Epidemia Covid in avanzata, nuovi lockdown e restrizioni in Europa, elezioni USA: tutte le ombre sui mercati di oggi. Mentre Wall Street e borse europee tentennano, la Cina avanza.
Inizia una settimana campale per il mondo, segnata dalle elezioni USA di domani, 3 novembre.
In attesa dei risultati, che potrebbero tardare visto il conteggio dei voti per posta, i mercati fiutano un’aria di incertezza e velato pessimismo.
A pesare sul clima ancora non rasserenato c’è anche la pandemia Covid, in netto peggioramento nei Paesi europei.
Le azioni nelle Borse del vecchio continente dovrebbero aprirsi in territorio negativo oggi, lunedì 2 novembre, mentre l’Asia rimbalza trainata da una Cina in corsa verso la ripresa.
USA e Europa bloccate da Covid e presidenziali
Stando alle stime di IG, il FTSE di Londra aprirà al ribasso di 33 punti a 5.557, il DAX tedesco di 8 punti a 11.563, il CAC 40 francesedi 2 punti a 4.596 e il FTSE MIB italiano di 10 punti a 17.840.
Un lunedì all’insegna, ancora, dell’incertezza generale e pochi segnali di ottimismo per gli investitori.
L’attenzione del mercato è ampiamente incentrata su tutti i dubbi legati al risultato delle elezioni negli Stati Uniti e sugli ultimi sviluppi del coronavirus. I futures sulle azioni statunitensi sono rimasti invariati negli scambi notturni di domenica, a causa delle crescenti preoccupazioni per l’effetto della pandemia sull’economia globale.
Il governo britannico ha annunciato sabato un blocco nazionale per l’Inghilterra, mentre Francia, Germania, Spagna avevano già inasprito le misure. Anche in Italia le disposizioni anti-Covid dovrebbero diventare molto più severe nelle prossime ore.
Ci sono, inoltre, preoccupazioni diffuse sull’esito delle elezioni presidenziali statunitensi di martedì poiché una la contestazione dei risultati potrebbe ritardare lo stimolo fiscale tanto necessario per l’economia statunitense.
Gli analisti sottolineano che i mercati guardano al quarto trimestre e all’inizio del 2021 con molta titubanza. Le prospettive di crescita sembrano offuscate dato il passaggio a misure più rigorose in Europa.
Un calo di -1% della crescita europea, per esempio, farebbe scendere il PIL globale dello 0,5% nei 12 mesi successivi. Resta senza risposta, inoltre, l’interrogativo chiave: per quanto tempo saranno necessarie le misure così restrittive?
Rimbalzo in Asia, spinto dalla Cina
Cambia il vento, invece, in Asia. Le azioni asiatiche sono rimbalzate dai minimi di un mese lunedì 2 novembre, aiutate dall’espansione dell’attività industriale cinese al ritmo più rapido in un decennio.
L’indice MSCI per le azioni Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è salito dello 0,36% e il Nikkei ha registrato un +1,4%.
A trainare le borse al rialzo è stata un’indagine privata che ha mostrato la produzione manifatturiera della Cina in crescita per il sesto mese consecutivo in ottobre. L’indice Caixin / Markit Purchasing Managers’ (PMI) si è attestato a 53,6 per ottobre, superando le stime Reuters a 53,0. Il dato oltre 50 indica espansione.
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