La variante Omicron 5 torna a far alzare i contagi nel primo mese di rientro nelle attività al chiuso. C’è il rischio di una nuova ondata in autunno? Ecco cosa dicono gli esperti.
Nuovo aumento di contagi. Omicron 5 torna a preoccupare, almeno dal punto di vista del numero di contagi. Con il ritorno alle attività al chiuso, i trasporti pubblici, la scuola e il lavoro, il rischio di vedere aumentati i contagi era piuttosto scontato. Antonello Maruotti, ordinario di statistica dell’Università Lumsa e co-fondatore del gruppo interaccademico di studi statistici sulla pandemia di Covid-19, ha commentato i dati dei nuovi casi registrati definendoli come una rapida e anomala risalita.
In sette giorni la risalita è fuori scala, facendo segnare un +34% nei contagi e un +4,5% di ricoveri. Questo aumento può essere spiegato solamente con il rientro nelle attività al chiuso e senza mascherina. Lo stesso Maruotti ha ribadito che dobbiamo metterci in testa che stiamo vivendo senza restrizioni e che continueremo a farlo. Questo solo grazie a una popolazione altamente vaccinata e con un virus che presenta forme gravi di malattia solo in pochi casi. Questa stagione fredda non sarà uguale alle altre, spiega ancora Maruotti, perché non partiamo da zero ed è per questo che altri esperti non si dicono troppo preoccupati.
L’assenza di preoccupazione è su scala nazionale, ma è ovvio che il coronavirus continua a causare decessi e l’obiettivo finale è quello di sconfiggere del tutto il virus, cioè impedirgli di circolare e non toccare nessuna delle persone considerate fragili e quindi a rischio. Secondo l’epidemiologo Carlo La Vecchia bisogna tenere sotto controllo la situazione per intercettare nuove varianti o sottovarianti che potrebbero cambiare l’attuale situazione di relativa tranquillità. Al momento la circolazione del virus si attesta intorno ai 25-30.000 casi al giorno, ma nelle prossime settimane è possibile che questi risalgano oltre i 60.000 al giorno, causando un conseguente aumento dei ricoveri.
leggi anche
Vaccini bivalenti contro Omicron, quarta dose aperta a tutti gli over 12: da quando e come riceverla
Omicron 5 e contagi in risalita: rischio nuova ondata in autunno?
Con l’arrivo della stagione fredda in casi di contagio di Covid-19, dovuti al diffondersi della variante Omicron 5, sono in aumento. Con l’eliminazione delle restrizioni e il ritorno alle attività al chiuso tale risalita appariva inevitabile. Inevitabile sì, ma non per questo meno preoccupante per alcuni soggetti. Il rischio di una nuova andata non è del tutto impossibile, soprattutto perché le sottovarianti con alte capacità di diffusione con Omicron 5 già in estate hanno dato segni di riuscire a far alzare rapidamente i contagi. Secondo gli esperti però tale aumento, nella fase non più di novità ma di controllo come quella attuale, non è preoccupante.
Secondo Antonello Maruotti, co-fondatore di StatGroup19 - gruppo di studi statistici sulla pandemia di COVID-19 - la rapida risalita dei contagi nell’ultima settimana è anomala, ma allo stesso tempo “mettiamoci in testa che stiamo ridendo senza restrizioni e continueremo a farlo. Oggi, in una popolazione quasi tutta vaccinata contro il covi d’, occorre guardare la gravità dei casi, che ora è molto bassa”, ha detto. “Non ripartiamo da zero contro il coronavirus ed è per questo che non sono preoccupato - ha continuato - c’è però uno sfasamento regionale in questa ripresa, come già accaduto in estate. In queste due settimane il Lazio è partito prima della Calabria, ad esempio. Sono le grandi regioni che stanno tirando i contagi”.
Al momento comunque il carico degli ospedali è molto ridotto e il rischio di una nuovo andata in autunno è possibile solo nei numeri già sopportati durante l’estate. In ogni caso, spiega epidemiologo dell’università di Milano Carlo La Vecchia, c’è da tenere sotto controllo nuove varianti o sottovarianti che potrebbero modificare tale stato di relativa tranquillità.
Aumentano i contagi in alcune grandi Regioni: dove
La risalita dei contagi si presenta in maniera piuttosto eterogenea in tutte le Regioni d’Italia, ma in alcuni casi si può notare un amento precedente, anticipato. Per esempio nel Lazio. In alcune Regioni poi l’incremento è maggiore: mentre in Sicilia l’aumento di contagi viaggia intorno al +5,9%, in Veneto l’aumento è del 50,9%. Secondo la Fondazione Gimbe serve un modello unificato, cioè nazionale, per monitorare l’aumento e contrastare la pandemia.
In questa fase, in cui la pandemia non è più considerata preoccupante a livello nazionale, non ci si deve dimenticare delle categorie fragili, cioè della protezione di anziani e tutti coloro che devono ricevere la quarta dose o devono continuare a utilizzare la mascherina al chiuso e in luoghi affollati perché potrebbero sviluppare la malattia in forma grave.
© RIPRODUZIONE RISERVATA