Gli scienziati hanno registrato la presenza di un vulcano alto 9.000 metri. Ecco cosa rappresenta questa scoperta la scienza.
Gli scienziati della NASA hanno scoperto l’esistenza di un gigantesco vulcano su Marte: il vulcano Noctis e la presenza di un antico ghiacciaio.
Le ultime ricerche su Marte hanno portato alla luce un vulcano di dimensioni impressionanti, situato appena a sud dell’equatore del pianeta, e la presenza di un antico ghiacciaio nelle sue immediate vicinanze. Entrambi si trovano nella regione del Noctis Labyrinthus vicino ai grandiosi canyon della Valles Marineris.
Le dimensioni imponenti e la posizione strategica del vulcano lo rendono un sito di prim’ordine per lo studio dell’evoluzione geologica di Marte. La sua esistenza testimonia un’attività prolungata nel tempo.
La scoperta del vulcano però potrebbe portare ad ulteriori studi di estrema rilevanza per gli scienziati. Ecco cosa potrebbe significare questa scoperta per la scienza.
Il vulcano Noctis, la scoperta della NASA
La scoperta ha del grandioso. “Stavamo studiando la geologia di un’area in cui avevamo trovato resti di ghiacciai l’anno scorso quando ci siamo resi conto di essere all’interno di un enorme vulcano pesantemente eroso”. Sono state queste le prime parole di Pascal Lee, uno degli scienziati che si occupava di studiare il sito d’interesse.
Mentre studiavano gli antichi resti di un ghiacciaio. Lee, Sourabh Shubham e il loro collega John W. Schutt si sono resi conto della presenza di questo imponente vulcano, alto 9.000 metri e dal diametro di 450 chilometri, attivo da diversi anni.
Secondo gli esperti, il legame tra il vulcano Noctis e il ghiacciaio rende questa scoperta ancora più impressionante. Come spiegato da Shubham, del Dipartimento di Geologia dell’Università del Maryland e coautore dello studio:
Quest’area di Marte è nota per avere un’ampia varietà di minerali idrati (ossia composti anche da acqua) che abbracciano un lungo tratto della storia marziana. Da tempo si sospettava che vi doveva essere un ambiente vulcanico per questi minerali. Quindi, aver trovato un vulcano qui, potrebbe non essere troppo sorprendente
Eppure la conferma di tale presenza consente agli studiosi di poter approfondire e conoscere la storia geologica di Marte. Al momento sono molteplici le domande a cui trovare risposta, a partire dall’età del vulcano, il suo periodo di attività e se sia ancora vulcanicamente attivo e se possa eruttare nuovamente.
La presenza del ghiacciaio su Marte
Solo un anno fa, Lee, Shubham e il loro collega John W. Schutt avevano identificato nella stessa area del vulcano Noctis i resti di un ghiacciaio, o ghiacciaio relitto, attraverso un’area erosa dell’area vulcanica.
I resti del ghiacciaio si presentavano sotto forma di un deposito di tonalità chiara con presenza di sale solfato. Si ritiene che tale deposito, costituito principalmente da jarosite, un solfato idrato, si sia formato quando: “la coltre di materiali piroclastici vulcanici si posò su un ghiacciaio e reagì chimicamente con il ghiaccio”.
Lo studio è stato condotto utilizzando i dati delle missioni Mariner 9, Viking Orbiter 1 e 2, Mars Global Surveyor, Mars Odyssey e Mars Reconnaissance Orbiter della NASA, nonché della missione Mars Express dell’ESA.
Cosa rappresenta questa scoperta per la Scienza?
Ma cosa rappresenta la scoperta del vulcano Noctis per la Scienza?
Gli studiosi hanno osservato la presenza di colate laviche, depositi piroclastici ricchi di materiali come ceneri e pomice, e depositi minerali idrati, segni inequivocabili dell’interazione tra attività vulcanica e acqua nel corso della storia marziana.
La combinazione unica di calore e acqua, in realtà, potrebbe suggerire la possibilità che in passato si siano verificate le condizioni affinché Marte abbia potuto ospitare forme di vita. Questa scoperta potrebbe quindi rivelare nuove informazioni sulla topologia del Pianeta Rosso e più specificamente di quest’area.
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