L’ex ministro del governo Draghi commenta i rumor su accordo Space X in Italia con asse Musk-Meloni. E qualcuno si chiede: ma non erano sovranisti?
Che Elon Musk, il tycoon fondatore e CEO di Tesla e SpaceX e numero uno di Twitter ed X, sia amico e sostenitore della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è cosa nota da tempo: un sodalizio che ha fatto inarcare molte volte le sopracciglia di diversi esponenti dei partiti di opposizione in Italia, e di tutti coloro che hanno espresso timori sul rischio di interferenze eccessive da parte di Musk, influencer numero al mondo, nelle questioni di politica interna.
Timori in realtà già concretizzati, se si considerano tutti i commenti che l’imprenditore e uomo più ricco del mondo ha rilasciato dalla platea di X in più di un’occasione, lanciando stoccate varie anche alla magistratura italiana, difendendo a spada tratta il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini accusato di sequestro di persona nel caso OpenArms, prima di essere assolto lo scorso 20 dicembre.
E che dire di tutti quei post pubblicati sempre nella cassa di risonanza X, con cui Musk ha praticamente perorato puntualmente la causa pro-natalità della premier Meloni?
L’appoggio palese, per alcuni versi eclatante, che Elon Musk ha dato alle scelte prese in Italia da Meloni e alle varie dichiarazioni populiste del governo italiano, è evidente da un bel po’ di tempo.
Sempre Musk ha consegnato di persona a Meloni a New York il prestigioso premio Global Citizen Awards conferito dall’Atlantic Council, (quello che viene di norma assegnato ai “leader di tutto il mondo che hanno dato contributi eccezionali e distintivi al rafforzamento delle relazioni transatlantiche”, elogiando la premier: “Ha fatto un lavoro incredibile. Lei è ancora più bella dentro che fuori”.
Rumor Bloomberg: accordo da 1,6 miliardi per fornitura servizi SpaceX di Musk in Italia
Si comprende dunque la bufera che è appena scoppiata, dopo che l’agenzia di stampa Bloomberg ha riportato indiscrezioni secondo cui l’Italia di Meloni avrebbe intavolato con SpaceX negoziati tesi a concludere un contratto del valore di 1,6 miliardi di dollari, che prevederebbe la fornitura di servizi di telecomunicazione sicuri al governo Meloni da parte dell’azienda aerospaziale fondata e diretta dal tycoon, tra l’altro ormai braccio destro (e pronto a passare all’incasso) del Presidente eletto in USA Donald Trump.
Bloomberg ha precisato che il piano per la stipula del contratto sarebbe stato interessato da una accelerazione in occasione dell’incontro avvenuto tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Trump, lo scorso 4 gennaio, nella residenza del prossimo inquilino della Casa Bianca di Mar-a-Lago, in Florida.
A rinfocolare le polemiche ci ha pensato lo stesso Elon Musk che, sempre dalla sua X, ha pubblicato un post annunciando di essere pronto a puntare sull’Italia. ù
Il CEO di Tesla ha scritto chiaro e tondo di essere “pronto” a “fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata!”.
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L’alert di Colao, ex ministro governo Draghi: attenti a non creare dipendenza strategica
Un avvertimento all’Italia di Meloni che rischia tra l’altro anche di contraddirsi, avendo sempre sponsorizzato il cosiddetto sovranismo digitale, è arrivato intanto da Vittorio Colao, ex ministro per l’Innovazione tecnologica del governo Draghi e a per diversi anni CEO di Vodafone:
“Da uomo di azienda dico: attenzione a legarsi a società che dipendono troppo da singole persone e ad affidarsi a possibili monopolisti ”, ha detto, in una intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, che è stata pubblicata oggi, 7 gennaio 2025.
«Bisogna stare molto attenti a non creare una dipendenza strategica », ha intimato Colao, commentando i rumor che sono stati riportati da Bloomberg, e che sono stati smentiti da Palazzo Chigi. Stando a quanto ha riportato infatti l’Ansa, il governo italiano ha smentito in modo ufficiale che sia stato firmato un contratto con Musk e confermando solo “normali approfondimenti” con le società che si occupano di questi dossier. Palazzo Chigi ha smentito soprattutto che un presunto accordo su SpaceX sia stato argomento di discussione nel viaggio di Meloni da Donald Trump: “Ridicolo il solo pensarlo”.
Detto questo, l’ex ministro Vittorio Colao ha commentato i rumor con le seguenti dichiarazioni:
“È una grande sveglia che suona per l’Europa, un monito a realizzare quello che ci siamo impegnati a fare tre anni fa sulla tecnologia spaziale. Se non ci muoviamo in fretta, presto non avremo alternative e saremo costretti ad alzare bandiera bianca. Sarebbe davvero un gran peccato.”
E ancora Colao:
“Servono affidamenti diretti dalla Ue a imprese europee capaci di operare in questo settore per accelerare la creazione di costellazioni che siano in grado di dare agli Stati membri una capacità autonoma. L’iniziativa europea Iris 2 è in ritardo e procede lentamente. E poi sarebbe saggio seguire le indicazioni contenute nel rapporto di Mario Draghi sulla competitività: l’osservazione della terra e la sicurezza delle comunicazioni devono diventare pilastri della politica industriale congiunta europea”.
Il commento di Più Europa: “Ma non erano sovranisti?”
Occhio anche al commento di Più Europa, pubblicato su Facebook:
“Ma non erano sovranisti? Il governo Meloni vuole appaltare il sistema delle telecomunicazioni italiano a un grosso imprenditore, che si dà il caso è anche membro di un governo straniero: Elon Musk. Si tratterebbe di un contratto, senza gara, da 1,5 miliardi di euro per la fornitura di un sistema di crittografia per i servizi telefonici e internet utilizzati dal governo italiano, oltre a una serie di servizi di comunicazione per le forze armate italiane”.
“Insomma” - si legge nel post di PiùEuropa - “una questione delicatissima per la sicurezza del nostro Paese che l’esecutivo ’dei patrioti’ vorrebbe appaltare a Elon Musk, il quale è, tra l’altro, in aperta violazione al Digital Service Act dell’Unione Europea per l’uso di X che sta facendo ”.
Andrea Stroppa referente di Musk in Italia pubblica su X una foto sull’asse Meloni-Musk-Trump
E intanto l’asse Giorgia Meloni-Elon Musk-Donald Trump viene presentato da così con un post su X da Andrea Stroppa, referente di Elon Musk in Italia, con una foto realizzata con l’AI (intelligenza artificiale), che rappresenta i tre come antichi romani:
🇮🇹🇺🇸 pic.twitter.com/EJJ1ImzuJU
— Andrea Stroppa 🐺 Claudius Nero's Legion 🐺 (@andst7) January 4, 2025
A fare da sponsor a Elon Musk rimane Matteo Salvini, che su X ha difeso a spada tratta un eventuale contratto tra il governo Meloni e SpaceX con il seguente post: “Musk è un protagonista dell’innovazione a livello mondiale: un eventuale accordo con lui per garantire connessione e modernità in tutta Italia non sarebbe un pericolo ma una opportunità”. Salvini ha aggiunto di confidare che “il governo acceleri in questa direzione, perché offrire servizi migliori ai cittadini è un dovere”.
Dal canto suo, nello spiegare il ruolo di Starlink (Il servizio di connessione satellitare sviluppato da SpaceX ) di Musk in Italia, Andrea Stroppa ha pubblicato un post rispondendo alla seguente domanda: “È sicuro?”.
La risposta è affermativa:
“Sì, è molto sicuro. Utilizza i protocolli di crittografia più avanzata, modulazioni complesse di frequenze, un sistema dinamico dei satelliti per essere resistente ad attacchi, utilizza gli inter-satellite links”.
“Ma quindi in definitiva a chi non va giù questo possibile accordo?”.
Così Stroppa:
“Guarda le dichiarazioni. Guarda chi è uscito allo scoperto: parlamentari stranieri, giornali a Bruxelles, parlamentari italiani che hanno fatto da consulenti per aziende tecnologiche e di comunicazioni straniere. Siamo addirittura arrivati al punto di parlamentari tedeschi che si preoccupano per la sicurezza dell’Italia ”.
E all’interrogativo: “Magari sono preoccupati per davvero, no?”. La risposta di Andrea Stroppa è stata la seguente: “Sì, certo. Strano che però non è mai successo questo polverone per gli appalti del cloud, delle infrastrutture delle telecomunicazioni, dell’acquisto di tecnologie. Contratti da miliardi e miliardi che però non si è mai letto una riga in giro e nessuno ha detto ‘Ah’ ”.
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