Naspi e disoccupazione, cosa cambia dal 2025 e nuovi importi

Simone Micocci

3 Dicembre 2024 - 12:39

Novità in arrivo per Naspi e altri sussidi per la disoccupazione: dai nuovi importi alla modifica delle regole di accesso, ecco cosa è importante sapere.

Naspi e disoccupazione, cosa cambia dal 2025 e nuovi importi

Con l’arrivo del nuovo anno entrano in vigore molte novità per quanto riguarda le misure previdenziali e assistenziali riconosciute dallo Stato, tra cui figurano anche le indennità di disoccupazione come ad esempio la Naspi.

Il trattamento spettante ai disoccupati (a seguito di cessazione di un’attività di lavoro di tipo subordinato) nel 2025 subirà infatti una serie di modifiche, sia lato normativo che economico. Il governo è infatti intervenuto per ridurre le situazioni in cui i “furbetti” si approfittano delle norme previste per accedere alla Naspi, e ad altre indennità di disoccupazione, anche se di fatto non dovrebbero averne diritto.

Nel frattempo, per effetto della rivalutazione dal 2025 aumenta l’importo massimo riconosciuto con la Naspi, come pure vengono aggiornate le regole di calcolo: novità che tuttavia non valgono per chi già beneficia della prestazione ma solo per coloro ai quali verrà liquidata per eventi successivi al prossimo 1 gennaio.

A tal proposito, ecco una guida completa con le novità attese per disoccupazione e Naspi a decorrere dal prossimo anno.

Il nuovo importo della Naspi

Oggi l’indennità di disoccupazione Naspi spettante a coloro che perdono il lavoro per cause non dipendenti dalla propria volontà (ad esempio in caso di licenziamento, come pure alla scadenza di un contratto di lavoro subordinato oppure in seguito a dimissioni per giusta causa) ha un importo così calcolato:

  • individuare la retribuzione media mensile (andando a ritroso di 4 anni);
  • entro i primi 1.425,21 euro di retribuzione media ne spetta il 75%;
  • per la parte residua se ne prende il 25%;
  • in ogni caso l’importo non può superare i 1.550,42 euro.

Questi importi sono oggetto di rivalutazione sulla base del tasso di inflazione medio individuato dall’Inps per il 2024. La percentuale per adesso confermata dal ministero dell’Economia (il valore è provvisorio, il definitivo verrà accertato a inizio 2025) è pari allo 0,8%. Questo significa che per coloro che prendono la Naspi per eventi di disoccupazione successivi all’1 gennaio 2025 l’importo sarà pari a:

  • entro i primi 1.436,61 euro di retribuzione media ne spetta il 75%;
  • per la parte residua se ne prende il 25% ma in ogni caso l’importo massimo non può superare i 1.562,82 euro.

Un aumento che invece non si applica per chi già prende la Naspi: per loro l’importo è sempre lo stesso, ricordando poi che a decorrere dal 6° mese di fruizione (l’8° per chi ha più di 55 anni) scatta anche una decurtazione del 3% (ogni mese).

Stop ai furbetti della Naspi

A breve entreranno in vigore le norme contenute nel disegno di legge “Collegato lavoro”, con il quale si interviene per mettere fine a un sistema utilizzato dai cosiddetti furbetti della Naspi.

Ci riferiamo a quei lavoratori che piuttosto che dimettersi spingono il datore di lavoro a licenziarlo così da mantenere il diritto all’indennità di disoccupazione. Per farlo non si presentano più al lavoro, con l’azienda che prima o poi dovrà prendere la decisione di interrompere il rapporto.

Con l’entrata in vigore del Collegato lavoro, per il quale è attesa l’approvazione da parte del Senato dopo quella della Camera dei Deputati, non sarà più così dal momento che una volta scattata la 15a assenza ingiustificata l’interruzione del rapporto di lavoro viene comunque considerata per volontà del lavoratore e non dell’azienda. Di fatto è come se è il dipendente ad aver rassegnato le dimissioni, precludendosi così la possibilità di accedere alla Naspi.

Addio disoccupazione all’estero

La legge di Bilancio 2025 invece mette la parola fine all’indennità di disoccupazione per lavoratori rimpatriati dopo un periodo di impiego all’estero. Nell’articolo 29 del testo della Manovra, infatti, si legge che la “legge 25 luglio 1975, n. 402 non si applica alle cessazioni del rapporto di lavoro intervenute a partire dal 1° gennaio 2025”.

La ragione di questa novità è la stessa di quella prevista per la Naspi nel Ddl Collegato lavoro: troppe persone si erano approfittate di questa possibilità, sfruttando la norma secondo cui la prima richiesta è possibile indipendentemente da qual è stata la durata dell’impiego. Paradossalmente bastava un giorno di lavoro all’estero per accedere alla relativa indennità di disoccupazione.

Il governo ha quindi cancellato questo strumento per eventi successivi al 2025, una decisione drastica ma a quanto pare necessaria.

La piattaforma Siisl

Già nel 2024 è poi arrivata una novità importante per i disoccupati che beneficiano dell’indennità di disoccupazione Naspi, come pure della Dis-Coll (spettante ai Co.Co.Co.).

Come specificato dall’Inps con il messaggio n. 4011 del 28 novembre 2024, a partire da questa data i percettori delle suddette indennità vengono iscritti automaticamente alla piattaforma Siisl tramite l’Inps, che trasmette i dati personali e di contatto. I beneficiari possono aggiornare i propri recapiti e confermare la validità delle informazioni direttamente sulla piattaforma.

Entro 15 giorni dall’inizio della prestazione, i beneficiari devono accedere alla piattaforma per compilare i dati necessari al Patto di attivazione digitale, integrare il proprio Curriculum Vitae e fornire le informazioni utili alla redazione del Patto di servizio personalizzato, che sarà poi finalizzato dal Centro per l’impiego competente sul territorio. La piattaforma invia notifiche per ricordare questi obblighi, ma il mancato adempimento può comportare segnalazioni e, in alcuni casi, sanzioni come previsto dal decreto legislativo n. 150/2015.

La piattaforma consente agli iscritti di accedere a offerte di lavoro e proposte formative, ordinabili tramite filtri specifici e indici di affinità. Questi strumenti rimangono disponibili durante il periodo di fruizione della prestazione, mentre in caso di cessazione dell’erogazione i dati restano archiviati per cinque anni.

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