Minacciare qualcuno di denuncia è reato?

Ilena D’Errico

11 Agosto 2024 - 22:18

Minacciare qualcuno di denuncia è un reato? Ecco cosa prevede la legge e cosa cambia se l’altra persona è innocente.

Minacciare qualcuno di denuncia è reato?

È pacifico che minacciare qualcuno sia un reato, ma non è a tutti chiaro cosa succede quando la minaccia ha per oggetto un’azione legale, come una causa civile o una denuncia. Chi promette di denunciare o querelare qualcuno intende fare affidamento alle forze dell’ordine e alla giustizia, perciò non sembra commettere nulla di illecito, tutt’altro.

Può però accadere che la persona minacciata sia del tutto innocente, tanto che in questo caso la denuncia si porrebbe come un’azione del tutto spropositata, ingiusta e intimidatoria, magari al punto da cambiare la vita e le abitudini quotidiane dell’altro.

In questa ipotesi è evidente che la promessa denuncia sortisce l’effetto di una minaccia, nonostante il soggetto innocente dovrebbe aver fiducia nella legge e non temere conseguenze immeritate. Anche la giurisprudenza ha spesso affrontato il tema, definendo in modo abbastanza preciso la possibile integrazione del reato di minacce nel caso di preannunciata denuncia o azione legale. Ecco cosa c’è da sapere.

Minacciare qualcuno di denuncia è un reato?

Tendenzialmente, minacciare qualcuno di denunciarlo non è un reato, e questo vale anche per un’eventuale querela oppure causa civile. Non soltanto questi sono metodi del tutto legali per far valere i propri diritti, ma dimostrano proprio che il soggetto in questione fa affidamento agli strumenti della legge, distaccandosi da illeciti e giustizia fai-da-te.

Questo è vero soltanto finché chi minaccia di denunciare una persona è in buona fede, cioè crede davvero che l’altro abbia commesso un reato e intende comunicarlo alle forze dell’ordine per ottenere la tutela dei propri diritti e contribuire alla sicurezza pubblica. Ciò, indipendentemente dal fatto che l’altra persona abbia in modo tangibile commesso un reato o meno.

Poniamo il caso che una persona abbia ricevuto una scortesia ma sia convinta che integri un reato, dunque coerentemente procede con una denuncia. Quest’ultima non sortirà alcun effetto visto che il comportamento non integra alcuna fattispecie penalmente rilevante, ma neanche colui che ha denunciato ha fatto un’azione negativa, perché in buona fede si è rivolto alle forze dell’ordine.

Lo stesso accade quando si subiscono le conseguenze di un illecito civile o amministrativo e, credendo erroneamente si tratti di un reato, si denuncia chi lo ha commesso. Il detto comune “la legge non ammette ignoranza” - che peraltro trova riscontro nel Codice penale - non deve infatti essere frainteso: significa semplicemente che la norma viene applicata, anche se le parti non la conoscevano.

A maggior ragione, avvertire qualcuno di essere prossimi a denunciarlo perché sta commettendo un reato non è certo una minaccia né tantomeno un altro tipo di illecito. Secondo la legge non siamo di fronte alla promessa di un male ingiusto, che integrerebbe altrimenti un illecito, poiché tutto è rimesso ai mezzi predisposti dalla legge stessa.

Quando dire “ti denuncio” è un reato

Nonostante quanto visto sopra, in alcuni casi preannunciare una denuncia può davvero integrare un reato. La condizione è che il soggetto stia agendo in malafede, consapevole che l’altro non ha commesso alcun reato o perlomeno non quello che minaccia di denunciare.

È il caso di un reato che non è mai stato commesso dalla persona accusata oppure della minaccia di denuncia per un reato diverso o più grave, a patto che l’altra persona ne sia pienamente consapevole. In questi casi si è di fronte alla promessa di un male ingiusto e dunque al reato di minacce, punibile a querela della persona offesa con la multa fino a 1.032 euro.

Questo comportamento può integrare ulteriori reati, a seconda delle circostanze. Attingendo dalla giurisprudenza della corte di Cassazione, le eventualità più rilevanti sono gli atti persecutori (il cosiddetto stalking) e la violenza privata. Quest’ultima si ha quando la persona minacciata è costretta a sopportare o fare delle azioni ed è punita con la reclusione fino a 4 anni, mentre lo stalking attiene a una condotta ripetuta e persistente tale da indurre ansie e timori nella vittima. Viene punito, salvo aggravanti, con la reclusione da 1 anno a 6 anni e 6 mesi.

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