Lo scenario non semplice per i mercati emergenti rischia di nascondere tutta una serie di opportunità da tenere d’occhio per gli investitori. Vediamo quali
Il differenziale tra la crescita dei mercati emergenti e la crescita delle economie avanzate si allargherà nei prossimi 12-18 mesi.
È questo il pensiero espresso dall’asset manager TCW, che pur notando il periodo per niente semplice degli EM, reduci da un selloff che ha colpito in particolare il debito in valuta locale, osserva una maturità maggiore accompagnata da una minore vulnerabilità per molti dei Paesi di recente industrializzazione.
Questo fa sì che si vengano a creare diverse opportunità di investimento, specie in valuta locale, seppure permangano rischi non di poco conto, su tutti la guerra commerciale.
Mercati emergenti, lo scenario: opportunità vs rischio di conflitti commerciali
In un primo momento, le vendite sul fronte EM erano da ricollegare principalmente all’aumento dei tassi negli Stati Uniti e a un dollaro sempre più forte, circostanza quest’ultima in grado di stremare realtà come la Turchia, che ha una grossa parte di debito denominato in dollari.
Ora però va sottolineato il ruolo primario assunto in questo contesto dalla guerra commerciale.
Secondo TWC - che gestisce una delle più ampie gamme di fondi comuni degli Stati Uniti - è proprio quest’ultima a rappresentare l’ostacolo principale, capace di frenare la panoramica di opportunità dei mercati emergenti. Malgrado un impatto diretto sugli EM giudicato limitato, un’escalation dei conflitti potrebbe arrestare la ripresa della crescita.
Tuttavia, ci sono fattori esterni ai Paesi in discussione che possono agevolare una ripresa dei rendimenti, a partire dall’aumento dell’inflazione salariale dei mercati avanzati a cui si accompagna uno scenario politico più stabile, grazie al venir meno dell’incertezza causata da diverse elezioni, ora concluse.
In più - e si tratta degli elementi di maggior rilevanza secondo l’asset class di Los Angeles - esistono diverse caratteristiche interne agli EM che ne evidenziano una sostanziale inversione di tendenza rispetto al passato, su tutti la minore vulnerabilità, evidenziata da livelli di deficit delle partite correnti e dell’inflazione più bassi e deficit fiscali in miglioramento.
Proprio a questa minore vulnerabilità si collega una capacità di reazione maggiore al rialzo dei tassi USA e rischi in diminuzione per la Cina, malgrado la battaglia a colpi di dazi con Washington.
In più, i recenti dati economici positivi in Europa potrebbero preparare a un ritorno della crescita sincronizzata, che sminuirebbe il peso di un dollaro in rafforzamento e favorirebbe gli EM.
EM: è questo il momento migliore per investire?
Secondo TWC esiste più d’una opportunità al momento sugli EM nel debito in valuta locale, malgrado la volatilità nel breve termine causata dalla guerra commerciale e dalla forza del dollaro.
Tra gli ostacoli, poi, c’è anche la possibile uscita degli Stati Uniti dal WTO, un incremento dell’inflazione USA e un ulteriore aumento della crescita degli States rispetto a tutti gli altri Paesi; circostanze queste che potrebbero mettere sotto pressione i mercati emergenti.
Eppure, il periodo che segue potrebbe rivelarsi prezioso in ottica investimenti secondo l’asset manager:
“Riteniamo che i prossimi mesi saranno volatili, ma per questo potrebbero anche presentare opportunità interessanti per aumentare l’esposizione al rischio. In ogni caso, gli investitori che volessero farlo dovrebbero agire in modo graduale e non in un’unica mossa, in quanto la volatilità proseguirà per un po’ di tempo. In un mercato – quello dei Paesi Emergenti – che include quasi 70 Paesi, la selezione delle security e la differenziazione per Paese rimangono di cruciale importanza”.
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