La legge sull’oblio oncologico ha ottenuto i voti all’unanimità dei deputati e ora prosegue l’iter in Senato, ecco cosa prevede in 3 punti.
La Camera ha approvato all’unanimità la legge sull’oblio oncologico, che ora passa al Senato. La legge è stata portata avanti dalla deputata Maria Elena Boschi di Italia Viva, di cui è stata anche relatrice, e ha ottenuto l’unanimità con 281 voti a favore. Il nodo centrale è uno: eliminare la discriminazione subita dai pazienti oncologici a cui, anche dopo tempo dalla guarigione, vengono negati finanziamenti, prestiti e perfino le adozioni. Ecco cosa prevede la nuova legge.
Cos’è l’oblio oncologico
Per oblio oncologico si fa riferimento al diritto degli ex pazienti oncologici di non rivelare le proprie informazioni sanitarie e, d’altro canto, al divieto di eseguire domande e indagini su questo argomento. Si fa riferimento in particolare agli operatori bancari e assicurativi e alla diffusa prassi di differenziare i contratti o perfino negarli in base alle condizioni mediche pregresse del cliente.
Il concetto è tristemente semplice da capire, con questo genere di clausole banche e assicurazioni si proteggono dal rischio di un potenziale decesso del cliente in caso di ricaduta e dal conseguente mancato pagamento di quanto dovuto. In questo modo, però, gli ex pazienti oncologici sono fortemente discriminati, oltre che lesi nella propria privacy. Il principio è analogo riguardo alle adozioni, nelle quali si tiene conto - a volte impropriamente - dell’aspettativa di vita degli adottandi.
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Niente più discriminazione per chi ha sofferto di tumore
La proposta di legge di Maria Elena Boschi intende imporre l’oblio oncologico dopo 10 anni dalla fine del trattamento per il tumore per gli adulti, periodo che si abbassa alla metà per i minori, che avranno questo diritto dopo 5 anni dalla guarigione. Allo stesso tempo, si intende lasciare al governo la possibilità di abbassare ulteriormente il periodo individuato.
La proposta di legge non è basata soltanto sull’esigenza di uguaglianza imposta dalla Costituzione, ma tiene conto anche del parere scientifico. Quanto all’aspetto medico, infatti, chi ha avuto un tumore è considerabile guarito se nei 10 anni successivi non presenta delle recidive. Ovviamente, si tratta di una generalizzazione, doverosa però per riuscire a imporre un elemento giuridico uguale per tutti.
Ecco perché le clausole spesso imposte dagli enti bancari e assicurativi, ma anche gli impedimenti alle procedure di adozione, oltre a essere discriminatori risultano del tutto illogici e inutili. Questo perché raramente viene tenuto conto del periodo di guarigione, ma il semplice fatto di aver sofferto di un tumore è da solo un impedimento per diversi aspetti importanti della vita di una persona.
Così, per anni i pazienti oncologici sono stati impossibilitati ad accendere prestiti, mutui per la casa, assicurazioni ma anche ad adottare un bambino (a fronte di requisiti di per sé molto stringenti), a prescindere dalle loro probabilità di recidive. La legge, infatti, è da tempo fortemente richiesta dalle associazioni dedicate. Si cita in particolare la recente campagna di sensibilizzazione, intrapresa dalla Fondazione Aiom questo gennaio e sintetizzata in uno slogan esemplificativo “Io non sono il mio tumore”.
Il Parlamento Ue sul diritto all’oblio oncologico
La proposta di legge a cui si è dedicata la deputata Boschi muove i suoi passi sulle linee guida tracciate dal Parlamento dell’Unione europea, che il 16 febbraio 2022 ha stilato delle linee comuni contro lo stigma sociale legato ai tumori.
In particolare, è stata l’Assemblea di Strasburgo a individuare il periodo di 10 anni (5 per i minori di 18 anni) dalla fine del trattamento come elemento oggettivo e uguale per tutti i cittadini europei. La risoluzione chiede, infatti, agli Stati membri di realizzare leggi ad hoc entro il 2025.
Il governo spagnolo ha approvato la legge sull’oblio oncologico già alla fine di giugno, aggiungendosi agli altri Paesi europei che già avevano agito a riguardo. Nel dettaglio, Belgio, Francia, Olanda, Lussemburgo e Portogallo vietano agli operatori bancari e assicurativi di prendere in esame l’anamnesi dei consumatori.
Con l’approvazione in Camera, non resta che il passaggio in Senato affinché anche in Italia vi sia una legge statale che imponga l’oblio oncologico, permettendo finalmente a oltre 1 milione di persone di non essere discriminate per la propria storica clinica.
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