Nuova protesta degli insegnanti il 27 settembre: ecco dove e motivazioni

Teresa Maddonni

18 Settembre 2024 - 20:30

I precari della scuola si stanno organizzando per una nuova protesta in diverse città italiane: da Milano a Roma ecco dove si svolgeranno le varie manifestazioni in Italia e cosa chiedono al Mim.

Nuova protesta degli insegnanti il 27 settembre: ecco dove e motivazioni

Una nuova protesta degli insegnanti si terrà in tutta Italia il prossimo venerdì 27 settembre 2024. Dopo le manifestazioni degli idonei del concorso scuola 2020 e dei docenti di sostegno del 30 agosto e del 4 settembre scorsi, gli insegnanti precari di tutta Italia stanno organizzando una nuova mobilitazione, appoggiata dai sindacati di categoria, per la fine del mese a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico.

Ed è proprio con il rientro in aula che ogni anno si discute di precariato, di cattedre vacanti e di mancate assunzioni, ma quest’anno le rivendicazioni degli insegnanti si fanno più pressanti dinanzi alle trasformazioni che sta operando il ministro Valditara, titolare del Mim, specie per quanto concerne il sistema di reclutamento dei docenti.

La protesta degli insegnanti del 27 settembre riguarda principalmente gli idonei del primo concorso Pnrr 2023 - ancora in corso per diverse classi di concorso con le commissioni che dovranno pubblicare le graduatorie entro dicembre - che non hanno una graduatoria.

Vediamo nel dettaglio dove si svolgerà la protesta degli insegnanti il prossimo 27 settembre e quali sono le rivendicazioni dei precari.

Nuova protesta degli insegnanti il 27 settembre: manifestazioni in diverse città

Da diverse settimane è in atto la mobilitazione che porterà alla protesta degli insegnanti il 27 settembre in diverse città italiane. Il movimento dei precari che fa capo al docente di Lettere Luigi Maria Sofia si è organizzato e ha discusso della necessità di scendere in piazza, o meglio nelle piazze italiane, prima che il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara possa procedere con la pubblicazione del bando del nuovo concorso scuola, quando il primo non si è ancora concluso e migliaia di idonei che hanno superato le prove anche con un voto alto saranno costretti a ripeterlo perché non hanno una graduatoria.

Gli idonei infatti non conoscono la loro posizione in graduatoria perché come previsto dal bando del concorso gli Uffici scolastici regionali sono tenuti a pubblicare solo la graduatoria dei vincitori ossia di coloro che rientrano nei posti disponibili per ciascuna classe di concorso, salvo successivi scorrimenti per rinunce.

La protesta degli insegnanti il prossimo 27 settembre, che è iniziata con una lettera inviata ai sindacati e ai gruppi parlamentari che ha raggiunto le 12mila firme in 48 ore, si articolerà in diverse manifestazioni in punti strategici del Paese e si ritroveranno alle ore 16.00 davanti agli Uffici scolastici di cinque città e nel dettaglio:

  • Roma;
  • Napoli;
  • Milano;
  • Firenze;
  • Bari.

Trattandosi di una mobilitazione pomeridiana e non di uno sciopero, le lezioni si svolgeranno regolarmente con pochi disagi per studenti e famiglie.

Nuova protesta degli insegnanti il 27 settembre: motivazioni

Le rivendicazioni degli insegnanti precari in protesta il prossimo 27 settembre sono ben precise e prima di tutto riguardano l’esclusione dal concorso Pnrr 2023/2024. I precari chiedono al Mim principalmente graduatorie pubbliche del concorso Pnrr ancora in fase di svolgimento e che siano prorogate fino a esaurimento.

Conoscere la mia posizione in graduatoria è un diritto e una questione di trasparenza.

Ha spiegato Sofia in una recente intervista a La Repubblica che ha aggiunto:

Ho preso 94 allo scritto e 90 all’orale, ma non è valso a nulla.

E come lui sono tantissimi i precari che hanno superato il concorso con voti alti e che non hanno alcuna contezza di quale sia la loro posizione in una ipotetica graduatoria.

Per questo concorso poi, come anche per le graduatorie Gps, è stata inserita la quota del 15% dei posti riservati per chi ha partecipato al servizio civile universale, riserva non equa considerando che uno dei requisiti per accedervi è quello anagrafico e l’età massima è 29 anni.

Anche la Flc Cgil, che appoggia la protesta, ha presentato alcuni emendamenti in Parlamento e ha scritto alla Commissione europea.

In merito è intervenuta anche la Cisl Scuola con un comunicato del 18 settembre attraverso le parole della sua segretaria generale Ivana Barbacci:

La decisione di non autorizzare le assunzioni dei docenti su tutti i posti effettivamente vacanti, ma solo su una loro parte, costringe a coprire con lavoro precario molte cattedre, per le quali ci sarebbero aspiranti che hanno affrontato e superato le prove di un concorso, ma non potranno essere assunti. Come se non bastasse, il buon esito della prova superata non avrà per loro alcun valore, e saranno costretti a ripeterla, partecipando praticamente a un concorso ogni anno, se questo è il ritmo che l’Amministrazione sarà costretta a darsi.

E aggiunge:

Si tratta di un evidente spreco di risorse che si traduce per i diretti interessati (penso agli idonei dei concorsi 2020, ma anche a quelli del 2023) in una vera e propria vessazione, illogica e ingiustificata. Da tempo la Cisl Scuola chiede di rendere strutturale un sistema a doppio canale, già messo in pratica con successo da qualche anno sui posti di sostegno. Un canale che affianchi quello dei concorsi per esami, fra l’altro, darebbe a chi supera un concorso, ma non lo vince, la possibilità di far valere in una graduatoria per titoli quel requisito, insieme all’esperienza di lavoro nel frattempo eventualmente maturata.

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