Non solo Trump, ecco 3 rischi imminenti per mercati

Violetta Silvestri

18 Gennaio 2025 - 14:49

Trump con il suo insediamento alla Casa Bianca è il protagonista dei mercati. Tuttavia ci sono almeno altri 3 fattori di rischio pronti a scuotere gli investitori la prossima settimana.

Non solo Trump, ecco 3 rischi imminenti per mercati

Gli investitori globali stanno per avere un assaggio di cosa potrebbe significare per i mercati, il commercio globale e le relazioni internazionali il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

L’insediamento del 47° presidente degli Stati Uniti porterà probabilmente con sé una raffica di ordini esecutivi sin dal primo giorno, con misure e annunci su temi chiave come tasse, immigrazione, dazi.

Qualsiasi parola potrebbe scuotere le Borse del mondo e lanciare messaggi più o meno allarmanti per le prospettive dei guadagni azionari e obbligazionari. Il tutto, in un contesto finanziario animato anche da altre problematiche.

La stagione degli utili del quarto trimestre entra nel vivo e il vertice di Davos apre le porte ai potenti del pianeta con le guerre in medio Oriente e in Ucraina a fare da sfondo. Infine, i prezzi energetici sono tornati a impennarsi, con la sicurezza sul flusso di gas in Europa che vacilla e il petrolio che si infiamma.

Se i riflettori sono giustamente accesi su Washington con il giuramento di Trump a dare la svolta agli Usa, gli investitori potrebbero essere sorpresi anche da altri eventi. Ecco 3 fattori da monitorare.

1. Trimestrali Usa

Gli investitori che contano su un solido 2025 affinché gli utili delle aziende statunitensi sostengano le azioni, avranno un quadro più completo delle prospettive nella prossima settimana.

Un’ampia serie di società statunitensi è pronta a pubblicare i risultati per l’ultimo trimestre del 2024 e a dare una visione dell’anno a venire. Dal 20 al 24 gennaio, nello specifico, saranno protagoniste la società di streaming Netflix, il gigante sanitario Johnson & Johnson, il produttore di beni di consumo Procter & Gamble e la società di carte di credito American Express.

Il 15 gennaio le principali banche hanno dato il via alla stagione delle trimestrali, con un aumento degli utili di alcuni dei maggiori istituti di credito statunitensi, grazie all’accelerazione delle operazioni e alla spinta delle negoziazioni dovuta alla solidità dei mercati azionari.

Nel complesso, secondo i dati LSEG IBES del 15 gennaio, si prevede che le società dell’indice S&P 500 registreranno un aumento del 10,4% negli utili del quarto trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

2. A tutto gas. Dove vanno i prezzi energetici?

In questo momento i decisori politici europei stanno ottenendo esattamente ciò che non vogliono: costi di finanziamento più elevati e prezzi dell’energia alle stelle.

Il petrolio è aumentato del 10% solo questo mese, spinto dalla preoccupazione per l’impatto di ulteriori sanzioni occidentali sul greggio russo, mentre, proprio nel bel mezzo dell’inverno, i prezzi del gas naturale sono saliti vertiginosamente.

Ancora più preoccupante per l’Europa è il fatto che l’euro abbia toccato i minimi degli ultimi 14 mesi rispetto al dollaro, appena sopra la soglia di 1,0 dollaro.

Il grafico elaborato da Reuters racchiude la sintesi del balzo dei prezzi energetici e della contemporanea discesa della moneta unica:

Prezzi energetici ed euro Prezzi energetici ed euro gennaio 2025

Dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, gli Stati Uniti sono diventati il ​​più grande fornitore europeo di gas naturale in forma liquefatta e una delle principali fonti di petrolio greggio, il che significa che la debolezza della valuta è un doppio grattacapo. È improbabile che i prossimi numeri finali sull’inflazione di dicembre per la zona euro catturino quegli aumenti di prezzo, il che significa una possibile brutta sorpresa in seguito.

3. Davos e guerre

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas per porre fine al mortale conflitto di Gaza, che dura da 15 mesi, dovrebbe iniziare domenica 19 gennaio anche se molti dubitano già si possa arrivaree a una definitiva chiusura del brutale conflitto. Le speranze di stabilizzazione hanno sollevato obbligazioni e azioni della regione e potrebbero dare forma ai mercati petroliferi.

Portare la pace in Ucraina, alle porte del terzo anno di guerra, potrebbe invece richiedere più tempo di quanto promesso da Trump.

In questa cornice di tensioni geopolitiche altissime e di guerra lunghe, drammatiche, incerte Trump è pronto a parlare virtualmente a leader e CEO, tra cui il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy e funzionari israeliani, che dovrebbero riunirsi a Davos da lunedì.

Un sondaggio pre-summit ha identificato, intanto, proprio la guerra come il rischio principale del 2025. Queste le percezioni degli intervistati dal World Ecomomic Forum:

Rischi 2025 Rischi 2025 World Economic Forum

Conflitti, eventi meteorologici estremi, scontri commerciali sono tra le minacce più sentite. Questi rischi sono percepiti anche da mercati e investitori come fattori destabilizzanti.

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