Si avvicina la fine del mercato tutelato del gas e Arera ha definito il regime e le tariffe per chi non avrà effettuato il passaggio al mercato libero. Ma cos’è il mercato tutelato e come funziona?
La fine del mercato tutelato del gas è vicina. È previsto infatti che dall’anno prossimo tutti gli abitanti della penisola saranno passati al mercato libero, al netto di una possibile proroga - auspicata dai sindacati - ma di cui non v’è l’ombra.
Nel Decreto energia approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 25 settembre, infatti, non figura il rinvio della scadenza per il termine del mercato tutelato come invece alcune indiscrezioni avevano anticipato.
In ogni caso la coesistenza del servizio di maggior tutela e il mercato libero è destinata a finire, modificano con ogni probabilità le abitudini delle famiglie in Italia. Infatti, secondo l’ultima relazione annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), nel 2022 la quota delle famiglie che hanno acquistato il gas nel servizio di tutela è scesa al 33,2%, ossia più di un terzo della popolazione.
Ma esattamente cos’è e come funziona il mercato tutelato e quando finisce? Cerchiamo di sciogliere ogni dubbio a riguardo: di seguito tutto quello che serve sapere sul mercato tutelato.
Mercato tutelato gas: cos’è e come funziona
Il mercato italiano per l’energia e il gas si suddivide tra mercato tutelato e il mercato libero dove le aziende sono libere di fissare i loro prezzi. Il mercato tutelato, o servizio di maggior tutela, invece, è regolamentato da Arera con l’obiettivo di proteggere i consumatori garantendo loro prezzi equi e trasparenti e tutti i fornitori hanno l’occasione di poter proporre delle tariffe di maggior tutela.
Infatti, i servizi di tutela sono i servizi di fornitura di energia elettrica e gas naturale con prezzi e condizioni contrattuali definite dall’Autorità destinati a clienti domestici e microimprese che non hanno ancora scelto un venditore nel mercato libero.
Il prezzo è stabilito a cadenza trimestrale sulla base di diversi fattori, tra i quali il costo dell’energia, i costi di rete e quelli di distribuzione. E se il mercato tutelato e il mercato libero hanno i propri vantaggi e svantaggi, in molti si domandano quale convenga.
Se i sindacati pensano che il mercato tutelato abbia la possibilità di proteggere i clienti durante i periodi di crisi economica, come quello che stiamo attraversando, al punto che nelle ultime settimane si è spesso vociferato di una nuova possibile proroga per la fine del mercato tutelato; stando a numerosi analisti, invece, il passaggio al mercato libero dovrebbe rappresentare una tutela addirittura maggiore per i consumatori.
Questo perché l’elevato numero di compagnie energetiche ha creato una concorrenza tale da spingere le compagnie ad adottare politiche commerciali competitive. Quindi, il passaggio al mercato libero nella maggior parte dei casi comporterebbe una diminuzione dell’esborso annuale legato alle bollette del gas.
Mercato tutelato gas: quando finisce e cosa accadrà?
Almeno per il momento sembra che non ci sia nessuna proroga per la fine del mercato tutelato. Al netto di possibili improvvisi cambi di rotta, quindi, la fine del mercato tutelato è previsto per gennaio 2024.
Dal prossimo anno, quindi, cesserà di esistere il mercato tutelato e tutte le utenze dovranno passare al mercato libero. E per accompagnare i clienti verso il mercato libero, l’Arera ha previsto un percorso graduale in modo che possa assicurare ai clienti la continuità della fornitura mentre decidono l’offerta più adatta alle proprie esigenze.
Dal mese scorso, settembre 2023, le famiglie e i condomìni che si trovano ancora nel servizio di tutela gas riceveranno una comunicazione da parte del proprio venditore, dove verranno presentate le proprie offerte di mercato libero più conveniente presentando la spesa annua stimata.
Nel caso in cui i consumatori non sottoscriveranno le nuove condizioni né un contratto di mercato libero con lo stesso o con altro fornitore, a partire da gennaio 2024 continueranno a essere riforniti dallo stesso gestore di sempre ma con condizioni contrattuali simili alle Placet (stabilite dall’autorità) e una tariffa a prezzo variabile in base all’andamento del Psv - l’indice di riferimento italiano - più una quota fissa stabilita liberamente dal venditore e monitorata da Arera.
Una condizione non proprio di vantaggio, specialmente se si pensa che nel periodo gennaio-agosto 2023, per esempio, un cliente con offerta Placet variabile ha speso fino a 420 euro in più rispetto a un cliente con stessi consumi passato al mercato libero. È bene ricordare però che esistono delle eccezioni. Infatti, il passaggio al mercato libero non è obbligatorio per i clienti vulnerabili.
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