Con la legge di Bilancio 2025 il governo Meloni utilizza il pugno duro verso i furbetti della disoccupazione.
Con la legge di Bilancio 2025 il governo interviene per mettere un freno al trucco messo in atto da molte persone che consente di ottenere l’indennità di disoccupazione con soli pochi giorni di lavoro.
Una novità che di fatto abroga quanto stabilito da una vecchia legge del 1975, dove per i lavoratori rimpatriati è previsto un percorso agevolato per maturare il diritto all’indennità di disoccupazione in Italia.
Vediamo come funziona questa agevolazione e soprattutto come cambia nel 2025.
L’agevolazione per l’indennità di disoccupazione dei lavoratori rimpatriati
Tra le tante indennità di disoccupazione oggi riconosciute in Italia - la più importante è sicuramente la Naspi, ma ci sono anche Dis-Coll e indennità di disoccupazione agricola - figura anche quella disciplinata dalla legge n. 402 del 25 luglio 1975 rivolta ai rimpatriati in Italia dopo un periodo di lavoro all’estero.
Il vantaggio di quest’ultima misura è che a differenza della Naspi non è necessario un periodo minimo di lavoro per fare richiesta dell’indennità di disoccupazione. Esclusivamente la prima volta, infatti, spetta indipendentemente dalla durata del rapporto di lavoro: paradossalmente quindi è sufficiente anche un giorno di lavoro all’estero per poi fare ritorno in Italia e beneficiare di un’indennità di durata massima di 180 giorni e d’importo pari al 30% della retribuzione convenzionale dell’anno di riferimento della prestazione come determinata dagli appositi decreti ministeriali.
Inutile dire che spesso ci si è approfittati di questa opportunità, tanto che per un periodo è diventata persino virale sui social network dove specialmente i più giovani spiegavano nel dettaglio il “trucco per prendere l’indennità di disoccupazione anche con pochi giorni di lavoro”.
Come anticipato comunque questa agevolazione vale solo per la prima volta (ed esclusivamente per chi ne fa richiesta entro 180 giorni dalla cessazione ed entro 30 giorni dal rimpatrio). Dopodiché per accedere alla prestazione è richiesto un periodo lavorato di almeno 12 mesi, di cui almeno 7 all’estero (quindi più della Naspi per la quale sono sufficienti 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni).
Addio alla disoccupazione per rimpatriati con la legge di Bilancio 2025
Come anticipato, specialmente nell’ultimo periodo ci sono molti giovani che hanno approfittato di questa opportunità, sfruttando pochi giorni di lavoro all’estero per godere di un trattamento assistenziale pagato interamente dallo Stato italiano.
D’ora in avanti non sarà più possibile poiché l’articolo 29 del testo della legge di Bilancio stabilisce che:
La legge 25 luglio 1975, n. 402 non si applica alle cessazioni del rapporto di lavoro intervenute a partire dal 1° gennaio 2025.
Di fatto, dal prossimo anno questo “trucco” non si potrà più applicare, eccezion fatta per i casi in cui la cessazione del lavoro sia avvenuta entro la fine del 2024.
Lotta ai furbetti della disoccupazione
Con questa novità il governo Meloni conferma il pugno duro nei confronti dei furbetti dell’indennità di disoccupazione, ossia di coloro che sfruttano a loro vantaggio alcune lacune della normativa.
D’altronde è quanto sta facendo anche con il decreto Collegato lavoro appena approvato alla Camera, con cui invece viene messo un freno a un’altra pratica molto utilizzata: forzare il licenziamento, anziché ricorrere alle dimissioni, non presentandosi più al lavoro.
La nuova regola - che reintroduce una sorta di dimissioni in bianco- prevede che quando un lavoratore non si presenta per 15 giorni al lavoro senza darne giustificazione verrà considerato come dimissionario. Pertanto non avrà diritto all’indennità di disoccupazione Naspi che invece spetterebbe laddove fosse il datore di lavoro a licenziarlo.
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