La morte improvvisa del presidente iraniano Raisi potrebbe innescare una serie di reazioni a catena sui mercati globali, con effetti su petrolio, materie prime e azioni. Ecco perché.
La recente morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi in un tragico incidente in elicottero ha scatenato un’ondata di incertezza geopolitica e finanziaria. Con Raisi che ricopriva un ruolo chiave nella politica regionale e globale, la sua scomparsa potrebbe alterare significativamente gli equilibri di potere in Medio Oriente e avere ripercussioni devastanti sui mercati internazionali. La stabilità politica in Iran, uno dei principali produttori di petrolio al mondo, è ora in bilico, e le implicazioni di questa tragedia potrebbero estendersi ben oltre i confini del paese.
La successione alla presidenza potrebbe vedere l’ascesa di Mohammad Mokhber, attualmente nominato presidente ad interim, noto per i suoi stretti legami con il leader supremo Ali Khamenei. Mokhber potrebbe mantenere l’attuale linea politica dell’Iran, ma la transizione rappresenta comunque un periodo di potenziale instabilità.
L’assetto geopolitico del Medio Oriente potrebbe subire cambiamenti significativi. L’Iran, impegnato in conflitti regionali e in tensioni con Israele e gli Stati Uniti, potrebbe intensificare le ostilità o, in alternativa, una fase di riorganizzazione interna che influenzerebbe le sue politiche estere. Le implicazioni sono vaste: un Iran instabile potrebbe compromettere la sicurezza dell’intera regione, influenzando negativamente i mercati globali. Gli investitori, preoccupati per la sicurezza delle forniture energetiche e per la stabilità economica, potrebbero reagire con nervosismo, causando fluttuazioni nei mercati azionari, nei prezzi del petrolio e nel valore dell’oro.
Mentre crescono le speculazioni su un potenziale coinvolgimento israeliano nell’incidente che ha causato la morte di Raisi, vediamo ora come potrebbero cambiare le dinamiche economiche globali. Esamineremo l’impatto sui mercati azionari, sul petrolio e sulle materie prime, delineando i possibili scenari e le prospettive future.
Effetti sui mercati azionari
La notizia della morte di Raisi non ha ancora provocato una reazione nei mercati azionari globali. La volatilità, sempre presente in tempi di incertezza geopolitica, è ancora sui livelli più bassi dell’anno, con il VIX a circa l’11%. Il principale timore riguarda la stabilità politica dell’Iran e le possibili ripercussioni sulla regione mediorientale, un’area già segnata da tensioni e conflitti.
Nel breve termine, gli investitori tendono a reagire in modo avverso a eventi imprevedibili, spostando i capitali verso asset più sicuri o liquidando posizioni rischiose. Questo potrebbe portare a una diminuzione dei valori azionari nelle borse mondiali, in particolare per le società con esposizioni significative in Medio Oriente.
A lungo termine, tuttavia, gli effetti dipenderanno dalle evoluzioni politiche in Iran. Se il paese riuscirà a gestire una transizione di potere stabile, i mercati potrebbero recuperare rapidamente. Al contrario, se la morte di Raisi dovesse innescare una crisi politica o un aumento delle tensioni regionali, gli effetti negativi sui mercati potrebbero protrarsi. Gli investitori monitoreranno attentamente le mosse del nuovo presidente ad interim, Mohammad Mokhber, e la risposta internazionale alle dinamiche interne iraniane.
Nel mercato obbligazionario, il rendimento dei Treasury a 10 anni è salito venerdì al 4,41% dal 4,38% di giovedì sera.
Effetti sul petrolio
L’Iran è uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo e qualsiasi instabilità politica all’interno del paese ha il potenziale di influenzare significativamente i mercati globali del petrolio. La morte di Raisi potrebbe portare a una riduzione della produzione di petrolio iraniana, sia a causa di problemi interni sia di eventuali sanzioni internazionali.
Immediatamente dopo l’incidente, i prezzi del petrolio hanno registrato un aumento nei mercati asiatici. Gli operatori temono che le esportazioni di petrolio iraniane possano essere interrotte, riducendo l’offerta globale e aumentando i prezzi. Nonostante questa reazione iniziale, molti esperti ritengono che il mercato del petrolio possa mantenersi in una fascia di prezzo relativamente stabile grazie alle riserve di capacità inutilizzata da parte dell’OPEC e di altri grandi produttori.
Tuttavia, se la crisi politica in Iran dovesse prolungarsi o intensificarsi, potrebbero verificarsi ulteriori aumenti dei prezzi del petrolio. La capacità dell’Iran di mantenere la produzione e le esportazioni sarà un fattore chiave per determinare l’andamento del mercato nei prossimi mesi. Inoltre, eventuali sanzioni economiche da parte di Stati Uniti o altri paesi occidentali potrebbero ulteriormente restringere l’offerta di petrolio, esacerbando la situazione.
Effetti su oro e materie prime
In periodi di incertezza geopolitica, gli investitori tendono a rifugiarsi in asset considerati sicuri, come l’oro. La morte di Raisi non fa eccezione e i mercati hanno già visto un aumento della domanda di oro come bene rifugio. Questo fenomeno riflette le preoccupazioni riguardo alla stabilità regionale e alla possibile escalation dei conflitti in Medio Oriente.
La domanda di oro è aumentata rapidamente dopo l’annuncio della morte di Raisi, con i prezzi che hanno raggiunto nuovi massimi storici. L’oro, considerato un porto sicuro in tempi di turbolenze, è visto dagli investitori come una protezione contro l’incertezza economica e politica. Questo aumento della domanda potrebbe continuare se la situazione in Iran non si stabilizza rapidamente.
Anche altre materie prime potrebbero vedere variazioni di prezzo significative. L’argento, spesso considerato un complemento all’oro, potrebbe beneficiare dell’aumento della domanda di metalli preziosi. Allo stesso tempo, le materie prime energetiche e agricole potrebbero subire fluttuazioni in risposta alle variazioni dei costi energetici e della logistica legate alla situazione iraniana.
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