Oggi, Angela Carini, 25 anni, 63kg per 171 cm, dovrà scegliere tra farsi picchiare da un uomo o rinunciare a un sogno lungo una vita.
Nelle Olimpiadi meno sportive e più politicizzate della storia, tra poche ore andrà in onda l’ennesima offesa alle persone che ritengono che il buon senso sia ancora un valore e che praticarlo dovrebbe essere una disciplina olimpionica.
Alle 12.20 CET di oggi primo agosto, infatti, l’azzurra Carini salirà sul ring contro la pugile algerina Khelif (che poi la si voglia definire intersex, trans, transgender non cambia il fatto che fosse maschio alla nascita e quindi dotato di cromosomi xy). Il caso infiamma le cronache e le discussioni politiche da giorni. Politiche, appunto, ma non sportive né di buon senso. Ne’ tanto meno giuridiche.
Perché a ragionare secondo criteri sportivi, e di buon senso e di equità giuridica qualcuno mi dovrebbe spiegare perché in tutti gli sport, individuali o di gruppo, nessuno escluso, le categorie del genere sessuale di appartenenza determinano la suddivisione degli atleti. La competizione non è mai tra i due (o più, visto che sennò siamo “fascisti”) generi ma ogni genere si sfida all’interno del gruppo di appartenenza. L’unica eccezione è quella delle competizioni a coppie (si pensi per fare un esempio noto a tutti al doppio misto nel tennis) dove però, per equilibrare il gioco, un uomo gioca con una donna contro un’altra coppia parimenti composta. [...]
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