Nuove tasse 2024, queste non ci saranno perché rinviate

Nadia Pascale

25 Ottobre 2023 - 10:48

Rinviata a luglio 2024 l’entrata in vigore della sugar tax e della plastic tax, annullato il taglio Iva su molti prodotti, le novità per i consumatori.

Nuove tasse 2024, queste non ci saranno perché rinviate

La bozza delle legge di Bilancio 2024, porta numerose novità perché non prevede solo le maxi modifiche al sistema fiscale, ma anche tante altre piccole novità che non sempre attirano l’attenzione, ma di fatto sono importanti, tra queste il rinvio della plastic tax e della sugar tax, non senza polemiche.

Naturalmente il passaggio in Parlamento potrebbe portare delle modifiche, ma probabilmente di scarso rilievo perché di fatto il testo è già blindato con l’invito del Governo alle forze di maggioranza a non presentare emendamenti. Sicuramente l’opposizione non raccoglierà l’invito, ma i lavori risulteranno comunque semplificati

Ecco le nuove tasse che non prenderanno il via dal 1° gennaio 2024.

Cosa sono la plastic tax e la sugar tax, tra le più odiate nuove tasse 2024

La sugar tax e la plastic tax dovevano entrare in vigore, dopo l’ennesimo rinvio, il primo gennaio del 2024. Ora con la legge di Bilancio l’entrata in vigore di queste due nuove tasse viene spostata a luglio 2024, una decisione che porta malcontento in coloro che avevano sperato in un superamento definitivo.

Si parla di sugar tax e plastic tax dalla fine del 2019 quando tali misure furono previste dal Governo Conte, la difficile applicabilità delle stesse e le perplessità dei produttori hanno però portato a diversi rinvii, mentre gli operatori del settore sperano ancora in un cambio passo e quindi una definitiva abolizione di questa previsione.

La sugar tax dovrebbe avere l’obiettivo di disincentivare l’uso delle bevande zuccherine che possono portare danni alla salute. Prevede l’applicazione di una tassa sul consumo di bevande analcoliche edulcorate (cola, aranciate e simili) nella misura di 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti e 0,25 euro per chilo nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione.

La plastic tax invece colpisce l’utilizzo delle plastiche monouso con un’imposta dal valore fisso di 0,45 euro che produttori, importatori e consumatori dovrebbero pagare per ogni chilo di prodotti in plastica, venduti o acquistati.

Critiche delle associazioni, il rinvio delle nuove tasse 2024 non basta

Le associazioni di settore non mancano però di esporre critiche a questa scelta, infatti questa destabilizza il mercato perché tali imposte sono una sorta di spada di Damocle che pende sulle loro teste. Chiedono proprio per questo motivo una scelta definitiva verso la cancellazione delle stesse in modo da non mettere in ulteriore difficoltà il settore già provato dalla riduzione dei consumi legati all’inflazione.

Le associazioni dei produttori lamentano che con l’applicazione di questi balzelli saranno costretti ad aumentare il prezzo praticato ai consumatori finali che, di conseguenza, ridurranno i consumi con il rischio anche di perdita dei posti di lavoro visto il periodo economicamente difficile.

Brutte notizie anche per le famiglie infatti non viene confermato il taglio dell’Iva sui prodotti per l’infanzia, come le preparazioni alimentari (latte in polvere, omogeneizzati, pannolini) e non viene confermato il taglio dell’Iva sugli assorbenti igienici (tampon tax).
Per tutti questi prodotti quindi si applicherà l’aliquota Iva al 10%, formalmente questa scelta è dovuta al fatto che le riduzioni dell’Iva applicate erano di fatto state assorbite dagli aumenti di prezzo praticati sui prodotti e quindi secondo il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non vi è stato un reale vantaggio per le famiglie.

Infine, aumentano le accise applicate alle sigarette, confermato il taglio del canone Rai da 90 euro a 70 euro.

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