I mercati tornano ad avere paura: segnali cupi da Usa e Cina

Violetta Silvestri

07/12/2022

Non c’è tregua per i mercati, fiutano venti di pessimismo: dalla paura recessione negli Usa fino alle notizie incerte dalla Cina, tra allentamento Covid e crollo economico. Borse virano in rosso.

I mercati tornano ad avere paura: segnali cupi da Usa e Cina

Mercati scossi, di nuovo, dal pessimismo e della paura: dopo una nottata di perdite a Wall Street, anche l’Asia non offre una buona performance azionaria.

I mercati asiatici scivolano, con le speranze di un morbido atterraggio economico negli Stati Uniti che si assottigliano e frena anche l’entusiasmo degli investitori per il grande cambiamento della Cina nella sua dura politica zero-Covid.

Gli avvertimenti delle grandi banche statunitensi su una probabile recessione del prossimo anno hanno spinto l’S&P 500 al ribasso per la quarta sessione consecutiva martedì, fermando un rally che dura da quasi due mesi.

L’Asia, intanto, si appresta a chiudere una sessione in perdita, con i principali indici al ribasso e il tonfo di oltre il 2% di Hong Kong. La conferma di misure meno rigide in Cina, che cerca così di convivere con la pandemia e di rilanciare l’economia, non convincono del tutto. A esse, infatti, si sommano i dati negativi del commercio del dragone, con crollo dell’export e lo scetticismo su quando avverrà la completa apertura di tutto il sistema economico.

In questo quadro di rinnovata preoccupazione per le sorti dell’economia globale, i mercati stanno soffrendo.

Cina e Usa non convincono i mercati: perché le azioni crollano?

Il primo focus degli investitori è sulla Cina. Alle ore 8.28 circa, gli indici Shenzhen e Shanghai sono misti con il primo che guadagna lo 0,19% e il secondo che perde lo 0,40%. Hong Kong crolla del 3% e anche il Nikkei giapponese ha chiuso in calo dello 0,72%.

I segnali dal dragone sono stati contrastanti. L’autorità sanitaria nazionale ha dichiarato che i casi asintomatici e quelli con sintomi lievi possono auto-curarsi in quarantena a casa.

Mentre alcuni dei cambiamenti annunciati hanno fatto eco a simili mosse di allentamento fatte da altri Paesi molti mesi fa, l’annuncio è stato finora il segnale più forte che la Cina sta preparando la sua gente a convivere con la malattia dopo quasi tre anni di restrizioni paralizzanti che hanno colpito l’economia.

La reazione del mercato, tuttavia, è stata attenuata poiché l’attenzione si è spostata sul modo in cui Pechino riuscirà a eseguire il suo cambiamento di politica, soprattutto se i contagi aumentano durante l’inverno. Gli analisti affermano che il percorso verso la completa riapertura dell’economia sarà lungo e accidentato, e non privo di rischi.

In aggiunta all’oscuramento delle prospettive della domanda a livello globale, la Cina all’inizio della giornata ha riportato dati commerciali cupi per novembre, con importazioni ed esportazioni che hanno subito i maggiori cali mensili dal 2020.

Intanto, negli Stati Uniti, le grandi banche si stanno preparando per un peggioramento dell’economia il prossimo anno, mentre l’inflazione e l’aumento dei tassi minacciano la domanda dei consumatori, con i massimi dirigenti di Goldman Sachs, JP Morgan e Bank of America che suonano tutti pessimisti nelle osservazioni di martedì.

“La crescita economica sta rallentando” ha dichiarato David Solomon, CEO di Goldman Sachs. “Quando parlo con i nostri clienti, sembrano estremamente cauti.”

I timori sulla ripesa hanno fatto salire le obbligazioni a più lunga scadenza e hanno aiutato il dollaro USA, valuta rifugio, a mettere in pausa il suo recente arretramento.

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