Anche i nipoti devono rinunciare all’eredità?

Ilena D’Errico

25 Febbraio 2023 - 09:36

Il nonno aveva troppi debiti? Ecco in quali casi anche i nipoti devono rinunciare all’eredità per evitare di farsene carico.

Anche i nipoti devono rinunciare all’eredità?

Tutti i chiamati all’eredità possono decidere liberamente se accettarla o meno, anche se la strada della rinuncia può apparire decisamente più conveniente se il defunto aveva molti debiti. Per natura stessa, la rinuncia può essere effettuata soltanto da chi è designato come erede, per legge o per testamento, ma per non incorrere in errori bisogna tenere conto anche del principio di rappresentazione. Alcuni familiari, proprio come i nipoti, non sono, infatti, automaticamente riconosciuti come eredi alla morte dei nonni, nonostante ciò, in alcuni casi devono rinunciare all’eredità se non vogliono subentrare nei debiti dei nonni defunti.

Quando i nipoti diventano eredi e devono fare la rinuncia

I nipoti sono chiamati all’eredità essenzialmente in due circostanze:

  • Per testamento.
  • Per rappresentazione.

Quando è il testamento stesso a nominare i nipoti come eredi la necessità di scegliere fra accettare o rifiutare l’eredità è evidente, anche se bisogna ricordare che i legatari – a cui viene lasciato un bene specifico anziché una quota – non subentrano nel patrimonio del defunto e nemmeno nei suoi debiti, essendo il loro lascito ereditario limitato a un bene determinato.

La situazione può apparire più complessa quando il genitore è defunto oppure rinuncia all’eredità, perché in questo caso subentrano di diritto i figli, quindi i nipoti del de cuius. La legge ha istituito il principio di rappresentazione per evitare la dispersione dell’eredità e allo stesso tempo attuare una distribuzione quanto più equa possibile. In virtù di questo principio, perciò, subentrano nella posizione di chiamati all’eredità altri familiari, che altrimenti non sarebbero stati inclusi nella linea successoria.

Dove vanno a finire le quote ereditarie dopo la rinuncia?

Secondo l’articolo 467 del Codice civile quando un erede non può o non vuole accettare l’eredità o il legato, subentrano i suoi discendenti. Si tratta del principio di rappresentazione, per il quale i discendenti del chiamato all’eredità vengono considerati di diritto nella stessa identica posizione nell’asse ereditario. Di conseguenza, quando il genitore rinuncia all’eredità, magari perché troppo onerosa, anche i nipoti devono poi rinunciare se non desiderano farsi carico della quota del genitore. Lo stesso accade anche quando l’erede non ha rinunciato, ma è morto prima di poter ricevere il lascito ereditario.

Il meccanismo di rinuncia all’eredità esiste principalmente per evitare che i parenti del defunto debbano farsi carico di debiti gravosi, ma in ogni caso non servono particolari giustificazioni per effettuare la rinuncia. In tal proposito, tuttavia, è bene sapere che, mentre la rinuncia deve essere espressa, l’accettazione dell’eredità può anche essere tacita. Si pensi a quei casi in cui il nipote entra in possesso di alcuni beni del nonno defunto, comportandosi di fatto come un erede. Oltretutto esiste un termine per effettuare l’accettazione, pari a 10 anni di tempo, oltre il quale si presume la rinuncia.

Quando fare la rinuncia e cosa succede se i nipoti sono minorenni

L’accettazione, anche se avvenuta in maniera implicita, non può in ogni caso essere revocata; pertanto, è bene provvedere subito nel caso in cui si desideri rinunciare, anche se è possibile attendere 10 anni avendo cura di non intervenire sull’eredità. Allo stesso tempo, se anche i nipoti hanno dei discendenti, anche questi ultimi dovranno rinunciare all’eredità per non farsi carico dei debiti dei bisnonni. Soltanto nel caso in cui i chiamati all’eredità non hanno discendenti, invece, la rinuncia comporta l’accrescimento delle quote degli altri eredi o la devoluzione dell’eredità a un’altra persona designata dalla legge nel caso in cui il rinunciante fosse anche l’unico erede. Per questa ragione, la rinuncia è necessaria anche quando i nipoti sono minorenni, con la differenza che in questo caso si rimette la decisione a un giudice tutelare, al fine di valutare l’effettivo interesse del minore.

L’alternativa, per limitare l’aggravio dei debiti del defunto senza rinunciare, è quella di accettare l’eredità con beneficio d’inventario. In questo modo, il patrimonio personale dell’erede rimane separato da quello del de cuius, quest’ultimo intaccabile per il recupero crediti.

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