Ormai sembra essere definitivo: i condomini passeranno al mercato libero dell’elettricità, ecco quali saranno le conseguenze.
Ormai sembra essere ufficiale, i condomini passeranno al mercato libero dell’elettricità. Infatti, salvo ultimi colpi di scena, ad aprile 2023 i contratti luce per le parti comuni del condominio dovrebbero abbandonare il mercato tutelato.
È stata infatti bocciato l’ordine del giorno al Milleproroghe che prevedeva il rinvio di un anno, giungendo al 2024. Invece con la bocciatura del testo, a firma del deputato Pd Vinicio Peluffo, tutto resta come previsto e nel giro di poche settimane i condomini italiani, almeno l’elettricità delle parti in comune, dovrebbe passare al mercato libero
Questa notizia ha portato molte persone a domandarsi se questa sia una buona notizia o meno e soprattutto quali saranno le ripercussioni sulla bolletta di luce di fine mese. È quindi opportuno cercare di fare chiarezza, capendo cosa cambierà ad aprile e se conviene ancora passare al mercato libero
Condomini, nuove bollette con il passaggio al mercato libero: cosa cambia?
Salvo possibili cambi di programma dell’ultimo minuto, il 1° aprile 2023 l’illuminazione dei vialetti, pianerottoli garage, soprattutto l’energia per ascensori e cancelli elettrici non potrà più essere gestita da operatori del mercato tutelato. Questo perché i luoghi (e quindi i consumi) in comune dei condomini sono equiparate alle microimprese e quindi saranno sottoposte all’obbligo di passaggio al mercato libero da aprile.
Ciò vuol dire che da aprile i condomini registreranno una variazione sulle proprie bollette per l’energia elettrica. Stando ai dati riportati da un’analisi svolta da Repubblica a novembre 2022, il cambiamento potrebbe essere sensibile e non indifferente, soprattutto per i condomini provvisti di ascensore, che potrebbero vedere lievitare la propria bolletta.
Infatti, secondo l’inchiesta, il consumo di energia legato agli ascensori rappresenta circa il 20% del bilancio di un condominio medio, mentre senza di esso la corrente elettrica incide per il 6-8%. In ogni caso, il passaggio al mercato libero vedrebbe un aggravio dei costi per i residenti. È questo ciò che ha sostenuto l’Unc (l’Unione nazionale consumatori), che aveva già segnalato la questione sia al ministro delle Imprese Adolfo Urso, sia ai membri della decima commissione Attività produttive.
Stando, infatti, agli ultimi dati dell’Istat, il prezzo dell’energia elettrica del mercato tutelato a gennaio è crollato del -18,1% rispetto ai prezzi dicembre, così come il gas del -36%, ma la luce nel mercato libero è scesa solo del -9,6% mentre il gas sarebbe addirittura aumentato del +2,6%.
Confrontando i prezzi con quelli di gennaio 2022, il quadro è ancor meno rassicurante; infatti, nel mercato tutelato la variazione del prezzo della luce e il gas è stata di +6,1% e del -33,4%, nel mercato libero invece le cifre decollano con +174,8% per la luce e del +117,8% per il gas. Sembra quindi inevitabile che le bollette dei condomini da aprile 2023 vadano incontro a un aumento. Eppure, c’è ancora qualche possibilità di “salvare il salvabile”.
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Condomini, nuove bollette con il passaggio al mercato libero: cosa fare?
Se tutto dovesse rimanere così, sarebbe bene che gli amministratori non rimangano con le mani in mano ma scelgano la miglior offerta disponibile sul mercato libero e lo strumento più affidabile in questo momento è il Portale offerte di Arera.
In ogni caso conviene agire e non rimanere fermi, in quanto chi non riuscirà a passare al mercato libero entro il primo aprile non rimarrà di certo senza luce, ma attraverserà un regime transitorio, quello che viene chiamato tutele graduali - gestito da diversi operatori come Hera e A2A - e che risulta essere più caro del mercato tutelato.
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Bollette, conviene il passaggio al mercato libero?
Davanti a una simile situazione è naturale domandarsi se il mercato libero convenga di più o meno del mercato tutelato. In questo caso torna utile consultare l’ultimo monitoraggio Retail pubblicato dall’Arera nel quale viene dimostrato come non sempre vi sia un vantaggio economico.
Il campione analizzato era di ben 1.120.000 clienti che avevano scelto il mercato libero. Eppure, stando alle simulazioni effettuate, ciò che è emerso è che in molti casi la scelta operata dal cliente in realtà non sia la più conveniente dal punto di vista della spesa annua. Infatti, nell’ultimo semestre del 2022, la quota di offerte più vantaggiose scelte dai clienti finali si sono ridotte sensibilmente, specie per le offerte a prezzo fisso.
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