Il miliardario Arnault ha utilizzato informazioni riservate? Ecco cosa sta succedendo in Francia

Alessandro Nuzzo

30 Novembre 2024 - 11:39

Il CEO del gruppo LVMH e uno degli uomini più ricchi al mondo ha testimoniato in aula giovedì scorso nel processo contro Bernard Squarcini.

Il miliardario Arnault ha utilizzato informazioni riservate? Ecco cosa sta succedendo in Francia

C’era molta attesa in Francia giovedì scorso per la deposizione in aula come testimone di Bernard Arnault nell’ambito del processo contro Bernard Squarcini, ex direttore dell’intelligence interna del gruppo imprenditoriale. Squarcin è accusato di aver raccolto illegalmente informazioni su persone per conto del gruppo del lusso.

Arnault si è presentato dinnanzi ai giudici del Tribunale Penale di Parigi come persona informata sui fatti ribadendo di non essere stato a conoscenza di alcuna condotta illecita, sopratutto nei confronti di François Ruffin che è colui che l’ha citato in aula. Bernard Squarcini è accusato di undici reati, tra cui traffico di influenze, appropriazione indebita di fondi pubblici e falsificazione di documenti pubblici.

Squarcini è stato dal 2008 al 2012 direttore dell’intelligence interna del gruppo che controlla l’80% della moda mondiale. Durante la sua permanenza in LVMH avrebbe raccolto illegalmente informazioni su persone, in particolare su François Ruffin, nel periodo in cui stava realizzando «Merci Patron», un film satirico in cui si criticava Arnault e che ha vinto il premio César come miglior documentario nel 2017. Il documentario aveva allarmato il gruppo per quanto detto, accusandoli di essere campioni di licenziamenti e delocalizzazioni.

Arnault ha negato di essere a conoscenza di questo tipo di attività illegali

«Penso che stia cercando di sfruttare questo processo per ragioni personali, mediatiche, politiche e persino commerciali, perché allo stesso tempo sta promuovendo il suo ultimo film», ha detto Arnault in aula mentre Ruffin sedeva di fianco ai suoi avvocati. Il CEO ha risposto a diverse domande dei giudici come ad esempio se fosse a conoscenza dell’attività di intelligence illegale svolta dal suo collaboratore Squarcini. Arnault ha assicurato di non essere a conoscenza di alcuna operazione di sorveglianza tra il 2013 e il 2016 nei confronti di François Ruffin. Ha inoltre dichiarato che Bernard Squarcini era stato reclutato da Pierre Godé, il suo braccio destro di lunga data presso LVMH, morto nel 2018. «Della sorveglianza di François Ruffin e Fakir è stato informato da Pierre Godé, il vicepresidente del gruppo, che nel frattempo è deceduto?», gli hanno chiesto i giudici. «Assolutamente no», al risposta di Arnault

LVMH ha pagato a Kyrnos, la società di consulenza di Bernard Squarcini, 2,2 milioni di euro per i suoi servizi.

C’è da dire che né LVMH né Bernard Arnault sono mai stati portati in giudizio per questi reati. LVMH nel 2021 ha firmato un accordo giudiziario di interesse pubblico pagando 10 milioni di euro per evitare il processo. Un accordo legale «in cui si precisa che il gruppo non riconosce alcuna responsabilità», che è stato «proposto» dai magistrati e che mirava a «evitare di rimanere coinvolti nel clamore mediatico che ne è seguito», ha dichiarato in aula l’amministratore delegato.

Vedremo come si concluderà questa vicenda che certamente crea qualche grattacapo per la LVMH e lo stesso Bernard Arnault. Si tratta di una delle aziende più famose e ricche del mondo che controlla marchi famosi della moda come Christian Dior, Fendi, Celine, Guerlain, Marc Jacobs, Givenchy, Kenzo, Loro Piana, Emilio Pucci e Louis Vuitton.

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