Si prevede che da maggio le rate dei mutui a tasso variabile scenderanno di circa 50 euro.
Entro la fine dell’anno le banche potrebbero abbassare di 100 euro al mese circa la rata di diversi mutui a tasso variabile.
Un’ancora di salvezza, quella del calo dei tassi di interesse, per gli intestatari di mutui a tasso variabile che hanno assistito ad un forte aumento della rata negli ultimi mesi. Ora, in un contesto del tutto nuovo, le banche si preparano a ridurre le rate mensili di circa 10 euro a partire da aprile; di 100 euro entro al mese entro la fine del 2024 e ancora di 120 euro al mese entro estate 2025, stando a un recente studio di Facile.it.
Le banche hanno già iniziano ad abbassare le rate dei mutui indicizzati all’Euribor a sei mesi; per quelli con indicizzazione a 12 mesi si stima faranno lo stesso a partire da maggio o giugno di quest’anno.
Al momento l’Euribor a 12 mesi viaggi sul 3,69% circa. A dicembre era al 3,679%, a novembre al 4,022% e ad ottobre al 4,160%. È evidente un trend negativo, che finalmente inizia ad impattare anche sull’abbassamento delle rate di cui possiede un mutuo a tasso variabile o per chi apre oggi un mutuo a tasso fisso.
Dal 2022, 10 aumenti dei tassi di interesse
Nel luglio 2022, la Banca Centrale Europea ha rivoluzionato la sua politica monetaria per rispondere alla crisi economica post-pandemia.
Guidata da Christine Lagarde, la BCE ha posto fine a sei anni di tassi pari a zero o negativi e ha inaugurato un percorso al rialzo del prezzo del denaro con l’obiettivo di ridurre l’inflazione. Da allora, ha eseguito dieci rialzi dei tassi di interesse, portandoli dallo 0% all’attuale 4,5%.
Questa politica ha portato ad un aumento del costo del credito in generale in tutta l’Eurozona, quindi anche in Italia, e ad un aumento dei prezzi dei mutui a tasso variabile, poiché questi vedono aggiornarsi il proprio prezzo ad ogni aumento o diminuzione dei tassi.
Nel suddetto periodo i mutui variabili sono diventati più costosi in media di 200 euro al mese, il che ha scatenato un’ondata di richieste alle banche di modificare le condizioni del prestito e di surroga mutuo.
Diverse banche hanno deciso di negoziare con i propri clienti una riduzione del differenziale (gli interessi che si sommano all’Euribor per calcolare la rata) per evitare di trasformare il mutuo da variabile a tasso fisso.
Questo differenziale varia solitamente a seconda del rapporto di ciascun cliente con la banca, cioè dei prodotti da lui contratti, come assicurazioni o fondi di investimento, con oscillazioni che possono andare da un quarto di punto - su alcuni mutui concessi anni fa - fino a superare i tre punti percentuali.
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