e più agevolazioni fiscali per lavorare all’estero in smart working: la pandemia ha cambiato le regole della presenza in ufficio, e i Paesi esteri fanno a gara ad accaparrarsi i cosiddetti “nomadi digitali”.

Gli smart workers sono sempre di più a causa delle esigenze di distanziamento sociale: gli uffici si svuotano e in molti non hanno più bisogno di vivere nella stessa città in cui lavorano.

In questo contesto si inseriscono le “proposte fiscali” di Paesi come Grecia e Spagna, ma anche di paradisi tropicali come le isole Barbados, Bermuda e Mauritius.

Meno tasse e più agevolazioni per lavorare in smart working all’estero: ecco dove

È iniziata la “guerra” a colpi di agevolazioni fiscali per accaparrarsi smart workers, imprenditori digitali e digital nomads da parte dei Paesi esteri.

La sfida è quella di assicurarsi non solo i lavoratori in smart working, ma i loro redditi, offrendo loro delle condizioni fiscali particolarmente conveniente.

Il Sole 24 Ore le ha riassunte in una tabella che riproponiamo di seguito:

PAESEAGEVOLAZIONI FISCALI SPECIALISALARIO MINIMO RICHIESTO
Grecia Riduzione del 50% Nessun limite
Dubai Esenzione totale persone fisiche 5.000 dollari/mese
Croazia Esenzione redditi da lavoro 2.130 euro/mese
Spagna Normale tassazione 26.000 euro/anno
Estonia Normale tassazione 3.504 euro/mese
Bermuda Esenzione totale persone fisiche Nessun limite
Mauritius Normale tassazione 1.500 dollari/mese
Antigua e Barbuda Normale tassazione 50.000 dollari/anno
Barbados Normale tassazione 50.000 dollari/anno
Costa Rica Normale tassazione 2.500 dollari/mese

Dalla tabella appare evidente che la Grecia è tra i Paese in questo momento più convenienti in Europa, visto che dimezza le tasse: il bonus è riservato a chi negli ultimi 7 anni non è stato residente fiscalmente in terra ellenica.

La speranza è quella di riportare in patria una parte degli 800.000 greci che tra il 2009 e il 2019 sono andati via a causa della crisi economica, approfittando anche del fatto che ormai la Gran Bretagna è fuori dall’UE.

Dal clima un po’ diverso ma all’avanguardia dal punto di vista tecnologico è l’Estonia, che ha lanciato un nuovo visto digitale per i remote workers che lavorano per un’impresa registrata all’estero (o di essere freelance o imprenditori digitali), con una soglia minima di reddito di 3.504 euro lordi al mese.

Meno tasse e più agevolazioni in smart working all’estero: e in Italia?

Già dallo scorso anno l’Italia ha migliorato la situazione fiscale per i lavoratori impatriati, cioè quelli che trasferiscono nel Belpaese la residenza fiscale.

Per questa categoria, la percentuale di reddito esentasse è passata dal 50% al 70%. Il vantaggio fiscale aumenta nelle regioni del centro-sud, quindi in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia.

Il “bonus” dura 5 anni, con la possibilità di chiedere la proroga per altri 5, a condizione che il soggetto abbia una società italiana o che lavori per un’impresa italiana.

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