Mutui, ecco come difendersi dal nuovo aumento dei tassi secondo l’Abi

Giorgia Bonamoneta

6 Marzo 2023 - 23:05

La Bce ha annunciato tassi di interesse ancora più pesanti per le tasche dei mutuari. Ecco come difendersi.

Mutui, ecco come difendersi dal nuovo aumento dei tassi secondo l’Abi

L’impennata dei tassi non accenna a diminuire, con un nuovo aumento alle porte. Proseguono infatti le strette, confermate dalla Banca centrale europea. “È molto probabile - ha ribadito la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde - che aumenteranno i tassi di interesse di 50 punti base”. I numeri erano sul tavolo e il tempo ha solo potuto confermare i dati, da cui dipendono le future decisioni.

Secondo il Codacons i rialzi hanno portato un mutuo variabile a costare 3.624 euro in più all’anno rispetto al 2021 e oggi, chi accende un finanziamento a tasso fisso, si ritrova a spendere anche fino a 3.144 euro annui in più rispetto a due anni fa.

I numeri sono chiari: nel 2021 un mutuo variabile trentennale dai 150.000 euro era caratterizzato da una rata da 442 euro al mese con un tasso dello 0,48%; oggi un mutuo variabile trentennale da 150.000 euro ha un tasso del 3,16% con una rata da 627 euro mensili. Anche i mutui a tasso fisso hanno visto la rata mensile salire almeno di 150 euro rispetto al 2021. È un problema che si mangia una fetta consistente dei mutuari.

Quali sono gli strumenti per difendersi dagli aumenti dei tassi e dei futuri aumenti dei tassi secondo Abi?

+3mila euro per un mutuo: aumentano ancora i tassi e i rischi

L’aumento dei tassi ha coinvolto tutto il settore, dai mutui a tasso fisso a quelli variabili. Un mutuo oggi, come ricorda il Codacons, costa fino a 3.000 euro in più rispetto a due anni fa. Chi ha un mutuo variabile deve prepararsi però all’ennesima scossa perché i rincari non sono finiti. A confermarlo è proprio la Banca centrale europea attraverso le parole di Christine Lagarde che prepara gli animi, ma non i portafogli.

A confermare i futuri rialzi è il tasso di riferimento medio delle transazioni finanziarie, l’Euribor. Infatti secondo il tasso di riferimento a fine 2023 verrà sfondata la quota dei 700 euro. Questo accadrà perché la stretta da 50 punti base sul costo del denaro prevista dalla Bce in marzo non basterà a combattere l’inflazione.

Sul lungo periodo, dal 2024 inoltrato in poi, si prevede una ridiscesa dei tassi, un rallentamento dell’inflazione e forse una risoluzione. Ma qualcosa si può fare nel frattempo e Lagarde invita le banche a un tentativo di “rinegoziazione”.

Quali sono gli strumenti per difendersi dagli aumenti? Le risposte di Abi

L’Associazione bancaria italiana (Abi), un’associazione senza finalità di lucro del mondo bancario, ha risposto all’appello della presidente della Banca centrale europea. Si è posta come mediatrice tra gli istituti e la richiesta di Christine Lagarde, tendendo la mano allo stesso tempo ai debitori in difficoltà. In Italia infatti esistono strumenti per venire incontro alle necessità dei debitori in potenziale situazione di difficoltà. In una nota Giovanni Sabatini, il direttore generale di Abi, li ricorda.

Ci sono infatti strumenti come la portabilità dei mutui, cioè la possibilità di surroga del mutuo senza costi per il mutuatario che permette di cambiare banca o tipologia di mutuo senza costi aggiuntivi o il fondo di solidarietà prima casa, il cosiddetto fondo Gasparrini per sospendere il pagamento della rata del muto fino a 18 mesi in seguito ad eventi straordinari.

La legge di Bilancio 2023 ha inoltre introdotto l’obbligo per la banca di convertire il mutuo da variabile a fisso in caso di diretta richiesta del cliente. Le banche possono sospendere, rinegoziare e allungare i mutui in base alle regole e ai limiti europei. Sabatini ricorda infatti che nelle attuali contingenze sarebbe necessario reintrodurre flessibilità regolamentari per evitare effetti pro-ciclici, in particolare per quello che riguarda le vincolanti ed eccessive rigide regole dell’autorità bancaria europea in materia di ristrutturazioni onerose.

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