Fase due: chi non è a norma non riapre. Rischio sospensione della licenza per chi non garantisce il rispetto delle regole previste per contenere i contagi.
I negozi stanno per ottenere il via libera alla ripresa: ma attenzione, perché per chi dimostrerà di non essere in regola con le nuove norme - che verranno ufficializzate nei prossimi giorni - c’è il rischio della sospensione della licenza e persino della chiusura dell’attività.
Governo e Regioni stanno ragionando su quando autorizzare la ripresa di tutte (o quasi) le attività lavorative; la data indicata da Giuseppe Conte per una graduale ripartenza è quella del 4 maggio 2020, ma per alcune attività - pensiamo a bar e ristoranti - si rischia di andare ben oltre questa data.
Come noto, ci sono delle Regioni che vorrebbero ripartire già il 27 aprile, dando l’autorizzazione alle industrie dei settori edile, auto e moda. Tuttavia il Governo chiederà garanzie ben precise, in quanto le Regioni dovranno dimostrare di avere a disposizione sia ospedali attrezzati per curare i pazienti da COVID-19 che dei posti adeguati per la messa in quarantena dei positivi.
Ma attenzione, perché le garanzie sulla sicurezza non riguardano solamente le Regioni: anche chi apre, sia che si tratti di un’impresa di produzione che di un negozio, deve essere in grado di garantire il rispetto delle norme di sicurezza.
E per chi non lo fa c’è il rischio della sospensione della licenza dell’attività.
I negozi rischiano la chiusura: necessario rispettare le norme di sicurezza
Dal 4 maggio 2020 inizierà la fase due: nell’attesa di sapere quando la vostra tipologia di attività otterrà l’autorizzazione per riaprire vi consigliamo di informarvi riguardo alle norme che dovranno essere rispettate in questa delicata fase.
Questo perché nelle prossime settimane verranno intensificati i controlli e chi non è in regola rischia la sospensione della licenza o addirittura la chiusura dell’attività.
Nel dettaglio, secondo la indiscrezioni riguardo alla “patente di sicurezza” che verrà rilasciata a chi è autorizzato ad aprire, prima di tutto sarà chiesto a negozi e aziende di autocertificare per dimostrare di essere in regola con le nuove norme per il contenimento del contagio da coronavirus.
Ancora una volta ci si affiderà all’autocertificazione: sarà il titolare, quindi, a dichiarare il rispetto di tutte le norme previste dalla fase due. L’autocertificazione sarà necessaria per riaprire ma per restare aperti servirà superare il controllo da parte delle autorità che verrà effettuato in un secondo momento.
Nel caso in cui questo dimostri che in realtà non vi è garanzia di sicurezza, allora potrebbe scattare la sospensione della licenza o persino la chiusura del negozio.
Cosa serve per restare aperti?
Come anticipato, il “decalogo” delle nuove norme deve essere ancora ufficializzato. Tuttavia alcune di queste sono già note e chi deve riaprire a breve può basarsi su queste per organizzarsi.
Sono tre i principi su cui si basa la fase due: la pulizia, il rispetto delle distanze e le entrate contingentate. Sul fronte “pulizia”, ad esempio, consigliamo di cominciare ad informarsi in merito agli strumenti per la sanificazione dei locali, la quale dovrà essere effettuata con una certa regolarità.
Inoltre, bisognerà che il locale offra le garanzie per un’adeguata aerazione e ricambio d’aria. Altro elemento molto importante quello che prevede l’ampia disponibilità e accessibilità ai sistemi per la disinfezione delle mani. Ad esempio, consigliamo ai negozi di acquistare un dispenser di gel disinfettante in modo da porlo all’entrata del locale e metterlo a disposizione dei clienti.
Attenzione anche alle distanze: possibile che sia necessario limitare l’ingresso alle varie corsie del negozio, come pure bisognerà fare in modo che tra i clienti in fila alla cassa ci sia almeno un metro di distanza. E quando il locale non rende possibile tutto ciò, sarà necessario ridurre gli ingressi nel negozio.
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