Stangata MPS: a quanto ammonta oggi la perdita del Tesoro? Tutti i miliardi bruciati anche a causa di uno spread sempre più ampio
Per il salvataggio di MPS lo Stato italiano, tramite il Tesoro, ha messo sul piatto un investimento complessivo di 6,9 miliardi di euro.
Una cifra importante, che la banca senese non è tuttavia riuscita a “ripagare”. A quasi due anni dall’atteso decreto per la nazionalizzazione della quotata, la perdita dello Stato è cresciuta sempre di più. Su quei quasi €7 miliardi di investimento, il Tesoro ne ha salutati €5,5 miliardi, riporta oggi Il Sole 24 Ore.
In Borsa le performance delle azioni MPS non hanno di certo brillato. Dopo essere stato riammesso agli scambi il titolo ha perso ampio terreno a Piazza Affari. Le continue e recenti oscillazioni dello spread Btp-Bund non hanno aiutato la quotata che, soltanto nell’ultima settimana, ha bruciato più di 8 punti percentuali.
Il salvataggio di MPS: un tuffo nel passato
Dopo i falliti tentativi di salvare Monte dei Paschi tramite l’intervento di privati, lo Stato si è arreso ed ha scelto di nazionalizzare l’istituto di credito, che da quel momento in poi ha perso così tanto terreno da guadagnarsi anche l’esclusione dal Ftse Mib.
Nel mese di dicembre 2016 il Tesoro ha così deciso di salvare MPS, prima con una ricapitalizzazione di 5,4 miliardi di euro e, successivamente, con una salita nel capitale della senese da quota 52,18% a quota 68,24% per un ulteriore esborso di 1,5 miliardi (dunque 6,9 miliardi in totale).
Un dato emblematico se si pensa che oggi con 2 miliardi potremmo comprare il 100% dell’istituto. A due anni da quella ricapitalizzazione, tra l’altro, il 68,24% del Tesoro vale circa 1,36 miliardi.
A dati già poco entusiasmanti si aggiungano poi quelli relativi all’andamento delle azioni MPS, tornate a scambiare nell’ottobre del 2017 dopo svariati mesi di sospensione. Dal rientro in Borsa ad oggi la quotata di Piazza Affari (come accennato esclusa dal Ftse Mib) ha bruciato il 60% circa del suo valore ed è passata dai €4,55 euro del 25 ottobre 2017 a quota €1,81 (chiusura di venerdì). Al momento della scrittura invece il titolo sta perdendo l’1,16% e sta scambiando su quota 1,79 euro.
I prossimi passi per lo Stato e la senese? Già in parte scritti. Entro giugno 2019 bisognerà definire e presentare all’Europa la road map necessaria all’uscita del Tesoro dal capitale. Quest’ultima operazione dovrà avvenire entro il 2021.
Opinione prevalente è quella per cui l’unica strada percorribile sarà quella della fusione con altro istituto di credito. Anche in questo caso, comunque, il futuro di MPS non si rivelerà certamente facile.
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