Inizio 2024 al rialzo per le borse europee, ma le ombre della recessione sono già qui, con gli indici PMI saldamente in contrazione. Ecco cosa aspettarsi nei prossimi mesi.
Mercati Ue: il 2024 parte al rialzo ma la recessione è già iniziata guardando ai dati PMI sul settore manifatturiero elaborati da S&P Global. Le borse europee prolungano il rally del 2023 che ha visto l’indice Stoxx600 salire del 13% e Piazza Affari del 28%.
All’avvio delle negoziazioni, il Ftse Mib è salito di oltre 1 punto percentuale a Milano, superando i 30.500 punti e toccando i massimi dalla primavera del 2008, il DAX 40 +0,4%, l’IBEX 35 +1%. Sulla parità l’AEX di Amsterdam e il CAC 40 di Parigi. Tranne Milano, a metà seduta le borse europee sono scese sotto la parità.
Dietro all’iniziale facciata di ottimismo si profilano alcune preoccupazioni, con l’ombra della recessione che si fa sempre più presente.
Ecco perché è fondamentale analizzare il contesto macroeconomico attuale, con particolare attenzione agli indicatori cruciali che potrebbero delineare il destino economico dell’Europa nel corso del 2024.
Mercati Ue: il 2024 parte al rialzo con banche e petroliferi in testa
L’avvio della prima seduta del 2024 testimonia il fervore dei mercati europei, con Piazza Affari in prima fila grazie alle performance positive delle banche e dei titoli del comparto oil. Nelle prime ore di negoziazione, l’indice Ftse Mib è salito oltre i 30.500 punti, salvo poi arretrare nel corso della seduta azzerando il vantaggio.
I prezzi del petrolio, spinti dalle tensioni in Medio Oriente, fanno brillare titoli come Saipem, Eni e Tenaris.
I bancari, Unicredit, BPER Banca, Banco BPM e Intesa Sanpaolo, ottengono una solida partenza con l’FTSE Italia Banche che segna un +1,2% - riducendo il vantaggio del +2,3% di inizio seduta. A dare fiducia al settore sono le parole del ministro del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, che rafforza l’ipotesi di un consolidamento del sistema bancario nel corso del 2024. “Sono convinto che nel 2024 possa concretizzarsi una soluzione in grado di ridefinire il sistema bancario in un’ottica policentrica”, ha affermato il ministro, sottolineando come “la Cenerentola Mps sia molto più ambita”. Il titolo della banca senese sale del 4%.
Le banche sono protagoniste anche nel resto d’Europa: Commerzbank sale dell’1,5% a fronte di un calo dello 0,5% dell’indice DAX. BBVA sale del 2,6%, Societe Generale del 2,2% e Credit Agricole dell’1,3%.
Segnali di recessione nell’Eurozona: analisi del contesto macroeconomico
Il brusco dietro front degli indici europei riflette un quadro macroeconomico offuscato dai dati sull’industria manifatturiera europea. L’indice PMI di dicembre si attesta a 44,4 punti (dai 44,2 precedenti), sui massimi da 7 mesi ma ancora in territorio di contrazione.
Anche il rapporto della Hamburg Commercial Bank sul PMI suggerisce un’economia europea già in recessione. La prospettiva di una breve e superficiale recessione invernale, emersa da un sondaggio Reuters di dicembre, si scontra con i dati preoccupanti dell’attività manifatturiera, che continua a contrarsi per il diciottesimo mese consecutivo.
La flessione dei nuovi ordini, nonostante un leggero miglioramento, suggerisce che le imprese potrebbero non prevedere una ripresa immediata, evidenziata anche dalla riduzione del personale per il settimo mese consecutivo. Nonostante l’entusiasmo iniziale, sembra che il 2024 possa essere un anno di sfide economiche per l’Unione Europea.
Di seguito gli indici PMI di dicembre:
- Grecia 51,3 massimo da 4 mesi
- Irlanda 48,9 minimo da 2 mesi
- Spagna 46,2 minimo da 2 mesi
- Italia 45,3 massimo da 3 mesi
- Paesi Bassi 44,8 minimo da 2 mesi
- Germania 43,3 (flash: 43,1) massimo da 8 mesi
- Francia 42,1 (flash: 42,0) minimo da 43 mesi
- Austria 42,0 minimo da 2 mesi
“Per quanto riguarda le quattro principali economie della zona euro, la classifica di dicembre in termini di performance del settore manifatturiero ha fatto leggere brutte notizie. La meno brutta è stata la Spagna - qui l’PMI segnala una diminuzione dell’attività economica meno pronunciata rispetto a Italia, la cui industria, a sua volta, si sta contrattando a un ritmo più lento rispetto alla Germania. La Francia chiude la classifica”, si legge in una nota del rapporto di S&P Global.
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