A metà dicembre l’Ema dovrebbe autorizzare il nuovo vaccino di Novavax contro il Covid: grazie alla sua tecnologia (impiegata da decenni) potrebbe convincere anche i no vax.
Un nuovo vaccino contro il Covid-19 potrebbe essere approvato a metà dicembre dall’Ema. Il vaccino in questione è quello realizzato dalla biotech statunitense Novavax e che dovrebbe essere commercializzato con il nome di Nuvaxovid.
Si tratta di un vaccino a base proteica che contiene piccole particelle ottenute da una versione prodotta in laboratorio della proteina spike del Sars-CoV-2. Come annunciato da Marco Cavaleri, a capo della task force Ema sui vaccini, Novavax potrebbe essere autorizzato dall’Agenzia europea del farmaco per la metà di dicembre.
In un’intervista a La Stampa Cavaleri parla della difficoltà di raggiungere l’immunità di gregge - servirebbe almeno il 95% di immunizzati - ma anche del nuovo vaccino che utilizza una tecnica (quella delle proteine ricombinanti) in uso da decenni contro altre malattie come pertosse, epatite, meningite e per questo potrebbe convincere qualche no vax scettico a essere immunizzato.
leggi anche
Effetto super green pass sulle vaccinazioni: quanto sono aumentate le prime dosi in ogni Regione

Quando arriverà il vaccino di Novavax
L’approvazione dell’Ema dovrebbe arrivare per la metà di dicembre, annuncia Cavaleri. Che spiega come il preparato possa essere somministrato dai 18 anni in su e si possa conservare in frigorifero.
Inoltre Cavaleri spiega che nel 2022 arriverà anche il vaccino Via2021 della francese Valneva: sarà basato sul virus disattivato e la Commissione europea ha già prenotato quasi 25 milioni di dosi che possono aumentare a 60 (stesse cifre anche per Novavax).
Tornando su Novavax, il responsabile della task force Ema sui vaccini spiega che l’efficacia risultante dai trial è intorno al 90% e l’approvazione sembra vicina poiché gli standard di sicurezza e la qualità della produzione sono in linea con le richieste sia di Ema che dell’Fda statunitense.
Perché potrebbe essere importante l’arrivo del vaccino Novavax
In questo momento in Italia e in Ue non c’è carenza di dosi e i vaccini al momento inoculati (da noi quasi esclusivamente Pfizer e Moderna) sono sufficienti per proseguire anche con la campagna delle terze dosi. C’è però un motivo che rende particolarmente importante l’approvazione del vaccino Novavax: la possibilità che anche alcuni no vax si convincano a ricevere le dosi considerando la tecnologia utilizzata più sicura in quanto già impiegata da anni.
Finora alcune persone hanno detto di non volersi vaccinare per diffidenza verso i vaccini a mRna, considerati sperimentali. Il vaccino Nuvaxovid invece sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti: un metodo utilizzato da decenni contro malattie come pertosse, epatite, meningite, herpes zoster e altre infezioni virali.
Di fatto questa tecnologia è stata usata soprattutto per le vaccinazioni infantili contro epatite B, meningococco B e papilloma virus. L’altro vantaggio di questo vaccino è che ha fatto riscontrare meno effetti collaterali rispetto ai vaccini a mRna, nonostante un’efficacia emersa dai trial clinici molto simile a quella di Pfizer e Moderna (intorno al 90%).
L’altro vantaggio del vaccino di Novavax è la sua facilità di conservazione: può stare in frigorifero fino a sei mesi, con meno problematiche relative alla catena del freddo (e quindi una maggior importanza soprattutto per i Paesi meno ricchi e con meno strutture come quelli africani). Il dosaggio, infine: è prevista la somministrazione di due dosi a 21 di giorni di distanza l’una dall’altra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA