Allarme Omicron 4 e 5, rischio sesta ondata. «Il prossimo autunno sarà problematico sul fronte della pandemia. Molto, molto difficile». Ecco cosa sta succedendo.
Allarme Omicron 4 e 5, rischio sesta ondata. «Il prossimo autunno sarà problematico sul fronte della pandemia. Molto, molto difficile». A lanciare l’allarme, Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza.
Al momento, in Italia le curve epidemiologiche stanno scendendo. Ma il virus continua a circolare trainato da Omicron 2 e dalle due nuove sottovarianti BA.4 e BA.5, ancora più contagiose e immunoevasive. Omicron 4 e 5 potrebbero diventare dominanti nei prossimi mesi. Ricciardi ammonisce: «In questo momento di tranquillità e tregua dal punto di vista epidemiologico, sarebbe bene, questa volta, prepararsi. Quando si deve rifare il tetto si rifà quando non piove o nevica. Questo dovrebbe essere lo spirito».
Intanto, in Sudafrica è scoppiata una quinta ondata di contagi trainata da Omicron 4 e 5. Le nuove sottovarianti sono più pericolose? E quali sono i sintomi da tenere sotto controllo? Entriamo nel dettaglio.
Omicron 4 e 5, l’allarme di Ricciardi
In un’intervista all’Adnkronos, Walter Ricciardi - parlando della situazione epidemiologica in Italia - ha lanciato l’allarme in vista del prossimo autunno: «Il prossimo autunno sarà problematico sul fronte della pandemia. Molto, molto difficile. In questo momento di tranquillità e tregua dal punto di vista epidemiologico, sarebbe bene, questa volta, prepararsi. Quando si deve rifare il tetto si rifà quando non piove o nevica. Questo dovrebbe essere lo spirito. In questo momento di tranquillità e tregua dal punto di vista epidemiologico, sarebbe bene, questa volta, prepararsi: quando si deve rifare il tetto si rifà quando non piove o nevica. Questo dovrebbe essere lo spirito».
E continua: «Prepararsi per ottobre è fondamentale. Dobbiamo lavorare per essere pronti, quindi intensificare le vaccinazioni per gli ultraottantenni e per i bambini».
Le nuove sottovarianti BA.4 e BA.5 presentano un alto tasso di trasmissibilità e immunoevasione, ovvero la capacità di eludere la protezione immunitaria data da vaccino o guarigione. In Sudafrica - paese nel quale sono state isolate per la prima volta rispettivamente a gennaio e a febbraio - la loro diffusione ha provocato una quinta ondata di contagi.
Omicron 4 e 5, la situazione in Sudafrica
Una quinta ondata di contagi da Covid-19 ha investito il Sudafrica. A trainare l’impennata di nuovi casi, le sottovarianti Omicron 4 e 5. La malattia, però, sembra diventare progressivamente meno grave, anche se aumenta la contagiosità. «Con le varianti BA.4 e BA.5 di Omicron il Sudafrica è entrato nella quinta ondata, che è molto diversa da quella provocata da Omicron BA.1», ha spiegato a The Wire Tulio de Oliveira, professore di bioinformatica nelle Università di KwaZulu-Natal e Stellenbosch. Secondo de Oliveira i casi «stanno aumentando», mentre le ospedalizzazioni e i decessi sono «molto bassi». In Sudafrica sono circa 300 le persone in terapia intensiva e i letti in ospedale riservati ai pazienti Covid sono vuoti al 90%.
Secondo de Oliveira, dunque, Omicron 4 e 5 sono più infettive ma la malattia che provocano è più lieve: «Uno dei motivi per cui la malattia sta diventando meno grave è che l’immunità della popolazione è aumentata, sia per precedenti infezioni che per le vaccinazioni». Come riporta l’esperto, le persone a maggior rischio contagio sono i non vaccinati e i fragili. Chi è vaccinato gode di una buona immunità dalla malattia grave.
I sintomi da tenere sotto controllo
Nel caso Omicron 4 e 5 diventino dominanti in Italia il prossimo autunno, quali sono i sintomi da tenere sotto controllo? In un’intervista a Money.it, il primario di Infettivologia Massimo Andreoni ha spiegato: «Omicron è stata caratterizzata da numerose mutazioni e questo ci fa capire che avremo ulteriori subvarianti. Si è cercato di definire i sintomi di ognuna, ma non c’è una differenziazione così netta. Sicuramente ci sono stati sintomi più presenti e meno presenti. All’inizio della pandemia prevaleva la perdita di gusto e olfatto, mentre Omicron interessa soprattutto le altissime vie respiratorie. Dunque i sintomi più frequenti sono mal di gola e raffreddore. C’è un minor interessamento delle basse vie respiratorie».
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