Nuova arma in possesso dell’Iran: il capo dei Pasdaran minaccia Trump e altre figure coinvolte nell’attentato al generale Soleimani.
L’Iran è in possesso di un missile cruise a lungo raggio. L’annuncio arriva da Amirali Hajizadeh, comandante i Guardiani della Rivoluzione iraniani (Pasdaran), un gruppo politico-militare incluso di recente dal Parlamento europeo nella lista delle organizzazioni terroristiche.
Le sue dichiarazioni, rilasciate alla TV di Stato lasciano poco spazio a fraintendimenti e puntano minacciose verso obiettivi strategici americani quali portaerei ma anche verso figure di spicco della società statunitense coinvolte direttamente nell’omicidio del generale Soleimani, considerato dagli Stati Uniti un vero e proprio nemico pubblico. Nel mirino ci sarebbero infatti l’ex presidente Donald Trump, l’allora Segretario di Stato Mike Pompeo e il generale McKenzie, tutti attivi protagonisti nell’attacco di tre anni fa.
Pronto il missile a lungo raggio: l’annuncio e la minaccia
Il nuovo missile cruise, ha detto l’alto ufficiale dei Pasdaran, si chiama Paveh come la città e capoluogo dell’omonima provincia nella regione di Kermanshah. Il video del suo lancio è stato trasmesso in diretta e rilanciato da vari commentatori internazionali:
Marking IRGC Day, commander of IRGC-AF today in #Iran revealed a new cruise missile with a range of 1,650 km called Paveh. Still in 2000 km limit, & less than others like the Soumar, with an estimated range of 2000 km. Video below. #IRGCterrorists https://t.co/Tf1LtL9Dg0 pic.twitter.com/AMId5HE4VA
— Jason Brodsky (@JasonMBrodsky) February 24, 2023
A livello tecnologico questo tipo di arma si presenta come altamente «competitiva» potendo raggiungere la velocità di Mach 12 e 13 (cioè 12 o 13 volte la velocità del suono).
Stando alle parole di Amirali Hajizadeh, il missile da crociera avrebbe un’autonomia di 1.650 chilometri, il che lo renderebbe capace di «colpire portaerei statunitensi anche a 2mila chilometri di distanza». Sono proprio questi i termini in cui si è espresso il capo dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, riaccendendo i riflettori sulla mai sopita avversione iraniana verso gli States. Hajizadeh ha infatti ricordato come l’Iran non abbia mai rinunciato a vendicare l’uccisione di Soleimani.
Tra i bersagli dell’Iran anche Trump
«Le basi militari americane nella regione sono ora sotto monitoraggio e possiamo colpirle in qualunque momento se necessario. Sono come carne sotto i nostri denti», ha detto Hajizadeh.
L’attacco che il gruppo dei Pasdaran vorrebbe sferrare non è però indiscriminato, l’avvertimento, come detto, porta con sé anche nomi e cognomi. Nel suo discorso «celebrativo» Hajizadeh ha esplicitamente minacciato:
«L’Iran sta cercando di assassinare l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’ex segretario di Stato Mike Pompeo e l’allora comandante del comando centrale (Centcom), il generale Kenneth McKenzie, per aver ordinato l’uccisione del comandante delle Forze al Quds dei Guardiani della Rivoluzione, Soleimani».
Si parla quindi del raid in cui il generale e figura di alto profilo del regime degli ayatollah Qassem Soleimani venne colpito da un drone Usa vicino all’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio del 2020.
L’attuale minaccia di ritorsioni era peraltro stata già stata paventata al tempo da Khamenei, la Guida Suprema dell’Iran, con queste parole:
“Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco”.
Quella notte infatti morirono otto uomini chiave della scorta del generale.
Anche l’Europa è a rischio?
I timori occidentali rispetto alla disponibilità iraniana di armamenti sono noti da tempo. Il Paese di fatti è oggetto di diverse sanzioni europee con l’accusa di rifornire la Russia di droni kamikaze e missili, sostenendola così nell’invasione dell’Ucraina. La svolta che queste dichiarazioni potrebbe portare con sé è, tuttavia, ben più concreta.
Sebbene l’avvertimento sia principalmente indirizzato agli Stati Uniti, va infatti sottolineato anche come, lo stesso comandante Hajizadeh, abbia messo in guardia anche l’Europa invitandola a «non mettere alla prova l’Iran».
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