Che fine ha fatto Alberto Stasi, condannato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi? Nonostante la sentenza, l’uomo continua a dichiararsi innocente. Ecco chi è, cosa ha fatto e cosa fa oggi.
Si dichiara ancora innocente Alberto Stasi, ma la Giustizia italiana è sicura di aver condannato il vero assassino del delitto di Garlasco: oggi tra i casi di cronaca nera più discussi e controversi della recente storia italiana.
Il paesino in Provincia di Pavia divenne tristemente famoso nel 2007 per l’omicidio della 26enne Chiara Poggi. La vicenda giudiziaria si è conclusa dopo ben otto anni e mezzo; dopo 5 processi con sentenze contrastanti e una serie di errori imperdonabili: perizie contradditorie, sequestri di possibili prove in ritardo, altre prove che compaiono e scompaiono dagli archivi, inoltre l’arma del delitto non è mai stata trovata. Ma facciamo un passo indietro.
Il 13 agosto 2007, la 26enne Chiara Poggi venne trovata morta nella sua villetta di Garlasco. La giovane era stata colpita a morte con un oggetto contundente, lasciata in una pozza di sangue sulle scale che conducevano alla cantina. A scoprire il corpo e a lanciare l’allarme fu proprio Alberto Stasi, suo fidanzato, che all’epoca dei fatti era uno studente universitario di Economia e che divenne l’unico indiziato.
Oggi, Stasi sta scontando la pena presso il carcere di Bollate, ma continua a proclamarsi innocente. Nel frattempo, grazie a programmi di reintegrazione, ha ottenuto il permesso di uscire per lavorare come contabile durante il giorno. Nonostante i tentativi dei suoi legali di ottenere una revisione del processo, la Corte di Cassazione ha respinto ogni richiesta. Il caso di Garlasco, tra misteri e incongruenze, resta uno degli enigmi più cupi della cronaca italiana, per cui è stato realizzato anche un documentario in onda stasera su Rai 2. Ecco cosa accade, chi è Stasi e cosa fa oggi.
Chi è Alberto Stasi e perché è stato condannato
Alberto Stasi, nato il 6 luglio 1983 a Sesto San Giovanni, era uno studente modello e, come a un certo tipo di “giornalismo” - ancora non aggiornato sul fenomeno dei femminicidi e le linee guida sul rispetto delle vittime - piaceva dire: era apparentemente un “ragazzo tranquillo”.
La sua relazione con Chiara Poggi durava da circa due anni e sembrava serena. Tuttavia, il ritrovamento del corpo di Chiara e il comportamento di Stasi nei giorni successivi al delitto sollevarono dubbi. Durante gli interrogatori, Stasi si mostrò calmo e distaccato, un atteggiamento che insospettì gli inquirenti. Inoltre, venne evidenziata l’assenza sui suoi abiti e sulle sue scarpe di tracce di sangue, nonostante la scena del crimine ne fosse intrisa.
Il processo fu lungo e complesso, con cinque gradi di giudizio che portarono a un’alternanza tra assoluzioni e condanne. Le prime indagini, infatti, non riuscirono a raccogliere prove schiaccianti contro di lui: Stasi venne arrestato nel settembre 2007 ma fu rilasciato dopo pochi giorni per insufficienza di prove.
Nel 2014, una nuova perizia ribaltò la situazione, spostando l’orario del delitto e demolendo il suo alibi. A ciò si aggiunsero prove compromettenti, come la scoperta di materiale pedopornografico sul computer di Stasi, che danneggiarono ulteriormente la sua posizione.
Nel dicembre 2015, la Corte di Cassazione rese definitiva la condanna a 16 anni per omicidio volontario. Ancora oggi, Stasi si proclama innocente, sostenendo che le accuse si basino su ricostruzioni poco solide e che molti interrogativi — come il movente e l’arma del delitto — restano senza risposta.
La vita di Alberto Stasi oggi
Alberto Stasi sta attualmente scontando la sua pena presso il carcere di Bollate, una struttura nota per i programmi di riabilitazione e reintegrazione sociale. Oggi, Stasi, che ha 41 anni, lavora come contabile grazie a un permesso di lavoro esterno, ottenuto dopo aver scontato un terzo della pena e dimostrato buona condotta. Nonostante questa concessione, continua a vivere in regime di reclusione.
Della sua vita privata si conosce poco. Stasi ha mantenuto un profilo basso e le sue dichiarazioni dal carcere sono rare. In una intervista risalente a qualche anno fa, ha ribadito la propria innocenza, affermando di andare a dormire “con il cuore leggero” ogni notte. Parallelamente, i suoi avvocati hanno cercato di riaprire il caso con nuove evidenze, ma la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di revisione nel 2021.
Il caso di Garlasco rimane un enigma per molti. Le prove contro Stasi, pur sufficienti a garantirne la condanna, hanno lasciato perplessi molti osservatori, alimentando teorie alternative e speculazioni. Nel frattempo, Alberto Stasi vive una vita lontana dai riflettori, lavorando all’interno di un sistema che punta alla riabilitazione, ma con un passato che lo lega indissolubilmente a uno dei fatti di cronaca più inquietanti del nostro Paese.
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