Nuovo evasometro, come funziona e perché è più preciso?

Patrizia Del Pidio

14/04/2025

Il nuovo evasometro, che prende il posto del redditometro, farà controlli più precisi. Come funziona, su cosa si basa e quando scatta il nuovo strumento per l’accertamento fiscale?

Nuovo evasometro, come funziona e perché è più preciso?

Al posto del redditometro entra in vigore il nuovo evasometro, ma cos’è e come funziona lo strumento di indagine con cui l’Agenzia delle Entrate individua i soggetti con il più alto rischio di evasione fiscale?

Il dlgs 108 del 2024 ha portato all’accantonamento definitivo del redditometro, lo strumento attraverso il quale l’amministrazione tributaria verificava lo scostamento del reddito dichiarato dai contribuenti e le spese effettivamente sostenute. Al posto del redditometro, che scansionava in egual modo contribuenti a rischio e non a rischio, entra in vigore l’evasometro con lo scopo di perfezionare i controlli andando a concentrare l’attenzione su chi ha effettivamente un profilo di rischio.

Incrociando i dati dell’anagrafe dei rapporti finanziari con lo scambio di informazioni legato al Crs e i dati presenti sulla dichiarazione dei redditi, si vuole individuare quelli che sono i soggetti maggiormente a rischio evasione fiscale. Grazie allo strumento si attribuisce al contribuente una sorta di punteggio fiscale che delinea il profilo di rischio.

Una delle categorie esposte a rischio è quella con debiti fiscali sopra i 50.000 euro e con disponibilità finanziarie all’estero, per esempio. E sono proprio le categorie a rischio quelle sottoposte a controlli. Tra le altre cose, in questo modo è anche più semplice considerare chi aderisce a una rottamazione fiscale per effettivo bisogno o chi lo fa con furbizia pur avendo i mezzi per saldare il debito.

Gli strumenti che utilizza l’evasometro

L’evasometro verifica i dati attraverso l’incrocio automatico con lo scambio di informazioni fiscali basate su Common Reporting Standard (CRS) con le segnalazioni finanziarie che inviano gli intermediari e le informazioni presenti sulla banca dati dell’anagrafe dei rapporti finanziari. Attraverso questo incrocio si attribuisce al contribuente un punteggio che definisce il profilo di rischio andando a delineare quelle che sono le priorità di intervento.

Un differenza rispetto al passato è la cadenza del flusso di informazioni che, su richiesta della Guardia di Finanza, è aggiornato con frequenza mensile: questo renderà il monitoraggio costante sui soggetti a rischio per fare in modo che i debiti fiscali non si aggravino andando a colpire le eventuali risorse nascoste anche al di fuori dei confini nazionali.

Evasometro, gestione e intervento

L’evasometro sarà gestito dall’UIPAR, l’Unità Integrata Permanente di Analisi del Rischio. Si tratta di un organismo interistituzionale che serve a ottimizzare le risorse evitando controlli duplicati. Le indagini della Guardia di Finanza, in ogni caso, dovranno evitare di concentrarsi su contribuenti con scarse possibilità di adempimento dei debiti (come, ad esempio, le imprese che hanno aperto una procedura concorsuale). La maggiore attenzione andrà concentrata, invece, sulle partite Iva apri e chiudi, quelle che provvedono a chiusure irregolari o con cancellazione per anomalie.

L’evasometro andrà a colpire con controlli approfonditi i soggetti che hanno almeno 50.000 euro di debiti fiscali e le indagini avranno lo scopo di ricostruire la disponibilità patrimoniale reale del contribuente andando a prevenire, laddove possibile, la dispersione dei beni aziendali per sottrarsi ai versamenti.

Quando scatta l’evasometro?

L’accertamento verso un determinato contribuente è avviata solo nel caso coesistano le seguenti condizioni:

  • scostamento tra reddito dichiarato e reddito ricostruito con le spese effettuate di almeno il 20%;
  • lo scarto tra reddito dichiarato e reddito ricostruito deve essere superiore a dieci volta l’assegno sociale annuo, ovvero 70.000 euro.

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