Tesla, utili a picco: finita la luna di miele tra Musk e Trump? Tutti i numeri del disastro, ma le azioni volano

Laura Naka Antonelli

23 Aprile 2025 - 09:19

Tutti i numeri del disastro Tesla incisi nella trimestrale appena annunciata. L’annuncio di Musk, che parla anche dei dazi di Trump. Focus sul trend delle azioni.

Tesla, utili a picco: finita la luna di miele tra Musk e Trump? Tutti i numeri del disastro, ma le azioni volano

Gli utili di Tesla, come paventato, vanno a picco, ma le azioni del colosso delle auto elettriche capitanato da Elon Musk tornano a puntare con decisione verso l’alto nelle contrattazioni afterhours di Wall Street, balzando di oltre il 5%.

In evidenza le dichiarazioni del CEO e fondatore della Big Tech USA che, nel commentare la triste trimestrale di Tesla, ha annunciato la decisione di ridurre in “modo significativo il tempo trascorso in DOGE”, ovvero presso il Department of Government Efficiency, il dipartimento dell’Efficienza governativa creato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e da lui guidato.

Elon Musk, l’annuncio post tonfo utili: meno DOGE, più Tesla

Elon Musk ha detto che la sua intenzione è quella di continuare a occuparsi di questioni attinenti all’amministrazione Trump, “fino a quando il presidente vorrà che io faccia e fino a quando sarà utile”, ma in misura minore rispetto a quanto fatto finora, ovvero il tempo di una o due volte la settimana.

Non di più, in quanto l’obiettivo del tycoon è quello di risollevare le sorti della sua ammaccata Tesla, alle prese con una grave crisi tutta incisa in una trimestrale da incubo.

Una sfilza di numeri conferma il momento critico che la casa automobilistica sta vivendo, che rischia tra l’altro di acuirsi a causa della politica commerciale inaugurata dall’amministrazione USA a guida Trump, incentrata sui dazi.

Se è vero, infatti, che le auto che Tesla vende negli Stati Uniti sono assemblate negli Stati Uniti, è altrettanto vero che diverse componenti sono made in China. Tanto che è stata la stessa azienda, nell’annunciare la trimestrale, ad ammettere che “le politiche commerciali in rapida evoluzionepotrebbero provocare danni alla sua catena di approviggionamento e tradursi, di conseguenza, in un aumento dei costi.

Il colosso ha ammesso anche il danno reputazionale che sta pagando di tasca propria, a causa di quel sentiment anti-Musk che è montato in tutto il mondo, sfociato anche in atti di vandalismo contro le auto elettriche Tesla, come dimostrano gli episodi di violenza che non sono rimasti certo circoscritti agli Stati Uniti, come hanno dimostrato i casi che si sono manifestati anche in Italia.

Oltre alla guerra dei dazi inaugurata da Trump, la Big Tech ha fatto riferimento infatti a “un cambiamento nel sentiment politico”, che “potrebbe avere un impatto significativo sulla domanda dei nostri prodotti nel breve termine”.

Frase forse anche fin troppo ottimistica, visto che la domanda per i veicoli Tesla è già scesa un po’ ovunque, sulla scia della decisione di diversi consumatori di tutto il mondo di manifestare il loro dissenso nei confronti delle posizioni politiche di Musk decidendo a priori di non acquistare le auto prodotte dal gruppo.

Trimestrale Tesla, tutti i numeri del disastro nel primo trimestre 2025

Di seguito, tutti i numeri della grande crisi di Tesla, così come è emerso dalla trimestrale appena pubblicata dal colosso americano fondato e gestito da Elon Musk.

  • L’utile netto è crollato del 71%, a 409 milioni, o 12 centesimi per azione, rispetto agli $1,39 miliardi, o 41 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso.
  • L’EPS adjusted si è attestato a 27 centesimi, molto al di sotto dei 39 centesimi stimati.
  • L’utile operativo è scivolato del 66% a $400 milioni, rispetto agli $1,17 miliardi del primo trimestre del 2024, risultando in un margine operativo pari al 2,1%. Tesla ha citato, tra i fattori che hanno inciso sulla performance di questa voce di bilancio, l’aumento degli investimenti nei progetti di intelligenza artificiale.
  • I ricavi del gruppo Tesla sono scivolati del 9%, dai $21,3 miliardi del primo trimestre del 2024, a quota $19,34 miliardi.

Guardando alla performance delle divisioni di business, Tesla ha assistito a un calo nel fatturato della sua unità automotive pari al 20%, a $14 miliardi, rispetto ai $17,4 miliardi del primo trimestre del 2024.

Una nota positiva c’è stata: i ricavi della divisione attiva nel mercato della generazione e dell’accumulo di energia sono balzati del 67%, a $2,73 miliardi, rispetto agli $1,64 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso.

A tal proposito, il gigante ha spiegato che l’infrastruttura di intelligenza artificiale (AI, artificial intelligence), sta “creando l’enorme opportunità per i nostri prodotti di accumulo di energia di stabilizzare la rete, e di trasferire l’energia dove ce n’è più bisogno, fornendo una ulteriore capacità elettrica”.

Effetto dazi (ma non solo) su Tesla, i commenti di Musk

Il problema è che a mettere a rischio la redditività di questa divisione sono proprio i dazi che il presidente americano Donald Trump ha deciso di imporre. La divisione di generazione di energia di Tesla dipende infatti in modo significativo dai fornitori esteri, e “l’aumento delle tariffe potrebbe provocare la volatilità del mercato e avere un impatto di breve termine sull’offerta e sulla domanda”, ha ammesso l’azienda.

Nel commentare i punti dolenti, Tesla ha spiegato i numeri relativi ai ricavi della divisione auto anche con la necessità di aggiornare le linee di produzione all’interno delle sue fabbriche, per realizzare una nuova versione del suo modello popolare Model Y SUV. Hanno inoltre inciso negativamente sul giro d’affari complessivo e sugli utili di Tesla i prezzi di vendita in media più bassi e gli incentivi alle vendite.

Tornando alle dichiarazioni proferite da Elon Musk nel corso della conference call successiva alla pubblicazione dei numeri di Tesla, l’imprenditore ha sottolineato che il gruppo pagherà in misura inferiore rispetto ai suoi competitor l’effetto dei dazi imposti da Trump, grazie alle catene di approviggionamento che sono localizzate in diversi mercati (Nord America, Europa e Cina).

Detto questo, i dazi avranno conseguenze “comunque importanti, per un’azienda dove i margini sono bassi”.

Continuerò ad auspicare dazi più bassi che non dazi più alti, ma questo è tutto ciò che posso fare ”, ha ammesso Musk.

Il CEO di Tesla ha poi menzionato i “contraccolpi” subìti dal colosso EV, a causa di persone che “cercano di attaccare me e il team di DOGE”.

Detto questo, nonostante la decisione di trascorrere meno tempo all’interno del Dipartimento di efficienza governativa, Musk ha definito il suo lavoro “cruciale” per rimettere in ordine i conti del governo federale.

Azioni Tesla in rally, ma il rally non è dovuto alla trimestrale

Focus sulle azioni Tesla che, a dispetto della trimestrale deludente, comunque attesa da diversi analisti, segnano un rally di oltre il 5% nelle contrattazioni afterhours di Wall Street, dopo essere affondate dall’inizio del 2025 del 41%, riportando nei primi tre mesi dell’anno il trimestre peggiore dal 2022.

Il trend del titolo si è rivelato poco mosso subito dopo la pubblicazione della trimestrale. Le azioni sono scattate al rialzo nelle contrattazioni afterhours dopo l’annuncio del presidente Donald Trump, che ha dichiarato di non avere intenzione di licenziare il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell.

Bisogna vedere a questo punto se la decisione di Elon Musk di dedicare meno tempo a Washington, sia alla Casa Bianca che nelle vesti di numero uno di DOGE, sostanzialmente di tornare a dedicare più tempo al suo fiore all’occhiello Tesla, convincerà davvero la comunità degli analisti e degli investitori.

Qualche commento a Wall Street inizia a palesarsi: la divisione di ricerca di Piper Sandler, per esempio, ha confermato la sua raccomandazione “Overweight” sulle azioni Tesla, reiterando anche il target price a quota $400 euro, rispetto ai $240 circa a cui è scambiato il titolo.

Il titolo Tesla ha ricevuto inoltre un rating “Buy” da RBC Capital. Negativa sulle azioni è rimasta invece UBS, che ha ribadito la valutazione “Sell”.

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