Olindo Romano e Rosa Bazzi, colpevoli o innocenti? Ecco cosa sappiamo sugli autori della strage di Erba: cosa fanno oggi, dove sono e condanna.
Olindo Romano e Rosa Bazzi, per la giustizia gli autori della strage di Erba, oggi sono in carcere (separati) in attesa che la Corte d’Appello di Brescia si esprima sulla richiesta di revisione della sentenza con cui gli è stato inflitto l’ergastolo.
Olindo e Rosa, infatti, oggi si proclamano innocenti e non sono i soli a credere che la sentenza sia stata sbagliata: di recente, infatti, anche il sostituto Pg di Milano, Cuno Tartuffer, ha chiesto la riapertura del caso così da scongiurare il rischio che i due possano essere vittime di un errore giudiziario.
Anche il programma Tv Le Iene ritiene che ci sono diversi aspetti che non sono stati approfonditi nel corso del processo e che lasciano pensare che Olindo e Rosa non siano gli autori dell’omicidio di Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.
Per il momento, quindi, la vicenda giudiziaria è chiusa per quanto non è da escludere che possa essere riaperta mettendo in discussione la condanna dell’ergastolo che i due devono scontare.
I dubbi, però, restano, tant’è che l’opinione pubblica è divisa tra chi li ritiene innocenti - compreso Azouz Marzouk, vedovo di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef - e tra chi invece non ha dubbi sulla loro colpevolezza. A tal proposito, ecco cosa sappiamo su Olindo Romano e Rosa Bazzi, sul caso di Erba, la condanna e il caso giudiziario.
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Cosa sappiamo sulla strage di Erba?
La strage di Erba è un episodio drammatico della cronaca italiana. Il caso vede protagonisti Rosa Bazzi e Olindo Romano, i due autori della strage. Sembra che tutto sia iniziato per dei litigi tra vicini, concluso con il decesso di 4 persone, tra cui un bambino di pochi anni e un ferito.
La sera dell’11 dicembre 2006 a Erba, una palazzina viene avvolta dalle fiamme. All’interno di questa un uomo ferito indica ai suoi soccorritori il piano superiore, dove si sentono le urla di una donna. Non è però il fuoco il motivo della sua morte, quanto un’arma affilata.
La stessa tipologia di arma viene anche usata per le altre vittime, tranne per l’animale domestico che morirà a causa del fumo dell’incendio.
Perché Bazzi e Romano sono stati condannati?
I coniugi coinvolti nella strage di Erba confessarono a gennaio del 2007 e vennero in seguito riconosciuti dall’unico sopravvissuto. Nella sua confessione Rosa Bazzi racconta i motivi della strage: le feste e l’abuso da parte di Marzouk.
Bazzi confessa che a dare l’idea di punire i vicini al marito fosse stata proprio lei: “Niente, che non ce la facevo più…”. Bazzi racconta che Marzouk avesse approfittato di lei e che per questo aveva sentito di non poter far altro che rispondere a quell’intrusione con la violenza.
Dirà che il marito ha preso l’arma e per primo ha colpito una delle vittime.
Sono arrivata a metà scala e ho sentito che stava arrivando un’altra persona (n.d.r era Olindo, il marito).
Nella confessione Rosa dice di essersi sentita forte durante l’aggressione perché poteva finalmente reagire. Le confessioni, in seguito, sono state però ritrattate. I coniugi hanno infatti riferito di essere stati convinti durante l’interrogatorio a confessare per ottenere uno sconto di pena. Da allora tentato periodicamente di far riaprire il caso e continuano a dichiararsi innocenti.
Rosa Bazzi e Olindo Romano: vivono nello stesso carcere?
La prima persona a essere accusata per la morte di Valeria Cherubini - moglie di Mario Frigerio, colpito da un coltello ma sopravvissuto grazie a una malformazione alla carotide -, Raffaella Castagna, la madre Paola Galli e il piccolo Youssef Marzouz è proprio il padre di questo. Azouz Marzouk aveva dei precedenti, ma non si trovava neppure in Italia al momento della strage.
Le indagini si sono quindi spostate su Olindo e Rosa Romano, i due vicini di casa e senza alibi. Su di loro ci sono alcune prove, tra cui la testimonianza, il ritrovamento di una macchia nell’auto dell’uomo e poco altro.
I processi, durante i quali Olindo e Rosa si dichiarano innocenti e ritirano le confessioni, condannarono nel 2008 i coniugi Romano all’ergastolo. Rosa Bazzi e Olindo Romano non vivono nello stesso carcere. Rosa si trova nel carcere di Bollate, mentre Olindo è recluso a Opera. I due però si incontrano solo una volta al mese e hanno dichiarato di vivere male questa distanza.
Perché la Cassazione non ha dubbi sulla colpevolezza di Romano e Bazzi?
Sono almeno tre i motivi per i quali i giudici continuano a rifiutare l’innocenza dei due condannati Romano e Bazzi. Il primo punto è la testimonianza. Mario Frigerio, una delle persone aggredite ma sopravvissuto, descrive nitidamente il suo aggressore, anche se in un primo momento aveva esitato a menzionare Olindo per via del legame che li legava. Non riusciva a credere che fosse stato davvero lui e per questo aveva risposto vagamente prima di riodinare le idee.
La seconda prova è il sangue. La squadra scientifica ha ritrovato tracce del sangue di Valeria Cherubini sull’auto di Olindo Romano. Secondo la difesa non è così e hanno dubbi sul fatto che la traccia sia stata presa proprio da battitacco dell’auto. Il tentativo di screditare le prove è però parte del gioco in aula e fuori.
Infine la confessione. Sotto pressione i due omicidi hanno confessato dettagli che solo chi era stato sulla scena e aveva compiuto i crimini poteva conoscere. Confessioni poi ritrattate, è vero, ma che trovano una conferma in una frase scritte da Olindo sulla sua Bibbia in carcere, dove scrive: “Dio perdona quelli come noi”.
Perché c’è chi scommette sulla loro innocenza?
Ci sono delle zone d’ombra sul quale è possibile muovere la tesi dell’innocenza di Rosa e Olindo Romano. La testimonianza, per esempio, ha delle falle, come ha tentato di dimostrare la difesa dei coniugi: infatti Mario Frigerio non ha subito riconosciuto Olindo come l’aggressore. La Corte di legittimità ha inoltre rigettato le accuse di contaminazione dell’auto di Olindo Romano e la scarsa documentazione scientifica sui rilevamenti del caso.
Romano è più volte tornato a chiedere di riaprire il caso e di non lasciare da parte la pista dello spaccio di droga. È proprio sui dubbi e le zone d’ombra degli eventi, le indagini e il processo che in molti chiedono di scommettere sull’innocenza di Rosa Bazzi e Olind
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