In un contesto di mercato caratterizzato da una negatività sempre più accentuata, sembra difficile pensare alla possibilità di un nuovo rally degli azionari. Vediamo alcuni fattori che potrebbero permetterlo
A dispetto degli ultimi rialzi sui mercati azionari, l’incertezza degli operatori resta elevata. L’inversione della curva dei tassi statunitense (sulla parte a 2 e 10 anni), i negoziati in bilico tra Usa e Cina sul fronte commerciale il rallentamento economico che si evidenzia nei dati macroeconomici sono fattori che spengono l’ottimismo degli investitori.
Questo è testimoniato dalle quotazioni dei principali indici globali, ancora distanti dai massimi raggiunti nel corso del 2019 e soprattutto dall’ascesa degli asset rifugio.
In tale contesto, sembra difficile immaginare un nuovo rally sui mercati, ma non è impossibile. Vediamo i motivi.
*Il 74% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore. È necessario valutare se si può sostenere il rischio elevato di perdere il capitale investito.Cosa potrebbe scatenare un altro rally sui mercati?
1) Il miglioramento del quadro macroeconomico
Uno dei fattori che potrebbe sostenere le quotazioni dei mercati nei prossimi mesi potrebbe essere proprio il miglioramento del quadro macroeconomico. Gli ultimi dati pubblicati sono negativi: l’ultima rilevazione dell’indice IFO in Germania ha raggiunto i minimi dal 2012 (95,7 punti), l’indice ISM Usa è arrivato a 51,2 punti in agosto (livello vicino alla soglia psicologica dei 50 punti), e il tasso di crescita delle importazioni cinesi è passato dal +27% del 2018 allo 0% attuale.
Se da un lato questi valori esprimono un deterioramento, ce ne sono altri che evidenziano una situazione diversa. Per fare un esempio, l’indice CFAI statunitense è ancora su valori che indicano un’espansione, e le stime del Pil americano del terzo trimestre 2019 si aggirano ancora intorno ad un +2%.
Un miglioramento delle condizioni potrebbe anche arrivare dalla Federal Reserve, che dovrebbe mantenere un atteggiamento accomodante, beneficiando principalmente aree come quella del consumo dei beni durevoli, quella immobiliare e quella degli investimenti.
Per quanto riguarda la Cina invece, il Governo e la Banca centrale del Dragone hanno ampio margine di manovra, mentre in Europa la situazione potrebbe essere sostenuta dalla stabilizzazione delle importazioni cinesi e dalle manovre della BCE.
2) La distensione dei rapporti commerciali tra Usa e Cina
Un altro elemento che potrebbe scatenare nuovi acquisti sui mercati è dato dalla potenziale diminuzione delle tensioni commerciali tra Usa e Cina. In questo senso, si deve considerare che c’è un limite alla svalutazione dello Yuan da parte del colosso asiatico, in quanto un eccessivo deprezzamento della valuta causerebbe deflussi di capitali dal Paese e un incremento del debito in dollari delle stesse aziende cinesi.
Sul fronte americano l’attuale Presidente, Donald Trump, non può permettersi di arrivare alle elezioni presidenziali del 2020 con un’economia debole o peggio, in recessione. Per questo motivo il tycoon potrebbe cercare di smorzare le tensioni commerciali, le quali indeboliscono gli stessi consumatori americani.
3) L’atteggiamento ultra-accomodante delle Banche centrali
La staticità dell’inflazione è un problema per le Banche centrali, la maggior parte delle quali ha un obiettivo di inflazione a lungo termine intorno al 2%. Per gli investitori invece, questa è una buona notizia, in quanto sanno di poter godere di un costante appoggio dagli istituti centrali. In un contesto nel quale gli atteggiamenti delle BC dovrebbe rimanere ultra-accomodante, il recente ribasso dei mercati potrebbe essere considerato come un’occasione per acquistare azioni a prezzi più favorevoli.
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