Mercati azionari 2025, una partenza negativa che non lascia dubbi per il futuro

Stefano Masa

13 Gennaio 2025 - 12:37

I listini azionari internazionali vivranno di una ritrovata incertezza. Oggi, però, il primo ostacolo da superare è rappresentato dai loro stessi prezzi: la media mobile a 25 osservazioni settimanali

Mercati azionari 2025, una partenza negativa che non lascia dubbi per il futuro

Incertezza. Questa potrebbe essere la parola d’ordine del nuovo anno. L’ottava che ci lasciamo alle spalle sembra poter sintetizzare il prossimo futuro di questo 2025.

È bastato il recente dato sull’occupazione a stelle e strisce per poter “giustificare” il calo dei mercati azionari internazionali. Ovviamente, le variabili alle quali si dovrà fare attenzione lungo l’interno cammino appena iniziato saranno molte, ma, il solo “fattore Fed”, incorpora numerose aspettative che, oggi, non trovano d’accordo l’intera platea degli investitori.

Per il momento sembra poter bastare solo questo elemento di plausibile fragilità a decretare un anno 2025 all’insegna di una sempre più accantonata incertezza poiché oscurata dai fin troppo generosi rendimenti conseguiti. Il mercato azionario ha dato moltissimo e, a questo, non troppi osservatori credono si possa nuovamente replicare. Il trascorre delle settimane emetterà numerosi verdetti che, oggi, sommariamente, potremmo etichettare quali sinonimo di ulteriore “alto rischio”.

Mercato azionario: prossimo ad un punto di svolta

Il principale benchmark MSCI World Usd rappresentativo dell’asset class equity capitola nuovamente in territorio negativo. L’ottava che si è conclusa, infatti, registra un saldo finale inferiore alla parità di oltre due punti percentuali (-2,52%) che, se raffrontato alla performance da inizio anno, vede un complessivo valore YTD (year to date) pari al -2,05%.

Tecnicamente, le attuali quotazioni si trovano a dover affrontare un importante momentum di mercato poiché, il loro livello, coincide con il transito della media mobile a 25 osservazioni su base weekly a quota 3.682,65 punti. Se, di fatto, su base daily i prezzi hanno già violato quest’ultimo indicatore (a 3.758,74 punti corrisponde l’area ormai oltrepassata), il dato settimanale, fino ad ora, sembra poter rappresentare un primo supporto dinamico in ottica di brevissimo termine.

Indice MSCI WORLD USD Indice MSCI WORLD USD con Pivot Point e Raff Regression Channel (base dati settimanali)

Se contestualizzato all’intero palinsesto algoritmico (fortemente in sell signal), l’immediato futuro, appare alquanto compromesso ovvero orientato al ribasso con prima ipotesi di approdo in corrispondenza di soglia 3.617,63 punti. Solo il ritorno delle quotazioni al di sopra di quota 3.798,38 punti potrebbe scongiurare il precedente scenario che, come detto, sembra poter essere il più concreto.

Paesi emergenti: è forse ancora presto

Anche la componente azionaria riconducibile ai cosiddetti Paesi Emergenti non vive un buon momento. Anzi, a ben vedere, questa tendenza ribassista oltre a caratterizzarne l’ultima parte del 2024 potrebbe ulteriormente aggravare la propria consistenza (in negativo) con target di prezzo notevolmente inferiore agli attuali.

Osservando, infatti, il benchmark MSCI Emerging Market, dagli attuali livelli (area 1.057 punti) si può facilmente azzardare (anticipandolo) un approdo in coincidenza con la soglia psicologica dei 1.000 punti. Oggettivamente, questo “azzardo”, trova potenzialità attraverso l’analisi algoritmica che, al momento, non evidenza alcun cenno di ripresa (in forte sell signal) su entrambe le tipologie di indicatori impiegati (leading e lagging). Un plausibile rilancio rialzista potrebbe giungere in caso di ritorno delle quotazioni al di sopra di soglia 1.082,5 punti che, se concretizzato attraverso una chiusura weekly, comporterebbe un potenziale allungo in direzione di area 1.110,25.

Vecchio continente: una fotocopia del resto del mondo

Al pari del sopracitato benchmark MSCI World Usd, anche il maggior rappresentante del Vecchio continente azionario, sconta la medesima impostazione tecnica. Dal monitoraggio dell’indice Stoxx Europe 600, infatti, la stessa media mobile calcolata a 25 osservazioni su base weekly incontra (e per ora respinge) le recenti quotazioni: quest’ultima, di passaggio a quota 512,762 punti, può idealmente rappresentare un primo bivio per il futuro dell’indice europeo. Guardando alla dinamica di come e quanto si è evoluta la stessa media mobile, appare evidente, una persistente lateralità con iniziale decrescita nell’ultima parte (ovvero tra novembre e dicembre 2024).

Indice STOXX EUROPE 600 Indice STOXX EUROPE 600 con Pivot Point e Raff Regression Channel (base dati settimanali)

Nonostante il “calo grafico” possa considerarsi minimale, oggettivamente, però, questa linea di tendenza ha sempre coinciso al pari di una importante bussola per il mercato di riferimento. Pertanto, con uno sguardo attento alla storia, la violazione di questa significativa soglia può certamente individuare un punto di svolta (in questo caso negativo) in ottica futura. A confutare quest’ultima ipotesi sarà necessario un nuovo upside dei prezzi ben oltre la soglia dei 520 punti che, ad oggi, appare la resistenza di maggior impatto soprattutto sul versante di brevissimo termine. Viceversa, un ennesimo ritorno delle quotazioni in area 502,25 punti, comporterebbe inevitabilmente un ulteriore downside con potenziale traguardo in corrispondenza del supporto dinamico posto a quota 497,78 punti.

Asia/Pacifico: ancora presto per l’harakiri?

Nell’area Asia/Pacifico il listino nipponico Nikkey 225 non si allontana dalla propria lateralità che lo vede gravitare da oltre tre mesi. La soglia psicologica dei 40.000 punti pur avendo vissuto una serie di violazioni al rialzo, attualmente, può essere (ancora) considerata la principale soglia di potenziale obiettivo in sede rialzista: un suo superamento, infatti, comporterebbe (l’ennesimo) allungo con rosee aspirazioni in direzione di quota 41.250 punti.

Indice NIKKEY 225 Indice NIKKEY 225 con Pivot Point e Raff Regression Channel (base dati settimanali)

A poter negare quest’ultima ipotesi, anche su questo indice, è sempre presente il significativo peso del transito della media mobile a 25 osservazioni su base settimanale che, oggi, vede un livello corrispondente a soglia 38.346 punti. Monitorando l’intero basket algoritmico risulta evidente la lateralità dei più reattivi leading indicators che, seppure in territorio negativo (pochi neutral ma molti sell signal), potrebbe subire una inversione positiva con conseguente ritorno all’acquisto: quest’ultimo, in chiave di price entry, vedrebbe un ingresso mediante il superamento di area 39.875 punti. Da temere, invece, un eventuale downside inferiore a 38.850 punti che, se realizzato, vedrebbe un’immediata discesa inferiore al transito della citata media mobile.

2025: iniziare con calma e senza alcuna fretta

Da quanto rilevato, il comun denominatore che caratterizzerà le prossime sedute può essere sintetizzato con il transito della media mobile a 25 osservazioni su base weekly: una sua violazione al ribasso decreterebbe una complessiva e globale flessione sull’intera asset class azionaria con serie ripercussioni sia in ottica di breve termine che, guardando oltre, in ambito di posizionamento long in capo alla consueta fase di riassetto (di inizio anno) dei portafogli di investimento. Attendere qualche giornata all’insegna del monitoraggio dell’importante indicatore potrebbe essere la prima mossa del nuovo anno.

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.