Nicola Turetta, chi è il padre di Filippo e cosa ha detto (da intercettato)

Ilena D’Errico

27 Luglio 2024 - 14:15

Nicola Turetta, il padre di Filippo, è stato intercettato durante il primo colloquio con il figlio, in carcere con l’accusa di aver ucciso Giulia Cecchettin. Ecco cosa ha detto.

Nicola Turetta, chi è il padre di Filippo e cosa ha detto (da intercettato)

Nicola Turetta, il padre di Filippo, ha rilasciato poche dichiarazioni sull’omicidio di Giulia Cecchettin, di cui il figlio è accusato. Nella fase delle ricerche, quando non si avevano notizie né di Giulia né di Filippo e ancora non si aveva certezza del tragico epilogo, ha cercato di dare delle spiegazioni e raccontate il rapporto tra i due giovani. Poi, nel mese di novembre 2023, ha rilasciato una lunga intervista a Chi l’ha visto commentando, secondo il suo ruolo di genitore, le possibili motivazioni e intenzioni di Filippo Turetta, fresco di confessione.

Soltanto in questi giorni, però, stanno emergendo stralci di conversazione presi dal primo colloquio tra i due, avvenuto nel carcere di Verona il 3 dicembre 2023. Il dialogo è stato intercettato dagli investigatori e inserito nel fascicolo processuale, ma alcune frasi sono arrivate ora al pubblico con la pubblicazione del settimanale Giallo.

Nulla di eclatante per quanto riguarda il delitto in sé (almeno nelle conversazioni rese pubbliche), ma scambi preziosi per tratteggiare la personalità e il carattere dei due e farci capire meglio chi è Nicola Turetta. Un padre senza dubbio addolorato, che tende a indulgere nelle giustificazioni per rincuorare il figlio, probabilmente disorientato da una situazione che nessun genitore vorrebbe affrontare.

Cosa ha detto Nicola Turetta da intercettato

Nicola Turetta, pur trovandosi in una posizione difficile, ha sempre cercato di essere quanto possibile equilibrato nel parlare del femminicidio di Giulia Cecchettin e condannare il gesto. La preoccupazione manifestata per lo stato di salute del figlio non dovrebbe far pensare il contrario, dovendo essere contestualizzata. Il colloquio con Filippo Turetta in carcere, però, lascia trasparire un atteggiamento del tutto diverso che non è piacevole apprendere, per quanto possa essere motivato.

Bisogna prima ricordare, tuttavia, che Nicola Turetta non ha alcun ruolo nel processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, è il padre dell’imputato, ma non è a lui che compete trovare la verità e applicare la giustizia. Qualsiasi considerazione sul suo comportamento esula dal punto di vista legale, soprattutto ricordando che la responsabilità è strettamente personale.

Una premessa doverosa, sapendo che Nicola Turetta ha detto al figlio:

Eh va beh, hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza... Quello è! Non sei un terrorista, voglio dire…

Un tentativo maldestro di ridimensionare l’accaduto o l’espressione di un personale paradigma morale, non lo sapremo mai. Chi è vicino alla famiglia, però, sostiene che i genitori temessero un gesto inconsulto di Filippo, motivando queste affermazioni con il tentativo di calmare il figlio. In effetti, traspare una certa apprensione per il futuro di Filippo Turetta, con il padre che gli dice:

Devi farti forza. Non sei l’unico... Ci sono stati parecchi altri... Però ti devi laureare. Ci sono altri 200 femminicidi! Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale…

Parole che possono apparire fuori luogo, ma che il padre non ha certo detto pubblicamente, riferendosi esclusivamente tra le mura della sala colloqui alla moglie e al figlio. Quest’ultimo non viene però aiutato alla comprensione di quanto accaduto e fortemente deresponsabilizzato.

Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti.

Si potrebbero dare molte interpretazioni a questa frase, forse un tentativo di empatizzare con il figlio o una finzione disperata per evitargli il peggio, ma ricordiamo che l’avvocato di Turetta non richiederà la perizia psichiatrica e ha anche rinunciato all’udienza preliminare, in accordo con l’assistito, per il processo che avrà inizio il 23 settembre.

Serve comunque non perdere di vista che le conversazioni citate risalgono ai primi di dicembre 2023, nel primo incontro in assoluto tra Filippo Turetta e i suoi genitori. Non si sa che altro si siano detti e comunque si è trattato di un momento molto particolare, anche drammatico, che i genitori avevano peraltro rimandato per ricevere prima un sostegno psicologico.

È però evidente che tragedie simili richiedono ben altre tempistiche per arrivare a comprensione e consapevolezza, perciò senza essere troppo semplicistici si può immaginare che deresponsabilizzare il figlio potrebbe essere stata una scorciatoia disperata per fuggire anche dal senso di colpa genitoriale.

Chi è Nicola Turetta

Se si lascia per un momento da parte il figlio Filippo, Nicola Turetta corrisponde perfettamente al padre di una “famiglia normale”, come descritta dai tanti conoscenti. Ha lavorato a lungo nel campo della ristorazione, prima come proprietario della trattoria familiare “La Cicogna” in cui la moglie faceva la cameriera e poi cuoco di una struttura per anziani dopo la vendita del locale nel 2011, quando la moglie ha smesso di lavorare per occuparsi dei figli e della famiglia.

Probabilmente ha cambiato nuovamente occupazione, visto che in carcere il figlio gli ha chiesto se fosse stato licenziato a causa sua. Non si sa altro sul suo conto, anche perché i genitori hanno fatto il più possibile per tutelare il figlio minore dalle attenzioni mediatiche. Nonostante ciò, Nicola Turetta si trova nuovamente nell’occhio del ciclone, pur avendo preso una certa distanza dal caso in termini processuali. Anche durante il colloquio in carcere, quando il figlio gli comunica alcuni timori sulla difesa, consiglia a Filippo di parlare apertamente con l’avvocato, senza chiedere altro.

Nicola Turetta, le intercettazioni e il processo alle porte

Come premesso, le intercettazioni tra Nicola e Filippo Turetta non dicono molto sul caso. Ciò che è stato dato alla mercé del pubblico è semplicemente il modo in cui i genitori hanno affrontato il primo colloquio in carcere con il figlio accusato (e reo confesso) di un atroce delitto ai danni dell’ex fidanzata Giulia, che loro stessi conoscevano bene.

L’omicidio di Giulia Cecchettin ha attirato una grandissima attenzione mediatica, per svariati motivi, e si può ben intuire come queste intercettazioni - che non si sa nemmeno come siano arrivate alla stampa - diventeranno uno degli argomenti di conversazione preferiti dei prossimi giorni. Fa parte della natura umana, oltre alla curiosità un po’ macabra, cercare di capire perché persone del tutto normali si trovano poi in queste tragedie.

Nicola Turetta sarà probabilmente colpevolizzato dal pubblico per essere stato troppo morbido e indulgente, ma anche un tono autoritario e severo sarebbe stato additato allo stesso modo. Dal punto di vista legale, il padre non può rispondere delle accuse del figlio, né ha il compito di far giustizia. A questo ci penserà il processo e sarà interessante come verranno considerate queste intercettazioni, ammesso che lo saranno.

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