Il coronavirus sta fermando anche i migranti? La risposta è no, stando agli ultimi sbarchi sulle nostre coste. Ecco perché l’epidemia non bloccherà la fuga dei disperati. Il nodo è la Libia.
L’Europa, soprattutto l’Italia, si era illusa sui migranti: stando agli sbarchi pari a zero nella prima settimana di marzo, si credeva che il coronavirus avesse il potere di fermare anche le traversate dei disperati.
Le ultime notizie che giungono dalle coste italiane, però, raccontano altri fatti: sono 34 i nuovi africani arrivati a Lampedusa, molto probabilmente dalla Libia.
La curva degli approdi sul nostro territorio, quindi, è tornata a evidenziare un picco. Ma l’epidemia non doveva diffondere paura anche in Africa e bloccare i migranti? Probabilmente, non è proprio così, per almeno una ragione: la guerra in Libia.
Perché la paura del coronavirus non fermerà i migranti
L’epidemia di coronavirus fa davvero più paura dei campi di detenzione libici e dei bombardamenti? La risposta è no. Non solo, proprio la drammatica situazione nello Stato africano probabilmente spingerà nuovi migranti ad affidarsi al mare per scappare e trovare approdi più sicuri, come l’Italia (e nonostante la COVID-19).
Il 6 aprile sono arrivate a Lampedusa 34 persone, 11 donne e 23 uomini di nazionalità siriana e di Paesi subsahariani, subito messi in quarantena. Inoltre, la nave della ong Sea-Eye, nelle stesse ore, ha salvato 68 migranti in mare nella sar libica (la zona dove è consentito il soccorso), nonostante gli spari della Guardia Costiera dello Stato africano.
I due fatti mostrano un’evidenza: il coronavirus non bloccherà gli sbarchi, soprattutto quelli provenienti dalla Libia. Come sottolineato da uno studio ISPI, infatti, gli arrivi si sono azzerati da Tunisia, Algeria e altre zone dell’Africa dove le condizioni di vita sono accettabili.
Dal territorio libico, invece, dove la guerra civile non accenna a placarsi, si continua a partire. Dall’inizio di marzo, per esempio, dallo Stato mediterraneo sono scappate via mare più di 1.000 persone, mai arrivate in Italia a causa della Guardia Costiera libica, non del coronavirus.
Quasi tutte le imbarcazioni, infatti, vengono intercettate dalle forze di controllo e riportate indietro proprio in Libia. Considerando che i combattimenti tra le forze guidate dal generale Haftar e l’esercito del Governo di Accordo Nazionale stanno continuando, causando vittime e feriti, il desiderio di fuggire dalla Libia sarà ancora molto elevato tra la popolazione civile.
Migranti dalla Libia, dove sarà catastrofe umanitaria
Bombardamenti, attacchi, scontri a fuoco (anche su un ospedale) continuano senza sosta sul territorio libico, ormai sconvolto da una guerra lunga e drammatica.
Mentre il mondo è alle prese con il coronavirus, infatti, nello Stato africano lo scenario si fa tragico: qui la catastrofe umanitaria è una previsioni plausibile, visto che alla guerra potrebbe aggiungersi l’esplosione dell’epidemia.
L’unica certezza in Libia è di non essere assolutamente equipaggiata per curare eventuali contagiati dal coronavirus. Strutture sanitarie distrutte, dispositivi e attrezzature mediche inesistenti, risorse economiche scarse, caos politico, migliaia di rifugiati e sfollati interni ammassati, migranti tenuti in condizioni critiche in prigioni e centri di detenzione: in questo quadro la pandemia non potrà essere affrontata.
L’allarme di un’imminente catastrofe umanitaria è forte. Per questo, la partenza disperata via mare non verrà bloccata dalla paura del virus in Europa. E gli sbarchi dei migranti continueranno.
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